25 Novembre 2024 - 14:31

Su Il Sole 24 Ore l’allarme del settore del gioco legale

Le misure restrittive messe in campo per arginare la diffusione del Covid hanno travolto anche il settore del gioco legale con vincita in denaro. Le serrande di queste attività –

04 Febbraio 2021

Le misure restrittive messe in campo per arginare la diffusione del Covid hanno travolto anche il settore del gioco legale con vincita in denaro. Le serrande di queste attività – si legge su IlSole24Ore – sono abbassate da quasi 190 giorni. Per i lavoratori del settore il permanere di una situazione di lockdown potrebbe comportare la definitiva chiusura dell’attività per un cospicuo numero di esercizi, mettendo a rischio i 150mila lavoratori che gravitano attorno al settore del gioco pubblico, e in particolare, i circa 30mila addetti impiegati nella distribuzione fisica (sale giochi, sale scommesse, sale slot, sale bingo). A delineare questo scenario è un dossier redatto dalla Sisal per raccontare la situazione di difficoltà che, come accade anche per altri settori, caratterizzano questo comparto.

Di qui, il messaggio che viene lanciato: se fino ad oggi non è emersa alcuna indicazione da parte del Governo circa la volontà di consentire il riavvio del settore del gioco, nonostante i Protocolli per riaprire in sicurezza e nel totale rispetto e tutela della salute dei lavoratori, dei consumatori e dei fornitori, è necessario conoscere, compatibilmente con l’andamento della curva epidemiologica, una data certa di riapertura.

Nel 2020 meno entrate per le casse dello Stato (-42,3%)

A fonte del calo di oltre il 20% dell’intero settore del gioco legale, la chiusura del punti vendita per quasi sei mesi ha portato a un calo del 47,5% in termini di raccolta (73,9 milioni di euro nel 2019 contro i 38,8 nel 2020). Una frenata del consumi che pesa sulle casse dello Stato: nel 2019 ha incassato 10,3 milioni di euro dall’area retail del gioco legale, mentre nel 2020 si è privato del 42,3% in meno di entrate, pari a 4,3 milioni di euro.

La stretta nella concessione dei finanziamenti

Il dossier mette poi in evidenza un altro aspetto: i punti vendita di gioco legale con vincita in denaro stanno avendo difficoltà ad accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato. Il motivo, viene messo in evidenza nel documento, «risiede nella decisione, condivisa dalle principali banche e istituti di credito a livello nazionale, di rigettare le loro richieste adducendo motivazioni, a loro detta, di natura “etica”. Le stesse banche e istituti di credito, oltre ad impedire l’accesso ai finanziamenti, recentemente non hanno permesso agli esercenti del settore neanche di aprire nuovi conti correnti e/o di mantenere quelli già esistenti».

L’ombra del gioco illegale

Il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, ha messo in evidenza come durante il lockdown, a fronte di una riduzione del 25/30% derivante dalla chiusura del gioco legale, ci sia stata una forte esplosione del gioco d’azzardo illegale. Dalle relazioni della Dia (Direzione investigativa antimafia) emerge una ripresa del gioco illegale come recentemente sottolineato dal Procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho: «È necessario incrementare il gioco legale per sottrarre risorse alla criminalità organizzata e monitorare in modo puntuale tutta la filiera. Molteplici inchieste hanno dimostrato quanto il gioco illegale sia un indotto gestito dalle mafie e dalla ‘ndrangheta”».

La stretta del governo

La chiusura delle sale scommesse, sale slot, sale bingo e degli apparecchi da intrattenimento nei bar, ristoranti e tabaccherie, è stata disposta per la prima volta con il Dpcm dell’8 marzo 2020, seguito dalla direttiva n.82295/RU dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La riapertura delle sale e la ripresa della raccolta è stata prevista a partire dall’11 giugno 2020, con modalità e tempistiche differenziate a seconda di quanto disposto dalle Regioni nelle rispettive ordinanze regionali. Successivamente, con il sopraggiungere della seconda ondata di contagi, il Governo ha deciso dapprima di prevedere la chiusura anticipata dei punti di vendita alle ore 21, salvo poi stabilirne la seconda chiusura definitiva a partire dal 26 ottobre, estesa, con il Dpcm del 3 novembre, anche alle attività di gioco effettuate all’interno di bar e tabacchi.

 

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