29 Dicembre 2024 - 01:58

Tra speranza e novità, prende il via a Rimini la 28ma edizione di Enada

Presso il centro espositivo di Rimini si è aperta questa mattina la 28ma mostra dedicata al gioco e all’intrattenimento italiano. Una edizione, frutto del lavoro di Rimini Fiera e Sapar,

16 Marzo 2016

Presso il centro espositivo di Rimini si è aperta questa mattina la 28ma mostra dedicata al gioco e all’intrattenimento italiano. Una edizione, frutto del lavoro di Rimini Fiera e Sapar, caratterizzata più che mai dalla voglia di svolta degli operatori. Ben presenti tra gli espositori, i rappresentanti del mondo degli apparecchi per l’intrattenimento puro, per gli apparecchi con vincita in denaro e, tra nuove e vecchie presenza, quelli del mercato delle scommesse e dei giochi online.

Presente oltre alla rappresentanza Sapar al completo, lo psichiatra Paolo Crepet conoscitore dei problemi derivanti dal gioco patologico che ha partecipato alla conferenza di apertura della manifestazione.

 

“Sia pure in un clima di preoccupazioni per le norme introdotte dalla legge di stabilità – ha dichiarato il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni – , la manifestazione tra nuovi ingressi e abituali conferme vogliamo trasmettere un messaggio di fiducia che sente il settore. La fiera è un punto di riferimento di tutto il sud Europa e la presenza degli operatori internazionale è oggi cresciuta in in maniera importante da non sottovalutare. Speriamo che questa manifestazione possa essere punto di incontro tra istituzioni e la filiera del mondo dei giochi”.

 

“Le norme introdotte nelle ultime leggi di stabilità – ha affermato prendendo la parola Raffaele Curcio, presidente di Sapar – hanno ridotto negli ultimi tre anni i margini senza dare la possibilità alle aziende di recuperare gli investimenti. Si richiede nuovamente il cambio del parco macchine senza considerare la solidità delle aziende e mi riferisco in particolare alle aziende di filiera. Vanno coinvolte le aziende privilegiando le imprese del settore senza dimenticare la figura del gestore. La legge non può sostituirsi al mercato nella selezione delle aziende che devono sopravvivere o meno. Sono contrario alla riduzione degli operatori, sia di gestione che dei concessionari. La politica deve ricordarsi che non è nell’interesse delle aziende favorire la dipendenza da gioco, le varie regolamentazioni non hanno fatto altro che aumentare l’illegalità”.

Unità intenti: stiamo cercando – ha concluso Curcio – di coinvolgere le altre sigle associative per unire le nostre voci e far arrivare chiaro il messaggio al governo. Serve interlocuzione anche con i soggetti della filiera oltre alle parti sociali per affrontare in maniera seria il problema

 

Crepet: “Divieti alle slot e via libera all’online: è una presa in giro istituzionale”

 

crepetAd intervenire anche lo psichiatra Paolo Crepet: “Dobbiamo innanzi tutto metterci d’accordo sul significato della ludopatia e sui suoi numeri. La ricerca promossa da ADM e SSN sul Gap è caduta nel dimenticatoio e sul fenomeno ci sono ancora soltanto opinioni. Tutto nasce dall’imbarazzo che provoca questa parole che pur legittimando l’azione del Governo, non è definita né ha numeri certi. Molti comuni hanno adottato norme restrittive come le distanze dai luoghi sensibili, includendo anche le scuole o gli asili nido: ma perché – si chiede Crepet – i ragazzi minori di 18 possono giocare e quindi le scuole e gli asili rappresentano veramente luoghi sensibili? C’è molto pressapochismo nell’affrontare il problema. Dobbiamo conoscere realmente il profilo del giocatore, la cui età oscilla tra i 35 e i 45 anni, quindi nulla a che fare con scuole o centro anziani… La definizione stessa di ludopatia è carente perché presume dipendenza. Non dico che non esiste il giocatore patologico ma dobbiamo sapere cosa significa esserlo, non basta la caratteristica di perdere soldi. Infine il problema della depressione non è causa del gioco ma motivo per cui le persone giocano”.

“Si parla tanto di Gap – ha continuato Crepet – ma non delle pubblicità che affollano i programmi sportivi diretti anche ai minori. Per non parlare dei giochi online al quale i minori possono accedere con le carte di credito dei genitori h24. Capite che c’è un contrasto tra le norme sui bar che tengono le slot e poi si bombarda il giocatore con altre offerte. E’ una presa in giro istituzionale. O ci occupiamo di tutto o si continua ad andare avanti con battaglie locali di parte. Sui 50 mln destinati ai serd, dobbiamo capire invece come procedere”.

 

 

Morisi: “L’idea dei luoghi sensibili è pura follia”

Per il Professor Massimo Morisi il gioco d’azzardo è una componente culturale e sociale insita nella natura umana. “Sono fenomeni – spiega – che vanno analizzati per capire se sono caratterizzati da dipendenza o normalità. Il gioco è caratterizzato da un profilo di normalità. Il gioco d’azzardo diventa difficilmente sondabile, senza avere dati soprattutto sulle dimensioni economiche del fenomeno e questo ci impedisce di inquadrare il problema e capire se il ‘gioca responsabile’ abbia un fondamento empirico da seguire o meno. Il fatto che la Delega sui giochi sia stata fatta scadere è stato un fatto di vera gravità: è un grosso insuccesso e svela la poca comprensione che il Governo ha dei giochi e del suo mercato.

Esiste nel nostro Paese la norma che parla di responsabilità sociale delle imprese: credo che le associazioni di categoria debbano sostenere ed analizzare questo fenomeno anche con l’aiuto degli esperti. Un impegno di questo tipo mostrerebbe la consapevolezza della aziende su questo tema.

Le slot non devono essere messe in posti isolati o marginali, questo nuoce all’immagine pubblica dei giochi. Questi luoghi occultati al pubblico degradano il settore, mentre il giocatore deve entrare in un luogo controllato ed informato sui rischi del gaming. L’idea dei luoghi sensibili è pura follia.

Infine l’idea di una campagna per il gioco responsabile ben costruita sarebbe sicuramente utile. Non lo sta facendo nessuno: né lo Stato né gli enti locali. Per questo abbiamo proposto, con il sostegno di una fondazione bancaria, un corso di formazione per gli insegnanti delle scuole. Formare coloro che stanno nelle scuole con un pacchetto formativo ad hoc a partire dal prossimo anno ci permetterà di evolvere questo concetto di gioco responsabile e trasformarlo in qualcosa di concreto. Al di là di tutto questo vige la responsabilità di ognuno per se stesso e per la propria società”.

 

 

PressGiochi