06 Gennaio 2025 - 13:29

Torino: 20 arresti per usura, estorsione e bische clandestine

Nelle prime ore di questa mattina, nelle province di Torino e Reggio Calabria, i militari del Nucleo Investigativo di Torino hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal

14 Gennaio 2016

Nelle prime ore di questa mattina, nelle province di Torino e Reggio Calabria, i militari del Nucleo Investigativo di Torino hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia -, nei confronti di 20 persone accusate di essere affiliate alla ‘ndrangheta (tutte arrestate) e ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, usura, traffico di droga e gestione di bische clandestine.

Agli indagati è stata contestata la violazione dell’articolo 416 bis C.P. : “per – come si legge testualmente nell’ordinanza – avere fatto parte dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, e segnatamente di un’articolazione della predetta associazione, attiva prevalentemente in Torino, resa nuovamente operativa, quantomeno a far data dal giugno 2014, collegata con le strutture organizzative insediate in Calabria e dotata di propria autonomia e capacità d’azione tale per cui i componenti si avvalevano della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivava, per commettere reati, per acquistare in modo indiretto il controllo di attività economiche e di autorizzazioni commerciali e per realizzare profitti e vantaggi economici ingiusti”. Sono pure contestati agli indagati – a vario titolo – reati di estorsione, usura, traffico di stupefacenti, detenzione di armi, gestione di luoghi per il gioco d’azzardo.

Sono state contestualmente eseguite 41 perquisizioni domiciliari e sarà dato corso al sequestro di 7 unità immobiliari; 6 automezzi; 11 rapporti bancari; 2 cassette di sicurezza; 1 licenza commerciale; 2 società con 3 sedi operative.

 

L’operazione è stata denominata “Big bang”, dal nome di uno dei locali gestiti dal sodalizio.

L’attività d’indagine si è sviluppata a partire dal giugno 2014 con sistemi tradizionali e senza il supporto di collaboratori di giustizia. In particolare, secondo le accuse, il gruppo criminale, intimidendo anche altri pregiudicati con la forza dell’appartenenza al sodalizio ‘ndranghetista, ha sviluppato un consistente volume di attività nel traffico di stupefacenti, ma soprattutto nelle estorsioni sia direttamente a imprenditori, sia a vittime di usura, sia a soggetti indebitati nelle case da gioco gestite dal sodalizio. I proventi delle attività illecite venivano investiti nell’espansione del volume di affari delittuosi, ma anche per garantire agli affiliati un livello di vita idoneo a dimostrare a tutti il potere mafioso da loro raggiunto ed esercitato.

L’auspicio della Procura, conclude il comunicato stampa diramato dal Procuratore Spataro, è che altre vittime di questi odiosi atti minatori trovino la forza di denunciare quanto subìto, invitandoli ad assumere l’atteggiamento che rappresenta il solo modo di arrestare e vincere il diffondersi della cultura mafiosa anche in Piemonte.

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