21 Gennaio 2025 - 05:48

Ultime ore per capire “cosa c’è in gioco”. Nessuna alternativa alla soluzione AS.TRO

Per comprendere la gravità della situazione, venutasi a creare dopo il mancato raggiungimento di un accordo collettivo sul versamento del primo acconto di 200 milioni previsto dalla legge di stabilità,

28 Aprile 2015

Per comprendere la gravità della situazione, venutasi a creare dopo il mancato raggiungimento di un accordo collettivo sul versamento del primo acconto di 200 milioni previsto dalla legge di stabilità, occorre conoscere i presupposti reali che hanno contraddistinto l’avvenuto confronto tra le Istituzioni e i rappresentanti del settore.

Solo “formalmente”, infatti, l’oggetto del contendere è stata la riscossione del “primo acconto”, mentre la “sostanza” della riunione (da pochi compresa) era il riscontro di affidabilità istituzionale della categoria dei gestori, ai quali si è presentata l’occasione di abbinare un sacrificio economico (elevato, ma pur sempre equo e correttamente fondato sui numeri della redditività) ad un “ritorno” significativo in termini di accreditamento nell’ambito della interlocuzione sul decreto legislativo attuativo della Legge Delega.

Giova evidenziare, infatti, come il Mef abbia subito chiarito che lo strumento della decurtazione dei ricavi non si sarebbe più riproposto negli anni a venire, e che dopo il primo acconto dei 200 milioni, i restanti 300 potevano essere assoggettati a “interlocuzione” per ravvisare ulteriori percorsi che ne facilitassero la riscossione.

In particolare, è stata chiaramente rappresentata la “indifferibilità” della prima scadenza per due grandi ragioni:

la prima, attinente al “licenziamento definitivo” della legge di stabilità, come provvedimento economico del Paese;

la seconda, attinente la presentabilità stessa di un decreto attuativo della legge delega che “riordinasse” il gioco lecito con rigetto delle “pulsioni abolizioniste” ben insediate in Parlamento.

In buona sostanza, i 200 milioni servono, in primo luogo, per accreditare il gioco lecito di un futuro che molti Parlamentari vorrebbero negargli, ed in secondo luogo per accreditare definitivamente la difesa di una categoria che, nelle varie evoluzioni delle “bozze” può ancora passare dalla più netta delle esclusioni alla titolarità di “un” titolo abilitativo (come ribadito dallo stesso Sottosegretario) .

Da qui, il richiamo che AS.TRO ha sollevato per esortare al senso di responsabilità sia i gestori che i concessionari, invocando l’adesione della soluzione di riparto prospettata (sostanzialmente 1/3 Concessionari – 1/3 Gestori – 1/3 Punti vendita).

La comprensione della “posta in gioco”, che, si ribadisce, non è più l’EBIT della new slot, ma la permanenza del ruolo del gestore nell’assetto normativo in itinere, ha generato sino all’ultimo la speranza: quella che, almeno i gestori, avessero a cuore l’accreditamento delle loro fondamentali esigenze, in vista dell’emanando del decreto legislativo.

In tale contesto, infatti,  “razionalizzazione del mercato, riordino della filiera, evoluzione delle awp, e riforma della fiscalità”, possono ancora atteggiarsi a “profili di salvezza per le aziende di gestione e rispettivi addetti, se il “taglio politico” che dovrà caratterizzarli si farà carico della tutela di dette imprese.

Il Mef, pertanto, ha chiesto alla categoria se fosse sufficientemente matura e responsabile per comprendere “la posta in gioco”, mettendo sul piatto della “bilancia” anche la disponibilità a venire incontro a quelle aziende più esposte alla sofferenza finanziaria cagionata dalla legge di stabilità, rendendo eventualmente flessibile la “seconda scadenza”.

L’esito dell’incontro di ieri ha rischiato di minare la credibilità della categoria del gestore, ai fini della “istituzionale percezione di affidabilità” delle imprese rispetto ad appuntamenti fondamentali per il Governo.

Esiste ancora la teorica possibilità che tra Concessionari e gestori (almeno quelli che anche in futuro vogliano fare “i gestori di AWP”), si affermi la convinzione che la soluzione AS.TRO sia  equa e percorribile, e tale fine ASTRO lavorerà assiduamente sino all’ultimo momento utile.

Se così sarà, il Gioco Lecito potrà “presentarsi” come circuito affidabile e credibile e quindi tutelabile anche da quel Parlamento che molto volentieri lo lascerebbe in balia delle ordinanze sindacali.

Se così sarà, il gestore potrà contare sull’avanzamento (e non l’arretramento) delle posizioni di tutela della propria professione nell’ambito del futuro “riordino” del gioco lecito.

Quanto esposto chiarisce quindi il “senso” dell’appello al senso di responsabilità di cui AS.TRO si è fatta promotrice, ma soprattutto lo circostanzia in termini di azione e conseguenze.

Nulla si dirà in merito a chi ha ritenuto di non far coagulare la categoria del gestore attorno alla soluzione AS.TRO, che il Mef aveva “tecnicamente” approvato, poiché solo a costoro incombe l’onere di illustrare con quale “altra via”, la più importante partita del gioco lecito italiano, e del gestore in particolare, possa eventualmente essere efficacemente perseguita.

PressGiochi