24 Novembre 2024 - 00:25

Tassa dei 500 milioni: il Consiglio di Stato chiama in causa la Corte di Giustizia europea

La tassa dei 500 milioni “appare ispirata esclusivamente ad un’esigenza economica di aumentare gli introiti dello Stato, e quindi di “fare cassa”. Lo ha affermato il Consiglio di Stato che ha in sede giurisdizionale sollevato questione di pregiudizialità invitando la Corte di Giustizia dell’Unione europea ad esprimersi sulla compatibilità con il diritto dell’Unione sulla tassa più discussa dal mondo delle slot machine.

31 Agosto 2020

La tassa dei 500 milioni prevista nella legge di Stabilità del 2015 “ad avviso di questo Giudice appare ispirata esclusivamente ad un’esigenza economica di aumentare gli introiti dello Stato, e quindi di “fare cassa” , nel senso che l’intervento ha fini di “concorso al miglioramento degli obiettivi di finanza pubblica”. Non vale poi in senso contrario, ovvero che l’intervento sarebbe motivato anche “in anticipazione del più organico riordino della misura degli aggi e dei compensi spettanti ai concessionari e agli altri operatori di filiera nell’ambito delle reti di raccolta del gioco per conto dello Stato, in attuazione della legge delega per il riordino del settore, che non ha avuto alcuna altra attuazione”.

 

Lo ha affermato il Consiglio di Stato che ha in sede giurisdizionale sollevato questione di pregiudizialità invitando la Corte di Giustizia dell’Unione europea ad esprimersi sulla compatibilità con il diritto dell’Unione sulla tassa più discussa dal mondo delle slot machine.

 

Il Consiglio ha affermato che “Le misure in questione comportavano sicuramente un aggravio economico per i concessionari stessi, ma sono state giudicate conformi a validi motivi di interesse generale, identificati con l’intento di migliorare la solidità economica e finanziaria dei concessionari e di accrescere la loro onorabilità e la loro affidabilità, e quindi di lottare contro la criminalità che in questo settore intende infiltrarsi. È però evidente che per un prelievo economico puro e semplice nessuno di questi motivi è configurabile”.

 

Palazzo Spada ha quindi chiesto alla Corte Ue di esprimersi sui seguenti quesiti:

(1) se sia compatibile con l’esercizio della libertà di stabilimento garantita dall’art. 49 del TFUE e con l’esercizio della libera prestazione di servizi garantita dall’art. 56 TFUE l’introduzione di una normativa quale quella contenuta nell’art 1, comma 649, delle legge 190/14, la quale riduca aggi e compensi solo nei confronti di una limitata e specifica categoria di operatori, ovvero solo nei confronti degli operatori del gioco con apparecchi da intrattenimento, e non nei confronti di tutti gli operatori del settore del gioco;

(2) se sia compatibile con il principio di diritto europeo della tutela del legittimo affidamento l’introduzione di una normativa quale quella sopra citata, contenuta all’art 1, comma 649, della legge 190/14, la quale per sole ragioni economiche ha ridotto nel corso della durata della stessa il compenso pattuito in una convenzione di concessione stipulata tra una società ed un’amministrazione dello Stato Italiano.

 

PressGiochi

 

 

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