25 Novembre 2024 - 03:51

Striscia la notizia alla scoperta delle logiche di marketing – e del near miss – delle lotterie

Bella scoperta! Ieri sera nell’ennesimo servizio andato in onda su Striscia la Notizia si è tornati a parlare di gioco d’azzardo e della gestione statale di questo servizio, additando ai

01 Marzo 2018

Bella scoperta!

Ieri sera nell’ennesimo servizio andato in onda su Striscia la Notizia si è tornati a parlare di gioco d’azzardo e della gestione statale di questo servizio, additando ai Monopoli di Stato, l’amministrazione che ha la funzione di controllare, regolamentare e rilasciare le concessione per l’attività di raccolta di gioco, di avere una doppia faccia. Lo si è accusato di invogliare i cittadini, da un lato, a giocare e, dall’altro, a farlo responsabilmente, svelando poi nel corso del servizio quelle che sono le ‘magagne’ – a detta del poco preparato Capitan Ventosa – per vendere gratta e vinci e lotterie.

 

Bisognerebbe andare indietro fino al 1948 per iniziare a spiegare le ragione di una scelta statale che ha condotto negli anni alla creazione di un monopolio pubblico del gioco, ricorrere al codice penale per evidenziare la, continuamente negata, differenza tra gioco pubblico e gioco d’azzardo e ricordare, magari, che tutta la normativa che è seguita nel nuovo millennio a regolamentazione dell’offerta è stata legittimata dalla volontà del Legislatore di contrastare la criminalità, garantire l’ordine pubblico, tutelare i giocatori e , perché no, avere entrate erariali da reinvestire per la comunità. Nozioni base, insomma per i lettori che operano nel mercato.

 

Dobbiamo ricordare, inoltre, che il servizio pubblico del monopolio di stato è operato attraverso la scelta dell’Amministrazione pubblica di affidare la gestione economica di questa attività ad imprese private tramite lo strumento della concessione di servizi pubblici. Imprese che si legano ad ADM con contratti di diritto pubblico e pur essendo la ‘longa mano’ dello Stato e acquisendo da esso una condizione giuridica che le obbliga a tutelare il pubblico interesse alla base della concessione, operano a livello economico e commerciale utilizzando tutti gli stumenti che il marketing mette a disposizione per massimizzare vendite e fatturati, come qualsiasi altra azienda privata.

 

Pertanto credo non ci sia nulla da stupirsi nello scoprire che il SuperEnalotto, i Gratta e vinci o il Lotto si sviluppino nel tempo per seguire gli interessi degli utenti e massimizzare le giocate. Non possiamo negare che il banco deve vincere sempre, altrimenti cadrebbe uno dei 4 presupposti su cui si basa tutta la gestione statale di questo servizio.

 

Così come nelle slot machine e nelle Vlt, musica e dinamiche di gioco spingono ad aumentare il numero di giocate, anche per le lotterie e gli altri giochi esistono dinamiche che mirano a mantenere interesse e divertimento del giocatore di turno.

 

Alle lotterie si contesta, ed in particolare alle nuove dinamiche dei giochi legati al superenalotto e introdotte nel 2016, di sfruttare a proprio vantaggio il near miss, la trappola mentale che illude tutti i giocatori di aver quasi vinto, di aver sfiorato la vittoria quando il numero estratto è vicino a quello scelto. Questo ‘errore cognitivo’ spinge a giocare ancora e più frequentemente nell’illusione di esser vicini alla vittoria.

Dovremmo essere più coscienti del fatto che nel gioco esistono solo vittorie e sconfitte, ma l’errore del near miss non dà scampo ai giocatori tanto del superenalotto quanto del  lotto e degli altri giochi numerici.

E proprio perché spinge a giocare è una tecnica sfruttata dalle aziende per aumentare le vendite. Puro marketing, puro business, nulla di nuovo!

La stessa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nella sua risposta a Striscia ha evidenziato che “le modalità correlate di gioco non hanno incentivato nè portato ad alcun aumento delle giocate”.

 

Da una attenta analisi, possiamo più pacificamente considerare che la verità sta nel mezzo, non è direttamente lo Stato che incita al gioco, ma esso ha il compito di gestirlo, per avere introiti erariale, e di limitarlo, per tutelare i cittadini.

 

Non è della stessa opinione la Sapar, che commenta il servizio di Striscia la Notizia affermando: “Dispiace che la Verità dei fatti inizi a venire fuori solamente adesso… dopo che si è distrutto il mercato degli apparecchi da intrattenimento, con e senza vincita in denaro, caratterizzato dal lavoro quotidiano di più di 6.000 aziende di gestione che collaborano costantemente con oltre 110.000 punti vendita distribuiti sul territorio e che garantivano l’occupazione di circa 300.000 lavoratori – POTREMMO ESSERE ANCORA IN TEMPO PER SALVARE IL SALVABILE! Speriamo – affermano – che dopo il 04 Marzo arrivi una classe politica più consapevole e coraggiosa nel fare riforme serie e giuste!”.

 

Più che di verità che si svela, io parlerei di una preoccupazione. La preoccupazione di veder -, dopo anni di attacco metodico e cieco verso il settore degli apparecchi da gioco, slot machine in primis, che ha condotto alla situazione esposta dalla Sapar, – serpeggiare un cambio di rotta dei movimenti anti-gioco ora verso il settore delle lotterie. Le crescenti dichiarazioni in tal senso anche di esponenti politici da sempre oppositori del gioco ce lo confermano.

 

I servizi di Striscia non sono altro che strumenti di un Movimento, non si capisce ancor bene sospinto da chi, che sta portando alla crisi dei giochi senza riuscire in nessun modo a risolvere il vero problema che lo legittima: il contrasto al Disturbo da gioco d’azzardo.

 

 

Cristina Doganini – PressGiochi

×