La sicurezza del gioco comporta il contrasto a qualsiasi forma di illegalità, ivi compreso il riciclaggio di denaro ad opera della criminalità. Stando alle dichiarazioni di Diana De Martino,
La sicurezza del gioco comporta il contrasto a qualsiasi forma di illegalità, ivi compreso il riciclaggio di denaro ad opera della criminalità.
Stando alle dichiarazioni di Diana De Martino, sostituto procuratore DNA,” la fotografia attuale non è rassicurante. L’obiettivo del legislatore di ampliare il portafoglio dei giochi per contrastare l’illegalità è stato frustrato. Negli ultimi anni le mafie agiscono sempre più sui mercati legali. Il settore del gioco è, insieme a quello delle intermediazioni finanziarie, quello più attraente per le organizzazioni terroristiche e mafiose, le quali agiscono con strumenti sempre più articolati e più sofisticati.”
Pertanto, la normativa antiriciclaggio è in costante aggiornamento: con il recepimento della IV direttiva antiriciclaggio, gli operatori dovranno conformarsi al d.lgs. 90/2017 che detta misure più stringenti per tutelare l’integrità del sistema economico e finanziario e la correttezza della condotta dei soggetti che debbono osservarla.
Come afferma il presidente dell’Aira (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio) Ranieri Razzante, “il settore del gioco deve afre antiriciclaggio meglio degli altri, sebbene lo Stato continui a fargli la lotta.”
“Gli ulteriori adempimenti previsti dal decreto 90/17 concentrano l’attenzione sull’infiltrazione potenziale, che è elevatissima quando si ha a che fare col gaming, e non su quella effettiva che è molto più bassa”, ha precisato Razzante, che ha quindi aggiunto: “Il fatto che ci siano livelli di controllo più alti rispetto al settore bancario ha una logica. Il problema delle infiltrazioni criminose nel gioco non sta nelle sedi centrali ma nelle agenzie; di conseguenza, bisogna implementare i controlli che già abbiamo, partendo dalla responsabilizzazione della rete”.
A chi sostiene che la normativa antiriciclaggio sia un freno per l’attività commerciale, il presidente Aira replica così: “non è vero, anzi, se applicata bene migliora l’attività.” “Il decreto – ha sottolineato Caludio Clemente, direttore UIF (Unità di Informazione Finanziaria) – poggiafondamentalmente sull’apprezzamento del rischio, che può essere a carattere sovranazionale e nazionale, e comporta la valutazione di tutti i soggetti obbligati. Quanto alla prassi operativa, il sistema prevede l’adeguata verifica, la conservazione e la segnalazione delle operazioni sospette, la limitazione dell’uso dei contanti.
Più in concreto, oltre a procedere all’identificazione del cliente, bisognerà controllare costantemente il rapporto con il cliente per tutta la durata del rapporto, attraverso l’esame della complessiva operatività del soggetto medesimo, la verifica e l’aggiornamento dei dati e delle informazioni acquisite nello svolgimento delle attività stesse.
Detta così, può sembrare una vera e propria azione investigativa. Maattenzione a non equivocare sul ruolo dei soggetti interessati, “perché essi non hanno attribuzioni di interventismo poliziesco e giudiziario”, ha sottolineato Razzante.
Più semplicemente, secondo Clemente, “bisogna identificare le anomalie oggettive nel comportamento del soggetto; tutto è in funzione delle operazioni sospette. La valutazione del sospetto però è conseguenza di una serie di operazioni. La valutazione oggettiva, quindi, serve per frenare le segnalazioni stupide, come quelle ad esempio di chi preleva in banca 5000 euro. Una volta per tutte, si ribadisce che non c’è relazione univoca fra attività illegali e uso del contante.”
Aspetto innovativo di particolare rilevanze è che i concessionari, nella loro funzione di soggetti abilitati all’applicazione della normativa, devono dare indicazioni precise a distributori ed esercenti e, qualora questi non rispettino le regole, possono escluderli dal sistema.
La governance di ADM è un altro degli aspetti innovativi della norma. Davide Diamare, direttore Ufficio controlli e riscossione, ha evidenziato che l’Amministrazione ha dato l’input per imporre gli stessi obblighi a tutti, richiedendo altresì il rispetto dei requisiti reputazionali previsti dalle convenzioni di concessione, fermo restando che taluni obblighi sono pure in capo ai gestori. “Noi dobbiamo dare una pano ai concessionari per intercettare i fenomeni significativi. A presto l’Amministrazione emanerà delle linee guida che faranno seguito alle prime indicazioni date nel giugno scorso”.
Per quanto gli operatori abbiano dimostrato grande sensibilità nei riguardi del problema antiriciclaggio e i presidi siano cresciuti, è necessario che le segnalazioni siano intensificate, anche attraverso una maggiore responsabilizzazione delle reti. Tutti i relatori hanno posto l’indice sulla gestione delle scommesse e del gioco onlineda server esteri, che ancora desta delle preoccupazioni, anche perché siamo ancora lontani dall’armonizzazione sovranazionale, visto che altri paesi applicano le regole in maniera diversa. E ancora, ci vuole maggiore collaborazione fra tutte le istituzioni interessate. Il riciclaggio di denaro, infatti, è un fenomeno che si connette a tutte le attività criminose.
Marco Cerigioni – PressGiochi
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