“Un’ottima campagna di marketing dovrebbe essere “Io sono un giocatore”. Non dovremmo vergognarci di dire che andiamo in una sala slot. Quello che ho trovato nelle sale giochi italiane non
“Un’ottima campagna di marketing dovrebbe essere “Io sono un giocatore”. Non dovremmo vergognarci di dire che andiamo in una sala slot. Quello che ho trovato nelle sale giochi italiane non è sganciabile dalla cultura di cui facciamo parte. Distanziometri perché culturalmente rifiutiamo un comportamento che è ritenuto pericoloso. Il gioco d’azzardo esiste e ognuno di noi può essere giocatore. L’idea dell’allontanamento produce perdita di controllo sociale.
Spesso gli operatori sanitari non sanno come è composto il mondo della sala slot. Inoltre, i gestori devono poter avere una sponda con l’ente pubblico e sanitario per avere un dialogo. Solo con il confronto credo si possa trovare la soluzione. Ho visto sempre due sponde come se ci fosse il buono e il cattivo ma non è così. Gli operatori offrono un prodotto legale e possono contribuire ad evitare i problemi di patologia”.
Lo ha dichiarato la dr.ssa Vinai, Sociologa e Autrice del Libro “I giocatori – Etnografia nelle sale slot della provincia italiana” durante la presentazione del report “Il Gioco legale in Piemonte” della CGIA di Mestre.
PressGiochi