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Zucconi (Nomisma): “Giochi online e di pura alea, i più rischiosi per i giovani”

La scorsa settimana a Bologna è stata presentata l’indagine 2016 ‘Giovani e gioco d’azzardo’ elaborata dall’Osservatorio di Nomisma, Young Millennials Monitor, sostenuto da Unipol e dedicato al monitoraggio di opinioni,

01 Febbraio 2017

La scorsa settimana a Bologna è stata presentata l’indagine 2016 ‘Giovani e gioco d’azzardo’ elaborata dall’Osservatorio di Nomisma, Young Millennials Monitor, sostenuto da Unipol e dedicato al monitoraggio di opinioni, attitudini, stili di vita dei giovani tra i 14 e i 19 anni.

 

La fotografia scattata dall’illustre istituto di ricerca ci dice che nel 2016, il 49% dei giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta (rispetto al 54% dell’anno precedente). Tra questi, il 72% ha sostenuto una spesa media settimanale per i giochi inferiore a 3 euro. Le rilevazioni, che hanno coinvolto oltre 11.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni, individuano come giochi più popolari tra i giovani i Gratta & Vinci (nel 2015 sperimentato dal 35% degli studenti 14-19 anni) e le scommesse sportive in agenzia (23%). A seguire le scommesse sportive online (13%) ed i concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12%).
Rispetto alla scorsa indagine di Young Millennials Monitor Gioco e Giovani, emerge una perdita di appeal dei giochi “tradizionali” (Superenalotto e Lotto), a favore dei giochi a tema sportivo e online.

 

 

Ma quanto è diffuso tra i giovani l’uso dei temuti apparecchi da gioco, slot e vlt?

 

A risponderci, è la dr.ssa Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence & Consumer Insight di Nomisma, che ci spiega come “Slot e videolotterie sono al 5° posto nella classifica dei giochi più praticati dai ragazzi: il 10% degli studenti dichiara di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno con questo tipo di apparecchi da intrattenimento in bar/tabaccherie/altri locali. Il tasso di utilizzo di slot e vlt cresce fino al 13% fra i maggiorenni contro il 9% tra i minorenni”.

 

– Dalla ricerca emerge un leggero calo della propensione dei giovani verso il gioco. Secondo Lei come mai? Possono aver influito su questo le numerose politiche restrittive attuate a livello locale?

“La propensione al gioco d’azzardo – dichiara a PressGiochi la ricercatrice – cala, in coerenza con quanto rilevato da ESPAD, e questo è sicuramente un dato positivo. Resta comunque il fatto che gioca 1 ragazzo su 2. Inoltre a crescere è la quota di frequent user: nel 2016 il 17% dei giovani giocatori ha giocato d’azzardo almeno una volta a settimana – tale quota nel 2015 si fermava al 10%.

Le politiche restrittive possono essere la spiegazione del calo della quota dei giovani giocatori ma l’ambito regolatorio non è la sola motivazione: sta crescendo l’informazione verso i target più sensibili, attraverso molte iniziative educational sviluppate in ambito scolastico che hanno l’importante obiettivo di incrementare la consapevolezza dei giovani verso il gioco.

Sull’informazione occorre fare ancora molto, soprattutto sull’esistenza dei divieti: il 47% dei minorenni ha avuto nel 2016 almeno una occasione di gioco”.

 

– Sono diversi anni che si occupa della materia e avendo spesso a che fare con i giovani può dirci che idea si è fatta sulla diffusione del gioco patologico? Quali sono secondo Lei i giochi più rischiosi?

Young Millennials Monitor Nomisma non si occupa di gioco patologico (la cui valutazione spetta a medici con strumenti di diagnosi più complessi), ma si limita ad approfondire il gioco problematico. Lo abbiamo fatto grazie ad uno strumento di screening internazionale (SOGS-RA) che indaga la presenza di eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco tanto sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo), quanto su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche). Questo indicatore individua nel 5% degli studenti italiani la quota di ragazzi con un rapporto problematico con il gioco d’azzardo, nel 9% la quota di chi rischia di sviluppare comportamenti di gioco problematici e nel 33% degli studenti la quota di giocatori che, invece, non evidenzia alcuna problematicità ed ha un rapporto ‘sano’ con il gioco. Young Millennials Monitor Nomisma evidenzia che i giochi potenzialmente più rischiosi, ovvero quelli per i quali la probabilità di sviluppare comportamenti di gioco problematici sono quelli di pura fortuna (dove la quota di giocatori abituali problematici sale al 35%) e quelli online (31%).

 

– Come mai i Gratta&Vinci raccolgono tra i giovani la più alta preferenza, mentre tipicamente potremmo immaginare un target più adulto per questo tipo di gioco?

“L’interesse per il Gratta&Vinci deriva dalla semplicità di sperimentazione, dalla presenza di molti “punti-gioco” in cui acquistarli e dalla sua diffusione anche nel contesto familiare. La famiglia è, infatti, uno dei fattori maggiormente predittivo della propensione al gioco tra i ragazzi: se in famiglia i genitori giocano, la propensione al gioco dei ragazzi sale (64% vs 9% nelle famiglie in cui non vi è abitudine al gioco)”.

 

– Quotidianamente si parla di gioco e soprattutto di patologia, facendo riferimento in particolare agli apparecchi. Questo allarmismo tra i giovani indagati, secondo Lei, è legittimo?

“Gli apparecchi da intrattenimento sono giochi di pura fortuna e quindi, come ricordavo prima, rientrano nella categorie dove l’incidenza di giocatori problematici è più alta”.

 

“Rispetto alla scorsa indagine, – conclude la dottoressa Zucconi – l’Osservatorio Young Millennials Monitor Nomisma in collaborazione con l’Università di Bologna ha spinto la sua analisi multidisciplinare ancora oltre, arrivando a studiare anche altre dimensioni del fenomeno del gioco d’azzardo. Oltre all’indice sullo stato di salute e la qualità della vita (benessere fisico, mentale e sociale) della popolazione giovanile, un elemento di novità è l’indicatore di SensationSeeking che, rilevando dimensioni quali la ricerca di esperienze, la suscettibilità alla monotonia e il desiderio di emozioni, misura la propensione dei ragazzi ad assumersi rischi di qualsiasi natura al fine di poter vivere sensazioni/esperienze variegate e intense all’insegna dell’avventura e della disinibizione. Dalla ricerca è emerso che l’indicatore di SensationSeeking raggiunge i valori più alti proprio tra i giovani giocatori: rispetto al resto dei coetanei, infatti i giovani giocatori mostrano una più marcata disponibilità ad assumersi rischi di natura fisica, sociale, legale e finanziaria pur di vivere esperienze variegate, inedite, complesse ed intense”.

 

Cristina Doganini –  PressGiochi

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