15 Novembre 2024 - 11:51

Tar conferma distanziometro a Reggio Emilia. Iori (Pres. Cons.): “Favorevole ad una riduzione del gioco sul territorio”

«I gestori indicano come disponibile solo l’1 per cento del territorio comunale? A me pare strano, ma se c’è uno spazio dove possono delocalizzare che provvedano». Al di là del

27 Luglio 2021

«I gestori indicano come disponibile solo l’1 per cento del territorio comunale? A me pare strano, ma se c’è uno spazio dove possono delocalizzare che provvedano». Al di là del caso specifico dell’ azienda che ha fatto ricorso, il presidente del consiglio comunale, Matteo Iori, profondo conoscitore della legge contro l’azzardo, conferma la bontà della normativa e si schiera a favore «di una riduzione delle attività di gioco d’azzardo presenti sul territorio».

Iori – si legge sulla Gazzetta di Reggio – ricorda che la sentenza «è il risultato della legge regionale che l’Emilia-Romagna ha deliberato, insieme a tante altre regioni in Italia, per far sì che vicino a luoghi sensibili (scuole, centri sportivi, oratori, palestre, case per anziani) non ci siano offerte di gioco d’azzardo, in un’ottica di prevenzione e attenzione verso le fasce di popolazione più fragili. La Regione ha concesso oltre un anno di tempo ai gestori delle sale scommesse per dichiarare la volontà di spostarsi e indicare in quale luogo; scaduti tutti i termini di legge, chi non ha delocalizzato o non ha tolto gli apparecchi dai propri esercizi è stato sanzionato, com’era inevitabile che fosse».

Iori spiega l’origine della legge regionale del distanziometro. «In epoca pre-Covid il gioco d’azzardo aveva conosciuto un boom di clientela e fatturato complessivo, arrivando nel 2019 a qualcosa come 110 miliardi di euro giocati in Italia; di conseguenza l’offerta delle sale scommesse era diventata vastissima e capillare, in un crescendo pure di patologie». Il lockdown e le limitazioni orarie, non ancora entrate in vigore, hanno contribuito a diminuire il numero delle sale.

«Questo però non va confuso con i paletti legislativi, che hanno spostato numerose attività. Se la Regione ha legiferato per allontanare queste attività da giovanissimi e anziani c’è un motivo. Teoricamente i minorenni non possono giocare e per loro vige il divieto di ingresso, ma ad esempio se una sala ha un’attività di ristorazione adiacente il rischio esiste. Capisco che per l’esercente sia un problema serio spostare l’attività, però è anche serio il tema legato alla vicinanza di luoghi di aggregazione frequentati dai giovanissimi».

 

 

 

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