Ancora adesso stiamo vivendo gli strascichi della crisi economica del 2008, cosiddetta “grande recessione” che, per molti, non è ancora terminata. Questa crisi, seconda solo – in termini negativi –
Ancora adesso stiamo vivendo gli strascichi della crisi economica del 2008, cosiddetta “grande recessione” che, per molti, non è ancora terminata. Questa crisi, seconda solo – in termini negativi – alla “grande depressione” dell’inizio del XX secolo ha visto il suo inizio già nell’estate del 2007 negli Stati Uniti, aggravandosi poi nel secondo trimestre del 2008 e in seguito al fallimento di Lehman Brothers, ha assunto proporzioni più ampie andando a colpire tutto il mondo occidentale. Potremmo stare qua a parlare giorni e giorni di come questa crisi è nata e di come si è poi tragicamente espansa nelle diverse economie, ma non è questa la sede.
Celebre è la domanda di Elisabetta II durante un convegno presso la London School of Economics davanti agli accademici “Perché nessuno se n’è accorto? Se queste cose erano tanto grosse com’è che tutti le hanno trascurate?” In una risposta ufficiale spedita a Buckingham Palace da Tim Besley e Peter Hennessy, economisti membri della British Academy, viene affermato come in generale si pensasse che tutto stesse andando bene ed a negare l’esistenza di gravi rischi che, volendo guardare meglio, erano evidenti.
Quindi, ciò che è accaduto, potrebbe succedere nuovamente? Visto che ci siamo trovati di fronte a segnali evidenti ma non considerati, chi ci può convincere che questo non accada ancora?
Come funziona la Borsa
Cerchiamo quindi di capire come funziona la Borsa e come funzionano le aspettative da cui dipende l’andamento dei titoli e, di conseguenze, le scelte nei mercati finanziari. In questo John Maynard Keynes, senza dubbio uno degli economisti più celebri di sempre, pittura un quadro molto preciso su come funziona il mercato borsistico. In Borsa lavorano professionisti che non stabiliscono il valore atteso dei potenziali profitti di una determinata azienda, ma che si occupano di anticipare il cambiamento dell’opinione media su ciò che ci si aspetta essere l’opinione media del mercato. Un discorso un po’ contorto, vediamo di spiegare meglio: non si tratta di speculatori attivi. Il loro compito è quello di cercare di convincere di agire positivamente, comprando determinati titoli, oppure negativamente, vendendoli. In questo modo non ci si trova di fronte all’aspettativa matematica, ma “lo sviluppo economico di un paese finisce per essere il sottoprodotto dell’attività di un casinò” come dice Keynes.
Keynes è vissuto fra il diciannovesimo e ventesimo secolo ma la cosiddetta “economia keynesiana” è più moderna che mai. Il prezzo di un titolo in Borsa infatti, non esprime più il valore atteso, cioè l’aspettativa matematica, di potenziali profitti, ma ha puramente a che fare con l’aspettativa che quel titolo continuerà a salire oppure o no. Un esempio lampante è stato il rialzo delle azioni – di oltre il 3% fra l’altro – di Sturm Ruger e American Outdoor, due produttori di armi, dopo la strage di Las Vegas nel dicembre 2015. Qual è stato il motivo? Molto semplice e molto “keynesiano”: in seguito alla strage, si è sperato che le persone, prese dal terrore, sarebbero corse a comprarsi un’arma per la propria difesa.
Ma quindi, Wall Street è davvero come Las Vegas?
In realtà, concludendo, non si può neanche dire che Wall Street sia allo stesso livello di un casinò. In un casinò infatti, possiamo calcolare l’aspettativa matematica e statistica e possiamo addirittura giocare, anche con il beneficio di ricevere interessanti bonus da consultare in migliorcasinobonus.com, in aggiunta, possiamo scegliere portali verificati e protetti o, se in casinò reali, la sicurezza sicuramente non manca.
La Borsa è invece arrivata all’estremo: si “scommette” su eventi incerti, le cui probabilità non sono per niente chiare e sono molto molto piccole. Per fare un esempio spiccio, è come se scommettessimo che ad una determinata ora ci cadrà esattamente il tal capello dalla testa.
Inoltre, Wall Street utilizza strumenti finanziari “esotici”, ciò che equivale al gioco d’azzardo non regolamentato. Wall Street vuole mantenere i suoi schemi volontariamente troppo complicati da capire. Questi strumenti finanziari non regolamentati sono nascosti alla vista dei “comuni mortali” e sono gestiti in un limbo, come se fossimo all’interno di un casinó senza sicurezza.
Un tipo di scommessa quindi che anche il giocatore più esperto si rifiuterebbe di fare.
PressGiochi