25 Dicembre 2024 - 16:53

Trincia (Consulta Nazionale Antiusura): “Gli strumenti a disposizione per lottare contro l’azzardo non sono sufficienti”

A Napoli, 15 e 16 ottobre sono stati ricordati in occasione dell’Assemblea Nazionale i 25 anni della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II. “Prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura e

18 Ottobre 2021

A Napoli, 15 e 16 ottobre sono stati ricordati in occasione dell’Assemblea Nazionale i 25 anni della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II.

“Prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura e solidarietà alle vittime: è il tempo di osare”.  “È il tempo di osare” – ha ricordato Giustino Trincia, direttore Caritas Roma, presidente della Fondazione Salus Populi Romani e segretario nazionale della Consulta antiusura – non significa volgere lo sguardo al passato, non accontentarsi per il molto che è stato fatto dalla nostra fondazione, la Salus Populi Romani, come dalle altre, ma stare nel presente per affrontare le nuove sfide che la lotta all’usura ci pone nell’oggi ed esercitare il diritto- dovere di dire la verità dal punto di vista dei poveri e degli esclusi, rispetto ad un modello economico che tende sempre di più a metterli ai margini. Ci troviamo oggi a dover affermare che gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire e contrastare il sovraindebitamento e l’usura, come pure l’azzardo (che di “gioco” non ha nulla) non sono più da tempo all’altezza delle necessità, dell’emergenza che tocchiamo con mano ogni giorno, a Roma come ad ogni latitudine in Italia. La legge n.108 del 1996, frutto tra gli altri dell’impegno della stessa Consulta nazionale, e con essa delle numerose leggi regionali che ad essa si ispirano, va profondamente ripensata e superata, perché non più in grado di dare quelle tempestive risposte che centinaia di migliaia di persone, di famiglie, ci supplicano di dare loro per non cadere o restare ostaggi della criminalità piccola, media e grande del Paese.

 

“È il tempo di osare”, al di là di queste proposte che ci auguriamo possano trovare anche a Roma e nel Lazio interlocutori attenti e sensibili nel tessuto istituzionale, sociale ed economico, significa anche guardare in maniera più corale nella dimensione ecclesiale ai drammatici fenomeni del sovraindebitamento, dell’usura e dell’azzardo. Sarebbe particolarmente importante, ad esempio, che si stabilisca un rapporto di cooperazione molto più stretto tra la fondazione Salus Populi Romani e le comunità parrocchiali e le piccole comunità religiose della città. Presso le Caritas parrocchiali, in particolare, sarebbe prezioso poter contare su persone, appositamente formate attraverso la fondazione, in grado (e non occorre essere degli esperti o dei laureati in economia o in scienze bancarie) di essere prossime, di ascoltare (che valore avrebbe nell’anno del cammino sinodale!), con grande riservatezza e rispetto, le persone, le famiglie con problemi di sovraindebitamento se non prossime al rischio usura. A Roma e nel Lazio sono molte di più di quanto si possa immaginare se a livello nazionale qualificati osservatori come il sociologo Maurizio Fiasco sostengono che sono circa sei milioni le famiglie a rischio di esclusione sociale per sovraindebitamento e per le quali è necessario individuare una strategia di affrancamento. Sempre nella dimensione delle comunità parrocchiali, si potrebbero inoltre aprire degli spazi per poter fornire alle persone, alle famiglie un’educazione finanziaria di base che molto gioverebbe ad aumentare il livello di consapevolezza delle proprie scelte sull’uso dei propri stipendi e pensioni, prima che tali scelte sfocino in situazioni pesanti di sovraindebitamento.

“È il tempo di osare”, ma possiamo restare impassibili di fronte a tante situazioni di dolore per debiti, per usura, per ludopatia che attraversano le nostre strade e sfiorano a volte le nostre vite? Queste storie attendono di essere prese sul serio, di essere ascoltate, sospendendo ogni giudizio sulle persone ma aiutandole a “rialzarsi”, anche dopo certi errori che possono averle determinate. Non siamo forse tutti noi chiamati a portare la speranza e a sostenerci gli uni con gli altri, confidando nell’aiuto del Signore e testimoniando con creatività anche le vie inedite della carità?

 

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