Il Tar per la Liguria ha respinto il ricorso della Federazione Italiana Tabaccai FIT contro l’ordinanza del Comune di Ventimiglia recante la “disciplina degli orari di funzionamento degli apparecchi da
Il Tar per la Liguria ha respinto il ricorso della Federazione Italiana Tabaccai FIT contro l’ordinanza del Comune di Ventimiglia recante la “disciplina degli orari di funzionamento degli apparecchi da gioco con vincite in denaro di cui all’art.110 del tulps installati ex artt.86 e 88 del tulps negli esercizi ove è consentita la loro installazione”.
L’ordinanza impugnata richiama espressamente nelle premesse i dati dell’Osservatorio epidemiologico regionale secondo cui: “i soggetti in carico al SERT dei Dipartimenti di Salute mentale e dipendenze liguri per il gioco d’azzardo sono passati da 116 nel 2011 a 368 nel 2016”.
Si tratta di dati e di considerazioni epidemiologiche – spiega il Tar – anche quanto all’incidenza del sommerso, e della così detta “cifra oscura” – forniti dal soggetto pubblico specificamente deputato, in Liguria, alla cura della salute pubblica, che testimoniano della sussistenza di una vera e propria emergenza sanitaria e/o di un importante problema di salute pubblica, oltretutto attestato come in costante aumento.
Va considerata – si legge – la finalità eminentemente preventiva dell’ordinanza in questione, che mira a prevenire il dilagare della ludopatia, è sufficiente l’accertamento che il fenomeno sia in continuo aumento, ciò che è stato specificamente attestato in istruttoria.
L’amministrazione comunale non aveva dunque nessun obbligo di confrontarsi preventivamente con l’associazione di categoria dei tabaccai, né tantomeno di confutare le osservazioni formulate dalla stessa che sostanzialmente si riferivano all’attendibilità dei dati posti a base del provvedimento e al sacrificio imposto ai tabaccai.
Quanto all’adeguatezza e proporzionalità del sacrificio imposto agli esercenti rispetto all’interesse pubblico perseguito, osserva il Collegio come la comparazione non vada operata sulla base di dati circa l’incidenza del fenomeno della ludopatia sulla popolazione di Ventimiglia, bensì dei valori e degli interessi – pubblici e privati – in gioco.
Nel caso di specie, a fronte della salute, tutelata dall’art. 32 della Costituzione come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, sta l’iniziativa economica privata, che non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza umana, e deve essere coordinata a fini sociali (art. 41 Cost.): donde la ragionevolezza e proporzionalità del bilanciamento operato dal provvedimento impugnato.
Nessuna disparità di trattamento tra tabaccai e sale giochi – Né è predicabile l’eccesso di potere per disparità di trattamento, nel senso che l’ordinanza impugnata favorirebbe indebitamente gli operatori delle sale gioco (che potranno esercitare l’attività durante le ore notturne) in danno dei titolari di tabaccherie, obbligati a chiudere i locali, al più tardi, alle ore 21,00.
Innanzitutto, il limite orario delle ore 21,00 di cui alla circolare 11 dicembre 1974 n. 30 dell’Ispettorato Compartimentale di Genova dei monopoli di Stato (doc. n. 12 delle produzioni 10.1.2019 di parte ricorrente) riguarda soltanto la vendita dei generi di monopolio, non già l’attività di pubblico esercizio (bar) cui essa eventualmente acceda.
In ogni caso, la gestione dei così detti apparecchi di videolottery rappresenta per i tabaccai un’attività facoltativa, collaterale e secondaria, mentre costituisce l’attività principale e/o esclusiva degli operatori delle sale da gioco autorizzate, sicché, attesa la ontologica diversità delle posizioni a confronto, non è predicabile il vizio di eccesso di potere per disparità di trattamento, che postula l’assoluta identità delle situazioni a raffronto.
PressGiochi
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