11 Gennaio 2025 - 04:34

Veneto. Caos nei comuni sull’orario di apertura delle sale giochi, il M5S attacca: “Chiusura di almeno 10 ore”

«Martedì scorso si è riunito il tavolo tecnico allargato alle Conferenze dei sindaci, per operare in maniera condivisa con i Comuni sugli orari di apertura degli esercizi». Lo afferma l’assessore

04 Novembre 2019

«Martedì scorso si è riunito il tavolo tecnico allargato alle Conferenze dei sindaci, per operare in maniera condivisa con i Comuni sugli orari di apertura degli esercizi».

Lo afferma l’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin mentre nei comuni del Veneto si è scatenato il caos per l’apertura e chiusura delle sale giochi che finora possono operare per 18 ore.

La Regione ha tempo fino al 10 novembre per intervenire, ovvero fino a quando scadranno i 60 giorni concessi per legge per mettere a punto i provvedimenti attuativi alla nuova legge regionale “anti-slot” approvata in consiglio a settembre.

Vanno all’attacco i consiglieri regionali dei 5 Stelle: «Avevamo presentato un emendamento che chiedeva di portare ad almeno 10 ore la sospensione quotidiana delle slot machine. Naturalmente è stato respinto dalla maggioranza, molto più attenta agli interessi degli amici di qualcuno che alla salute dei veneti più disperati. Con bar che spengono le slot solo dalle 2 alle 8 del mattino. E gente che si rovina la vita».

Queste “maglie larghe” in teoria, sono provvisorie. In attesa, appunto, che la giunta regionali faccia la sua parte fissando i paletti.

«I due mesi per la legge sulle “limitazioni all’esercizio del gioco”, stanno scadendo senza che si sia mosso niente. Nel frattempo – denuncia il capogruppo del Pd Stefano Fracasso – i sindaci che avevano adottato misure restrittive sono sotto stress perché gli arrivano continue comunicazioni di maggiori aperture da parte di centri scommesse e sale slot».

Il caos nasce in questa fase di “interregno” perché a valere è la legge nazionale. Ed è lì che sono indicate le 6 ore di chiusura obbligatorie. Il tempo stringe. “Siamo indietro con i tempi, la commissione consiliare competente – dicono Fracasso e il consigliere dem Claudio Sinigaglia – che deve dare il proprio parere sulle fasce orarie non si è ancora espressa.

Poi la palla dovrà passare alla giunta. Ma al momento è tutto fermo e questo è un freno nella lotta alla ludopatia».

«Con la legge approvata è stato fatto un piccolo passo in avanti, ma la giunta con la sua latitanza rischia di vanificare anche quel poco”. Pure dal Pd vicentino arriva una bordata diretta a Venezia. «I Comuni – dice la segretaria provinciale Chiara Luisetto – hanno cercato di arginare il fenomeno soprattutto nelle ore notturne e nelle pause pranzo dove il movimento di giocatori da un comune all’altro è diventato sistematico. Per questo i comuni si sono coalizzati e hanno ridotto gli orari il più possibile in modo omogeneo con ordinanze e prese di posizione forti. La nuova direttiva regionale è un vero e proprio colpo di spugna a questo duro lavoro».

Ma Lanzarin non ci sta e chiarisce i contenuti della legge. Che ovviamente non ha a che fare solo con gli orari. Ad esempio alza l’Irap a chi ospita slot e affini, rinforza i dipartimenti dipendenza delle Ulss, mette quattrini per la prevenzione e fissa le distanze, per le nuove aperture, dai luoghi sensibili. «La Regione – spiega l’assessore Lanzarin – ha voluto finalizzare la normativa sul gioco d’azzardo a tutela della popolazione, oltre che di specifiche “fasce più deboli e maggiormente vulnerabili” non solo determinando specifiche distanze minime dei punti gioco rispetto a luoghi sensibili, in particolare gli istituti scolastici e i centri di aggregazione, ma anche rinforzando le fasce orarie di riduzione del gioco». Eccolo il punto. «A tal proposito la Regione intende intervenire per omogeneizzare le fasce orarie di interruzione del gioco su tutto il territorio regionale». Il conto alla rovescia è scattato.

 

PressGiochi