Le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione, rivolte alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo, in Veneto, sono state promosse e rafforzate dalla Legge regionale 38 del 2019. Nella
Le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione, rivolte alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo, in Veneto, sono state promosse e rafforzate dalla Legge regionale 38 del 2019. Nella Regione i giocatori in carico presso le strutture Ser.D. del Veneto sono stati 1345 nel 2021.
La relazione annuale, predisposta ad inizio primavera dalla giunta regionale e approvata successivamente dalla Quinta Commissione del Consiglio regionale, ha preso in esame l’arco temporale 2020-2021. Da questa analisi è emerso che dai dati raccolti fra i nuovi dipendenti da gioco d’azzardo e quelli già noti erano in alcuni casi in calo rispetto al 2019 e questo perché negli anni 2020-2021 causa dell’emergenza sanitaria i comportamenti di queste persone sono state fortemente compromesse a causa delle restrizioni, di convesso sono aumentati i casi di dipendenza da gioco d’azzardo online, con un incremento del tempo dedicato a queste attività in modo particolare tra i giovani, i fumatori, i consumatori di cannabis e chi già consumava alcolici in modo rischioso. Un aumento che ha portato anche a un cresciuto uso di psicofarmaci.
Dalla presa d’atto della relazione scritta dalla Giunta regionale e approvata in quinta commissione, scandisce Sonia Brescacin, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta e presidente della quinta commissione, “emerge come nel biennio in questione, caratterizzato dalle restrizioni e dalle chiusure legate alla pandemia, abbia registrato un aumento dei casi di dipendenza da gioco d’azzardo in particolare modo online, con un incremento del tempo dedicato a queste attività in modo particolare tra i giovani, i fumatori, i consumatori di cannabis e chi già consumava alcolici in modo rischioso. Un aumento che ha portato anche a un cresciuto uso di psicofarmaci, una bassa qualità della vita causata dal poco sonno, depressione e ansia. I giocatori in carico presso le strutture Ser.D. del Veneto sono stati 1.453 nel 2020, di cui 322 nuovi pazienti, e 1345 nel 2021, di cui 275 nuovi pazienti”.
Uno scenario “preoccupante”, spiega Brescacin, che “ha spinto le aziende Ulss del Veneto a rafforzare i servizi dei Ser.D, con adeguati strumenti di formazione mirata per il contrasto del disturbo, adattandoli anche alle limitazioni imposte dalla pandemia per l’accesso in presenza ai servizi. In questi due anni il modello di governance delle politiche regionali in materia di prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico si è sviluppato e rafforzato grazie al raccordo operativo con le aziende Ulss e all’apporto dato dal tavolo tecnico in tema di consulenza, studio, implementazione e valutazione delle politiche regionali in materia di dipendenza da gioco d’azzardo”.
Come riporta quotidianosanita.it , “L’ampliamento quindi, delle collaborazioni fra enti per contrastare il crescente bisogno di cura a questa tipologia di dipendenze, ha visto nel corso del biennio un incremento di collaborazioni con il privato sociale e con le pubbliche amministrazioni, con la sperimentazione di nuove forme di presa in carico precoce e percorsi riabilitativi dedicati sviluppati dalle comunità semi-residenziali o residenziali accreditate”, prosegue la presidente della commissione. Sono alcune delle soluzioni innovative adottate per la lotta alle dipendenze da gioco d’azzardo, analizzate in quinta commissione, come previsto dalla L.R. 38 del 2019 e accolte in commissione salute in forma unanime, dopo la recente relazione della Giunta regionale veneta.
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