Come afferma il presidente degli Imprenditori Ippici Italiani, Enrico Tuci, “le Aziende appartenenti a questa associazione sentono la impellente necessità di segnalare 3 gravi disfunzioni che mettono a serio rischio
Come afferma il presidente degli Imprenditori Ippici Italiani, Enrico Tuci, “le Aziende appartenenti a questa associazione sentono la impellente necessità di segnalare 3 gravi disfunzioni che mettono a serio rischio la prosecuzione dell’attività ippica:
1 – esattamente come per gli anni trascorsi, gli ippodromi si vedono costretti a non accettare i partenti a causa della mancanza di regolari contratti relativi al 2020. Il settore non può permettersi, e sarebbe veramente paradossale dopo la riapertura post Covid-19, di perdere risorse che, in caso di stop, andrebbero definitivamente perse.
2 – si prende atto del mancato procedere, nonostante recenti rassicurazioni, di provvedimenti amministrativi a favore degli allevatori riguardo a spettanze previste dai regolamenti e dagli schemi di destinazione del montepremi, relative agli anni 2018 e 2019. Risorse sulle quali gli allevatori hanno fatto affidamento inserendole nei bilanci delle proprie aziende. Gli allevatori non possono permettersi di perdere queste risorse già chiaramente a loro destinate.
3 – ogni giorno leggiamo dichiarazioni di personalità completamente estranee al settore ippico che dichiarano di essere disponibili a gestire l’ippica italiana. Il settore tutto, unito forse come non mai, non è disposto ad essere svenduto a terzi. Per anni non si è voluto restituire alle persone che vivono di ippica neppure una voce in capitolo, se non proprio la libertà di scegliere le sorti del proprio settore, è paradossale che adesso qualcuno si permetta anche solo di pensare di metterlo nelle mani di estranei senza un confronto con la filiera.
Questa associazione, – spiega Tuci – affiancando la presa di posizione di molte altre rappresentanze, conta nella serietà e nell’esperienza dei responsabili del settore, sia politici che amministrativi, affinché si affrontino tempestivamente questi 3 temi e non si abbassi la guardia rispetto ai seri rischi di perdita di occupazione e dei valori storici e sportivi del settore”.
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