Il Consiglio di Stato intende valutare attentamente i dubbi sulla legittimità costituzionale della tassa dei 500 milioni – quella che la Stabilità del 2015 ha addossato al settore degli apparecchi
Il Consiglio di Stato intende valutare attentamente i dubbi sulla legittimità costituzionale della tassa dei 500 milioni – quella che la Stabilità del 2015 ha addossato al settore degli apparecchi da intrattenimento. E’ l’opinione che hanno maturato diversi legali dopo l’udienza che si è tenuta giovedì scorso, i giudici di Palazzo Spada avevano già chiesto l’intervento della Corte di Giustizia Europea, ma la sentenza di settembre scorso non è stata risolutiva. Bisogna sottolineare che la Corte Costituzionale ha già affrontato la questione, ma anche in quel caso non si è raggiunto un responso univoco: il Governo aveva cercato di risolvere la controversia con una norma interpretativa, e la Consulta ritenne quell’escamotage sufficiente.
Il Consiglio di Stato invece non è sembrato dello stesso avviso, e giovedì scorso si è concentrato sui dubbi di legittimità costituzionale sollevati dagli operatori.
In particolare si è discusso della quota di ricavi che la tassa erode. Secondo l’Avvocatura di Stato si tratta di appena l’11% dei ricavi lordi, per gli operatori invece si arriva al 24%, una percentuale che praticamente azzera i margini effettivi. E ancora, si è discusso del fatto che la tassa abbia colpito solamente il settore degli apparecchi, discriminandolo rispetto agli altri giochi.
Nel corso dell’udienza è emerso anche che la tassa ancora non è stata versata per intero, l’erario ha finora incassato 394 milioni di euro, all’appello ne mancano quindi 106.
PressGiochi
Fonte immagine: PALAZZO SPADA SEDE DEL CONSIGLIO DI STATO
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