24 Novembre 2024 - 10:37

Ungheria. Attesa per giovedì la sentenza della CGUE sul caso Unibet

Attesa per giovedì 22 giugno prossimo la sentenza della causa Unibet International (HU) relativa alla compatibilità dei requisiti dell’autorizzazione con i principii di parità di trattamento e di trasparenza.  

16 Giugno 2017

Attesa per giovedì 22 giugno prossimo la sentenza della causa Unibet International (HU) relativa alla compatibilità dei requisiti dell’autorizzazione con i principii di parità di trattamento e di trasparenza.

 

La Unibet International Limited ha sede a Malta e dispone di autorizzazioni, rilasciate dalle autorità di vari Stati membri dell’Unione europea, per organizzare giochi d’azzardo. Essa ha fornito giochi d’azzardo online in Ungheria senza aver ottenuto la relativa autorizzazione, motivo per cui le autorità ungheresi hanno emesso due decisioni amministrative nei suoi confronti che hanno bloccato l’accesso ai suoi siti Internet in Ungheria. Si chiede pertanto alla Corte di stabilire se una normativa nazionale come quella su cui sono fondate tali decisioni amministrative sia compatibile con la libera prestazione di servizi, sancita dall’articolo 56 TFUE. La questione centrale che la Corte deve affrontare in questo contesto è, pertanto, se una società con sede a Malta che intende fornire giochi d’azzardo online nel mercato ungherese non debba essere soggetta al requisito dell’ottenimento di un’autorizzazione qualora sia evidente fin da subito che la partecipazione a una procedura per ottenere tale autorizzazione non avrebbe esito positivo.

 

L’avvocato generale Maciej Szpunar, nelle conclusioni dello scorso aprile, ha proposto alla Corte di rispondere alle questioni pregiudiziali sollevate dal Tribunale amministrativo e del lavoro di Budapest, Ungheria come segue:

L’articolo 56 TFUE osta a una normativa nazionale come quella oggetto del procedimento principale, che prevede che un operatore di giochi d’azzardo online, legalmente stabilito in un altro Stato membro, ha la possibilità teorica di ottenere una licenza, ma ciò gli è, in realtà, impedito a causa del fatto che il sistema è discriminatorio o privo dei requisiti di proporzionalità o trasparenza.

Una violazione di un siffatto sistema da parte di un operatore economico non può dare luogo a sanzioni.

La mancata adozione di norme esecutive nazionali non ha rilevanza rispetto alle predette conclusioni.

 

 

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