28 Dicembre 2024 - 17:35

Trento. Giovanazzi: “Quali misure sono state adottate per il contrasto del gioco patologico?”

Friuli Venezia Giulia. Approvata in III commissione modifica alla legge sul gioco In provincia a Trento il consigliere Nerio Giovanazzi interroga il Consiglio per sapere i dati ufficiali sul gioco

24 Maggio 2017

Friuli Venezia Giulia. Approvata in III commissione modifica alla legge sul gioco

In provincia a Trento il consigliere Nerio Giovanazzi interroga il Consiglio per sapere i dati ufficiali sul gioco d’azzardo, sul volume della spesa per gioco d’azzardo in Trentino nel 2016 e il trend per l’anno 2017, quali sono stati i costi impiegati dalla Provincia per riabilitare le persone affette da ludopatie nel corso del 2016 e per il 2017.

Il consigliere del Gruppo Amministrare il Trentino, in una interrogazione che verrà discussa nei prossimi giorni chiede di sapere quali sono le misure adottate fino ad oggi e quali quelle che la Giunta intende adottare per ovviare al più presto a tale situazione  e se si possano rilevare elementi che evidenzino miglioramenti dopo l’introduzione delle norme contenute nella legge Provinciale del 2015.

 

Puntare sul gioco d’azzardo o sulla salute della popolazione? Non risulta ovvio – afferma il consigliere Giovanazzi – l’obiettivo da raggiungere a livello statale prima e a livello regionale poi. Il 21 aprile si è tenuta la commissione consiliare delle politiche sociali per dibattere su un maggiore rafforzamento della legge provinciale del 2015 sugli interventi per la prevenzione e la cura delle dipendenze da gioco, che aveva stabilito il divieto di collocazione degli apparecchi da gioco a una distanza inferiore a trecento metri dagli istituti scolastici, strutture sanitarie e ospedaliere, strutture residenziali e semi residenziali, strutture e aree sportive e ricreative circoli pensionati e anziani e luoghi di culto.

Una mozione con doppio obiettivo di rafforzare le misure di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo da un lato, e dall’altro di sollecitare il divieto totale di ogni forma di pubblicità a livello nazionale. Pare scontato dire che le due richieste siano legittime, ma sembra anche paradossale che tali istanze debbano essere fatte esplicitamente all’amministrazione. Quella del gioco d’azzardo e delle conseguenti ludopatie sono un tema importante di cui bisogna occuparsi per poter porre le basi di una comunità sana.

 

Certamente il business statale sul gioco d’azzardo è decisamente imponente ma quali i costi di riabilitazione delle migliaia di persone dipendenti dal gioco? In Trentino si stima siano circa quindicimila le persone con problemi di gioco correlati. Alla luce di questa situazione devastante sembra illogico che sia permessa una pubblicità massiva su tutti i maggiori canali televisivi. In tutto ciò la politica italiana sembra non aver avuto dubbi consentendo campagne pubblicitarie massive e liberalizzando il settore del gioco d’azzardo. Priorità dunque ai vantaggi finanziari trascurando i molteplici effetti negativi con le ripercussioni sociali in termini di aumento della disuguaglianza, per non parlare dell’incoraggiamento della diffusione di una cultura in cui l’importanza del talento, dell’impegno e del lavoro venga sminuita.

 

 

Il decreto legge 13/8/2011, n. 138  all’articolo 2 comma 3 recita: “il Ministero dell’economia e delle Finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, […] emana tutte le disposizioni in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate, potendo tra l’altro introdurre

nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche a estrazioni istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonché dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, variare l’assegnazione della percentuale della posta in gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro, la misura del prelievo erariale unico, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita”.

Ecco che spunta una tassa sulle sale gioco per scongiurare l’aumento delle accise su benzina e tabacchi, essa viene giustificata con l’idea di far diminuire il numero di giocate, un modo per dissuadere le persone dal giocare, ma nella realtà chi gestisce il mercato del gioco d’azzardo in Italia? Risulta fisiologico rispondere che è proprio lo Stato a gestire il monopolio del gioco d’azzardo così proprio come per la gestione del mercato delle Sigarette, infatti è lo stato a condurre la privativa mettendosi il cuore in pace scrivendo sulla confezione “il fumo uccide” accompagnato da immagini raccapriccianti, ma risulta sempre lo Stato ad incassare le accise derivanti dalla vendita massiva delle stesse.

 

Detto ciò – conclude – possiamo dire che la Provincia si sia mossa per limitare la diffusione sul territorio provinciale puntando sulla sensibilizzazione dei giovani attraverso le istituzioni scolastiche e la collaborazione con il gruppo Ama (gruppo di auto mutuo aiuto) oltre che lo stabilire zone slot free ma forse si potrebbe fare qualcosa di più. Il fenomeno delle ludopatie colpisce anche il nostro territorio quindi abbiamo il dovere morale di attivarci concretamente per arginare questa situazione critica”.

 

PressGiochi