“Non si ravvisano elementi per discostarsi dall’orientamento recentemente espresso dalla Sezione su questioni sovrapponibili a quella oggi in esame”. Con queste parole il Tar del Lazio ha respinto alcuni ricorsi
“Non si ravvisano elementi per discostarsi dall’orientamento recentemente espresso dalla Sezione su questioni sovrapponibili a quella oggi in esame”.
Con queste parole il Tar del Lazio ha respinto alcuni ricorsi di operatori di gioco contro la chiusura disposta dai DPCM dei premier Giuseppe Conte prima, e Mario Draghi, poi.
Recentemente lo stesso Tar ha richiesto al CTS gli atti che nanno legittimato le chiusure. “Considerato, in particolare, che anche il d.P.C.M. di data 2.3.2021, a mente del quale “sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente”, nella parte in cui individua, fra le attività economiche oggetto di misure limitative e prescrizioni a tutela della salute pubblica, quelle di interesse della parte ricorrente, non appare palesemente illogico o irragionevole, avendo l’amministrazione effettuato una valutazione inerente al grado di essenzialità dell’attività cui imporre il sacrificio, sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico-scientifico e prevedendosi comunque un ristoro economico a compensazione del periodo di sospensione”.
PressGiochi
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