A quanto sembra il sindaco di Venezia Brugnaro sta pensando di seguire l’esempio del collega fiorentino Nardella che, attraverso il regolamento Unesco, ha dichiarato guerra a tutte le attività definite
A quanto sembra il sindaco di Venezia Brugnaro sta pensando di seguire l’esempio del collega fiorentino Nardella che, attraverso il regolamento Unesco, ha dichiarato guerra a tutte le attività definite “dequalificanti” nel centro storico. Primi della lista sarebbero, insieme ai negozi di “paccottiglia” ed i minimarket, tutti i locali con le slot e le sale scommesse. Lo chiede Italia Nostra Venezia e, secondo il presidente Ascom Venezia Roberto Magliocco, la ricetta sarebbe promuovere un turismo di fascia alta e porre incentivi ai negozi di qualità. «Il provvedimento di Firenze è positivo se non è repressivo – spiega il presidente – va bene disincentivare i locali per le scommesse, penalizzare i bar con le slot, ma vanno agevolati i negozi di qualità attraverso una riforma dei contratti di affitto troppo cari nelle città d’arte, ad esempio introducendo la cedolare secca».Intanto le ordinanze orarie sono già in vigore in sei Comuni del veneziano, all’appello manca solo Mirano dove sono ancora in corso valutazioni e riflessioni. I sindaci combattono il gioco d’azzardo con un atto ufficiale: bar, tabaccherie e sale-giochi devono rispettare rigidi orari per evitare sanzioni e sospensioni. Il primo sindaco ad approvare l’ordinanza è stato quello di Scorzé, lo scorso 3 dicembre, poi nelle ultime settimane sono seguiti Spinea, Salzano, Noale, Santa Maria di Sala e Martellago. In questi Comuni le ordinanze prevedono che il gioco venga permesso solo nelle fasce orarie 10-13 e 17-22, pena sanzioni fino a 500 euro e sospensioni fino a 7.
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