Genova: il Pd discute le proposte sul gioco pubblico Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato all’unanimità la proposta di legge che contiene disposizioni urgenti per il risanamento finanziario
Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato all’unanimità la proposta di legge che contiene disposizioni urgenti per il risanamento finanziario della Casinò de la Vallée spa, presentata nella mattinata di ieri dai Consiglieri La Torre (UV), Cognetta (M5S), Chatrian (ALPE), Gerandin (GM), Fabbri e Grosjean (UVP), Marquis (SA) e Fosson (PNV). Il testo è stato iscritto in via d’urgenza in Aula dopo che la seconda e la quarta Commissione hanno espresso parere favorevole all’unanimità nel pomeriggio odierno.
L’iniziativa legislativa, che si sviluppa in cinque articoli illustrati dal Presidente della seconda Commissione, Leonardo La Torre (UV), prevede «entro 60 giorni la presentazione di un piano di ristrutturazione aziendale che precede e accompagna eventuali successivi interventi finanziari emergenti da una precisa chiara situazione patrimoniale ed economica della Casa da gioco di SaintVincent e che si ripropone di realizzare, entro il più breve tempo possibile, il previsto pareggio di bilancio.» Viene, inoltre, prevista «la possibilità di nominare un collegio di saggi, a garanzia di trasparenza e di partecipazione di tutto il Consiglio regionale.»
Contestualmente, l’Assemblea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, che impegna il Governo regionale a rivedere radicalmente l’organizzazione della Casinò spa (Amministratore unico, Collegio sindacale, i quadri con funzioni di responsabilità nei settori del personale, gioco, marketing, relazioni sindacali) e a verificare la reale situazione gestionale e a valutarne un’eventuale necessità di finanziamento legata all’attuazione del piano di rilancio previsto dalla proposta di legge approvata.
Il Consigliere relatore Leonardo La Torre (UV) ne ha presentato la filosofia: «La discussione sul Casinò ha carattere prioritario e il Consiglio regionale si è confrontato ampiamente convenendo sul fatto che la Casa da gioco è un elemento strategico per la Valle e vi è quindi la necessità di dare una risposta urgente ad un momento di grande difficoltà. Una risposta chiara e leggibile da tutti i valdostani per affermare la centralità della Casa da gioco, ma anche il rispetto per tutti i settori produttivi della regione che hanno la medesima priorità. Vogliamo quindi rassicurare i valdostani su come vengono spesi i soldi del bilancio regionale, ma vogliamo anche rassicurare i lavoratori della Casa da gioco. Dopo un dibattito approfondito, si afferma un principio fondamentale: non si possono dare dei soldi pubblici senza un adeguato piano di ristrutturazione, senza un adeguato management. Con questo testo vogliamo uscire dalla logica degli interventi spot che non danno un futuro alla Casa da gioco e non danno dignità ai suoi lavoratori. In tempi brevi abbiamo prodotto questo lavoro per dimostrare come la politica sia in grado di fornire soluzioni con urgenza ai problemi quando questi sono condivisi.»
Il Capogruppo dell’UVP, Luigi Bertschy, ha osservato che «c’erano visioni differenti nell’affrontare questo argomento, ma con questa proposta i Consiglieri della seconda Commissione hanno voluto trovare una soluzione politica che fosse di mediazione. Il problema del Casinò non è solo un problema di mancanza di risorse e con questo testo abbiamo voluto ribadirlo perché riteniamo che la Casa da gioco sia un’azienda che può ancora portare ricchezza alla regione.
Oggi diciamo la parola fine al fallimento gestionale di questo ultimo periodo, ivi comprese delle professionalità più importanti (marketing, gioco e personale). Bisogna avere una visione diversa del futuro: oggi dobbiamo rifarci alla meritocrazia e alla competenza, perché dare soldi in mano a chi non li sa far rendere sono soldi sprecati. Dobbiamo anche valutare il nostro impegno nei confronti dell’azienda: la politica deve stare fuori dall’azienda, ma dobbiamo trovare il manager e il progetto giusti, seguendoli con coerenza ma avendo la capacità di fare in modo che queste professionalità possano gestire questa difficilissima fase, senza avere paura di traghettare l’azienda verso la privatizzazione.
Un obiettivo, questo, che non sarà per fuggire dalle responsabilità, ma per valorizzare un nostro bene prezioso. Il passato ha prodotto un fallimento economico e culturale, ma oggi la politica si assume la responsabilità di rimettere in piedi un’azienda e non soltanto di dare soldi ad un carrozzone. A noi compete farlo con serietà, nel rispetto di tutta la comunità, anche per ritrovare un equilibrio tra la Casa da gioco e le altre attività produttive. La serietà sta nel comportarsi in questo senso.
Per un progetto serio e affidabile ci vuole una politica che approvi progetti, che dia indirizzi, ma che si allontani dall’ambito gestionale che non sa e non può fare funzionare. Un punto di ripartenza, quindi, ma anche un punto di arrivo del fallimento precedente.»
Per il Capogruppo del PD-SVdA Jean-Pierre Guichardaz, «questo è un testo di salvataggio che va nella giusta direzione, rilevando l’esistenza di un problema che riguarda la Valle d’Aosta intera, sia per la sua entità economica sia per le ricadute sociali che potrebbe ingenerare, se non risolto. Ma si va nella giusta direzione anche perché si è concordato che questo testo di legge sarà rafforzato da un ordine del giorno per garantire una copertura finanziaria e rendere esigibile il piano di ristrutturazione aziendale. In parallelo a questo aspetto, andrà fatta una revisione consistente dell’attuale governance. Il nostro gruppo, pur votando la legge nel suo insieme, si asterrà sull’articolo 3 in merito al collegio dei saggi, in quanto riteniamo che in questo momento non sono utili sovrastrutture politiche a composizione variabile, che possono rallentare il risanamento e il rilancio che auspichiamo. Apprezziamo comunque l’emendamento proposto dal relatore, che rinvia a una volontà politica l’istituzione del collegio dei saggi, senza renderlo obbligatorio. Oggi abbiamo anche potuto apprezzare il senso di responsabilità delle Organizzazioni sindacali, che hanno dimostrato uno spirito collaborativo. Ora occorre lavorare rapidamente alla soluzione del problema della Casa da gioco.»
Il Capogruppo di ALPE, Albert Chatrian, ha detto che «il Consiglio ha deciso di riappropriarsi di quel ruolo propulsore in un momento in cui il Governo regionale è congelato su questo tema. Per due volte, infatti, la Giunta regionale non ha potuto approvare la sua proposta, per due volte il Consiglio regionale ha quindi preso in mano il dossier. Non si possono cancellare le scelte fatte negli anni passati, ma qualcuno dovrà rispondere del fallimento gestionale, amministrativo e politico di questo dossier, in particolare negli ultimi mesi.
Oggi, si segna un cambio di rotta o quantomeno di approccio: vogliamo promuovere un percorso alternativo, abbandonando la logica di spendere risorse pubbliche senza avere prima un piano di ristrutturazione e di rilancio credibile e chiaro. Non vogliamo più dare assegni in bianco a chi gestisce la Casa da gioco, come è stato fatto in questi ultimi tempi, con lavori realizzati senza decisioni formalizzate che hanno fatto lievitare i costi. Il percorso che vogliamo indicare con questa proposta va nella direzione di recuperare credibilità nei confronti dei lavoratori, dei privati, delle banche e della comunità tutta intera. L’auspicio è che questo impegno non venga inficiato da un ordine del giorno che tenti di fare entrare dalla finestra quello che abbiamo estromesso dalla porta.»
Il Capogruppo di Pour Notre Vallée, Claudio Restano, ha rilevato: «A condurre la cosiddetta ‘operazione verità’ sul Casinò sono stati i Consiglieri, che, coi lavori della seconda Commissione e le numerose audizioni, hanno ricostruito la situazione disastrosa in cui si trova oggi la Casa da gioco.
Abbiamo così potuto capire gli errori commessi, come la mancanza di un vero piano strategico, di un piano marketing adeguato e di una valutazione dello sviluppo del gioco in Europa; e poi ancora il fallimento conclamato della collaborazione con Macao o l’unione dell’albergo con la Casa da gioco. E così si è arrivati ad un finanziamento che a nostro avviso è privo di basi giuridiche. La necessità è quella di mettere un punto e andare a capo in questa vicenda, e in questo senso innanzitutto va redatto un piano di risanamento che metta in sicurezza le casse della Casa da gioco, tranquillizzi i dipendenti e le loro famiglie. Solo dopo questo passaggio potremo valutare le risorse finanziare da affidare. Oggi il Consiglio con questa norma dà una prima risposta seria e la voteremo in modo convinto.»
Per il Capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis, «dopo la presa di coscienza da parte del Consiglio della grave situazione finanziaria del Casinò, come Consiglieri abbiamo voluto proporre questa iniziativa legislativa che parte da un punto fondamentale: mettere al centro del nuovo percorso il piano di ristrutturazione aziendale. Un percorso intrapreso con urgenza – in relazione alla grave situazione di cassa in cui versa la Casa da gioco – e con chiarezza, nei confronti dell’azienda e dei suoi lavoratori oltre che di tutti i valdostani: è questa una svolta nei rapporti tra la politica e la Casa da gioco.
Noi immaginiamo che si lavori sul fronte delle spese e sulla situazione gestionale: i lavoratori saranno chiamati a fare dei sacrifici, ma lo faranno se intravvederanno delle prospettive di rilancio. Sarà quindi importante lavorare anche sul fronte dei ricavi: non si potranno solo aspettare i clienti, ma si dovrà agire sul marketing, sulla comunicazione, facendo sistema con il resto del territorio. Oggi, diciamo anche che la dirigenza va azzerata, perché la gestione è stata deficitaria e occorre mettere nelle giuste mani la Casa da gioco.
Il piano industriale richiesto è serio e richiederà un approccio nuovo, che andrà monitorato, perché la legge Madia prevede che entro tre anni bisognerà ripianare la società. Non possiamo far finta che non ci siano delle responsabilità e la politica deve avere la capacità di fare autocritica: dopo la scelta di valorizzare il patrimonio immobiliare, il Casinò si è trovato come una nave senza timone in mezzo al mare. Tutti devono capire che non si scherza, che il mondo sta cambiando che da oggi si deve ragionare in modo diverso, dove ognuno dà il proprio contributo, dialogando tutti insieme. Crediamo che questa sia l’unica modalità in cui si poteva intervenire in modo legittimo e senza correre dei grossi rischi. Come Stella Alpina crediamo fortemente in questo progetto e ci mettiamo a disposizione per dare il nostro contributo volto a risolvere questa difficile problematica.»
Il Consigliere del gruppo Misto, Elso Gerandin, ha evidenziato: «Stiamo esaminando un testo breve, ma molto importante, perché lancia un segnale di attenzione nei confronti di un patrimonio valdostano. Come mai si è giunti ad una situazione tanto drammatica? Come questa legge potrà dare una risposta in tempi brevi? Sono queste due domande che si pongono i lavoratori della Casinò de la Vallée. Per rispondere occorre tenere conto degli investimenti privi di copertura e del silenzio che per anni ha avvolto la reale situazione della Casa da gioco. Alla base di questo disastro ci sono quindi bugie e una finanza creativa.
Ci sono anche grandi responsabilità politiche. Ora è finito il tempo di raccontare favole, bisogna compiere una scelta che tenga conto del salvataggio dell’azienda, nel rispetto della normativa vigente. Non è giusto che a pagare siano i dipendenti: chi ha causato questo disastro deve assumersene le responsabilità.
Io penso che non si voglia risolvere il vero problema: non si parla di riorganizzazione interna, si sono sperperati 60 milioni di soldi pubblici della ricapitalizzazione del 2014; se non si raggiunge un equilibrio finanziario non ci sarà l’equilibrio economico. Mi auguro che il nuovo piano di ristrutturazione aziendale dia prospettive, certezze ai lavoratori, che faccia spendere risorse dei cittadini a beneficio dei cittadini.
Non ci sono lavoratori di serie A o di serie B: la politica non deve alimentare conflitti sociali, deve fare un passo indietro e far rispettare le tempistiche di questa legge, in modo da dare nuove prospettive alla nostra comunità.»
Il Consigliere del M5S Roberto Cognetta ha rilevato che «per un mese il Presidente della Regione ha proposto la soluzione di dare dei soldi al Casinò, così come faceva dal 2010, attraverso un rifinanziamento o un ristoro senza nulla in cambio: concettualmente è una soluzione che non sta più in piedi, né per le leggi nazionali, né per la Corte dei conti, né per noi Consiglieri.
Oggi, c’è un problema politico: il Presidente Rollandin non riesce più a gestire la sua maggioranza e deve accettare le soluzioni proposte da altri per non essere messo in minoranza, tra l’altro facendole sue. Qualcuno può pensare che il Presidente abbia il Governo in mano, ma non è più così: per quanto tempo si potrà andare avanti? Forse, sarebbe meglio dire basta, prendere atto che non si hanno più i numeri, lasciare o andare a votare. Non è più una questione politica è una questione di buon senso e il buon senso non ha colore politico: oggi, questa proposta di legge è di buon senso ed è per questo che l’ho sottoscritta e la voterò. Una volta approvata questa legge, il Presidente dovrà però porsi un problema politico, perché il muro contro muro non è più possibile con tutti i problemi che la Regione si trova ad affrontare. Se vuole aprire una porta a questo ragionamento, il Presidente dovrebbe fare uno sforzo: aspetto una risposta sincera.»
Il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha replicato: «Questa proposta di legge parte da un assunto di base: prevedere un piano di riorganizzazione. La proposta normativa presentata in Giunta e mai votata si basava sull’aver completato l’operazione verità sui conti sugli investimenti della Casa da gioco e anch’essa prevedeva la redazione di un piano. Oggi in quest’Aula partiamo da questo punto di giusta osservazione su quanto occorra fare prima di elargire nuove contribuzioni in vista di un rilancio del Casinò.
Nei lavoratori della struttura non ci deve essere rassegnazione, stiamo immaginando un progetto di ripartenza. Non si è mai mascherato alcun conto, sono sempre stati specificati tutti gli investimenti.
È quanto mai difficile concretizzare piani di sviluppo innovativi nei momenti di crisi, soprattutto nell’ambito del gioco. Su questo tema tutti abbiamo compiuto uno sforzo e condividere determinate decisioni non corrisponde al dover rinunciare alle proprie posizioni. Ringrazio tutte le forze politiche e le Organizzazioni sindacali per l’attenzione dedicata a questa tematica in un momento tanto delicato: abbiamo scritto e approvato in un giorno una legge che dà opportunità di ripartenza.»
PressGiochi
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