Nei 25 Comuni del distretto 3 Pianura veronese dell’Ulss 9 Scaligera, l’emergenza Covid, complici le restrizioni imposte nei mesi scorsi a «mini casinò» e sale slot, da un lato ha
Nei 25 Comuni del distretto 3 Pianura veronese dell’Ulss 9 Scaligera, l’emergenza Covid, complici le restrizioni imposte nei mesi scorsi a «mini casinò» e sale slot, da un lato ha «raffreddato» il ricorso da parte delle persone affette da ludopatia alle tradizionali macchinette da gioco. Dall’altro, tuttavia, ha attirato nuovi giocatori nell’orbita delle scommesse e degli «investimenti facili» in rete, favorendo in diversi casi lo sperpero di ingenti somme di denaro.
Il quadro in chiaroscuro emerge dal resoconto dell’ultimo anno di attività svolta, nelle due sedi di Legnago e Zevio, dall’unità operativa complessa Dipendenze di Bussolengo e Legnago dell’Azienda sanitaria scaligera, diretta dalla dottoressa Sabrina Migliozzi, coadiuvata da Giovanna Zanchi, educatrice professionale dell’Ulss 9, e dalle due collaboratrici esterne Laura Bertasini, psicologa e Sarah Brocanello, educatrice. Mentre nel periodo pre-pandemia i nuovi accessi al servizio erano in media 27 all’anno, nel 2020 le richieste sono scese a 11, così come, da gennaio a novembre di quest’anno, nove persone affette da disturbi legati al gioco d’azzardo patologico si sono rivolte alle due sedi della Bassa.
«Le restrizioni anti- contagio», rimarcano le professioniste, «hanno dato due esiti differenti. Alcuni pazienti hanno colto l’opportunità di astenersi in modo continuativo dal gioco, mentre altri hanno reinvestito completamente tutto il denaro risparmiato non appena sale giochi e punti scommesse sono stati riaperti». Il lato positivo sta nel fatto che nessuno dei pazienti in carico al servizio è passato dall’utilizzo di «macchinette» e gratta e vinci al gioco sul web. «Per contro», proseguono Migliozzi e il suo staff, «i nuovi accessi del 2021 sono di persone mai prese in carico che hanno avuto il primo accesso alle piattaforme online sia per il gioco delle slot che per le scommesse sportive e trading online (forma di investimento via web che promette alti guadagni, ndr)». Le esperte lanciano l’allarme proprio riguardo il trading online, che nell’ultimo anno ha interessato circa una decina di persone, ma con effetti nefasti, come nel caso di una signora che è riuscita a «bruciare» in poche settimane 70mila euro, ovvero l’intero trattamento di fine rapporto (Tfr). «Spesso», rimarca la dottoressa Migliozzi, «dietro si nascondono situazioni di fragilità individuale con una rete familiare debole».
Riguardo al numero complessivo di pazienti, sia vecchi che nuovi, seguiti nei due centri della pianura, essi attualmente sono 44, di cui 36 maschi ed otto donne, con un’età media di 52 anni. La fascia di coloro che sono affetti da disturbi legati al gioco d’azzardo varia dai 20 agli 81 anni. Le perdite, spesso partendo da poche decine di euro, sono arrivate in qualche caso a superare i 100mila euro. Il titolo di studio più frequente fra gli scommettitori la licenza media, mentre solo tre utenti sono disoccupati.
Nella maggior parte dei casi sono le slot machine a creare dipendenza, seguite dalle scommesse sportive, dal «10 & Lotto», dai Gratta e vinci e dal trading on line. «Raramente», puntualizzano le responsabili, «chi sceglie una modalità di gioco si sposta verso altre tipologie». Stando alla mappatura effettuata in base ai dati dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (Adm), nei 25 Comuni della Bassa ci sono ben 178 «punti gioco», dove sono presenti sia slot di nuova generazione che «videlottery» (Vlt). La cura per i «malati di gioco» prevede psicoterapia individuale, familiare e di gruppo fino al «tutoraggio» economico della persona.
PressGiochi
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