“Il business del gioco d’azzardo affermano i portavoce del Movimento Cinque Stelle Trani Luisa di Lernia e Vito Branà in una nota – come risaputo è detenuto da società al cui
“Il business del gioco d’azzardo affermano i portavoce del Movimento Cinque Stelle Trani Luisa di Lernia e Vito Branà in una nota – come risaputo è detenuto da società al cui interno spesso si trovano figure vicine al mondo della finanza, della politica e delle grosse lobby di potere che, sfruttando le loro influenze a livello politico, cercano di ostacolare i provvedimenti che si vorrebbero adottare per contrastare una piaga che incide molto sulle fasce sociali più deboli e che incide quindi sul bilancio dello stato in termini di maggior spesa sanitaria per cercare di combattere e questa patologia e le patologie collegate al gioco d’azzardo.
Notiamo che gli ostacoli ad una lotta efficace al gioco d’azzardo sono stati interposti anche da organismi statali di espressione politica che dovrebbero, tra i loro compiti istituzionali, salvaguardare gli interessi e i diritti dei cittadini rispetto agli operatori del mercato. Parliamo dell’AGCOM che nell’adottare delle linee guida di attuazione del decreto denominato “dignita” ha in maniera evidente ostacolato quello che era l’intento della legge nazionale.
Ricordiamo che l’AGCOM è anche l’organismo individuato per comminare le sanzione a tutte quelle società che violano i divieti presenti nel “decreto dignità” emanato dal primo governo Conte.
La piena efficacia del decreto con il divieto della pubblicità sul gioco d’azzardo si sarebbe dovuta avere da luglio del 2018, ma l’AGCOM, a seguito di consultazioni con le società concessionarie del gioco, ha emanato delle linee guida in cui vengono specificati gli ambiti in cui è permessa la pubblicità del gioco d’azzardo in contrapposizione a quanto vuole contrastare il decreto.
Per fare alcuni esempi per l’AGCOM non sono da considerarsi pubblicità le informazioni sulle quote, jackpot, probabilità di vincita, puntate minime ed eventuali bonus offerti, e inoltre non sono per l’AGCOM considerate pubblicità i cosiddetti “spazi quote” all’interno di programmi televisivi.
Altra modo di aggirare il divieto della pubblicità sul gioco d’azzardo è propagandare su internet tramite gli annunci a pagamento di Google le società con residenza non in Italia, per queste il divieto non vale.
Molte altre osservazioni e ostacoli ha posto l’AGCOM per l’attuazione del decreto dignità richiamando normative precedenti e riferimenti o orientamenti che sarebbero da considerarsi superati con le norme del decreto.
Ma oltre a questo, un ulteriore ostacolo al contrasto alla ludopatia viene fornito dalla scarsa attenzione della politica locale. Solo in alcune città, che noi definiamo virtuose, risultano essere adottati regolamenti puntuali che disciplinano in modo preciso molti aspetti relativi alla localizzazione delle attività del gioco d’azzardo, agli orari di apertura e di chiusura, alle sanzioni pesanti in caso di violazioni delle norme e soprattutto di quelle che riguardano l’accesso nei locali del gioco d’azzardo e l’utilizzo delle macchine da parte di minori.
Tutta una serie di prescrizioni che là dove sono state emanate, hanno portato una notevole riduzione del gioco d’azzardo patologico.
Riteniamo che la Puglia e Trani in particolar modo non sia da considerarsi tra le città virtuose, e le nostre sollecitazioni all’assessore Di Lernia, ancora oggi rimaste inascoltate sono un segno tangibile che determinati regolamenti che disciplinano a livello locale il gioco d’azzardo andrebbero a toccare interessi che la politica locale forse non ritiene giusto “disturbare”.
PressGiochi