23 Dicembre 2024 - 07:48

Tuci (Impr. Ippici) scrive al min. Martina: “Con questo Ministero non abbiamo futuro!”

“Caro Ministro, siamo estremamente indignati per il Suo intervento radiofonico di sabato 1 agosto, l’unico in cui Lei parla di ippica da quando si è insidiato al Mipaaf e non

07 Agosto 2015

“Caro Ministro, siamo estremamente indignati per il Suo intervento radiofonico di sabato 1 agosto, l’unico in cui Lei parla di ippica da quando si è insidiato al Mipaaf e non sono 10 mesi, come Lei dice, ne sono passati ben 17, e mi creda, in linea coi suoi predecessori, assolutamente niente é cambiato: solo chiacchiere e distintivo!” A scriverlo in una lettera aperta al Ministro Martina è Enrico Tuci degli Imprenditori ippici italiani.
“Mesi di sofferenza – scrive Tuci – in cui il nostro settore, che è un settore dove la gente lavora, investe, paga gli stipendi e conduce decine di migliaia di ettari di terreno agricolo, ha dovuto sopportare l’incapacità della Sua struttura di affrontare qualsiasi aspetto tecnico, decisionale e operativo, non ultimo quello basilare dei pagamenti, pagamenti che voi avreste dovuto effettuare regolarmente coi nostri soldi e certamente non con quelli del Suo ministero. Perché lo Stato Vi assegna 200 milioni all’anno, in gran parte da noi prodotti con la raccolta delle scommesse, destinati alla gestione del nostro settore ed a questo punto, me lo lasci dire, siamo noi che “non possiamo buttare soldi pubblici senza sapere perfettamente…” e certamente non Lei. E se avessimo modo di parlarLe direttamente potremmo farLe capire quali sono i nostri immensi dubbi.

Caro Ministro, l’ippica é un Settore, é una Filiera, é una grande Azienda, glielo voglio dire in maniera schietta perché forse non avete compreso che siete voi che la dovete gestire perché da vent’anni noi non abbiamo più avuto modo di muovere niente e da vent’anni siamo schiavi e succubi di varie situazioni e di tanti personaggi, molti dei quali anche assai discutibili.
Tutti personaggi che noi ippici non abbiamo mai scelto, glielo ripeto, mai scelto. E allora chi li ha imposti?

E’ vero, dopo le malefatte di Unire (gestito interamente dalla politica) e l’insipienza ed i pasticci di Assi (partorito dalla politica e mai fatto veramente nascere), l’intervento del Mipaaf ha portato trasparenza e chiarezza ma è stato come cambiare le lenzuola e pulire il pavimento nella stanza di un malato grave senza far mai intervenire i medici e senza fare nessuna diagnosi e nessuna cura.

Ma evidentemente il Mipaaf aveva ed ha l’interesse di ridimensionare, o far morire, questo malato.
Troppo impegnativo, forse?

Dalle Sue parole si evince che Lei sia convinto che è tutta colpa degli ippici, probabilmente nessuno Le ha mai spiegato che prima dell’arrivo dei Suoi predecessori, ed in particolare di uno che risponde al nome di Alemanno e del suo fido Panzironi, il nostro settore navigava talmente bene tanto da attrarre qualche furbone che si è facilmente impossessato di un Ente, l’Unire, che aveva visto un passato glorioso che ci permetteva di metterci in evidenza in tutto il mondo esattamente come Lei sta brillantemente riuscendo a fare con Expo. Ma non esiste solo l’agroalimentare, esistono ancora, ma per poco, tante altre nicchie di imprenditorialità in questo Paese nonostante i governanti abbiano fatto di tutto per farci chiudere o fuggire all’estero. E glielo dice uno che tifava, e tifa ancora, per la Sua squadra e per questo Governo semplicemente perché da voi ci si aspettava “un cambiamento”, cambiamento che qui, ancora, non si vede.

Anni di bilanci alquanto maldestri, anni in cui i bilanci proprio non sono mai stati fatti, anni in cui un Suo predecessore ha fatto “sparire” 100 milioni dell’ippica, anni di raffinati progetti definiti e mai attuati, anni di “dirigenti pubblici” che si sono presentati come dei fenomeni e che hanno lasciato il nulla alle loro spalle, anni di promesse mai seguite dai fatti.
Ed il Mipaaf, e quindi i Suoi predecessori, non era forse responsabile di quello che avveniva?

 

E noi qui, – conclude Tuci – a lavorare, spinti anche da una enorme passione, a spendere le nostre ultime risorse, anche quelle destinate alle emergenze familiari più estreme, a trovare risorse anche dove non era rimasto più niente, per sopravvivere, perché prima o poi deve arrivare “il cambiamento” e prima o poi questo Paese farà qualcosa per rimetterci nelle condizioni di lavorare, di decidere, di progettare, di rischiare e di sbagliare anche, ma di fare Impresa e rischiare “i nostri soldi con le nostre decisioni” e non con quelle di un “pirla” qualsiasi messo dalla politica a dirigere un qualcosa di cui non conosceva neppure l’esistenza.
E invece no, le Sue parole sono una doccia gelida che lascia nuovamente cadere le braccia, e tolgono ogni dubbio: con questo ministero non abbiamo nessun futuro.
Qualcuno ci liberi da questi incompetenti. Ahimé!!!”.

 

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