Si è parlato di bilanciamento tra gli interessi economici e tutela della salute nel primo panel aperto in tema di giochi agli Stati Generali ADM. Ad affrontare uno dei primi
Si è parlato di bilanciamento tra gli interessi economici e tutela della salute nel primo panel aperto in tema di giochi agli Stati Generali ADM.
Ad affrontare uno dei primi nodi è stato Emmanuele Cangianelli, di EGP Eipe: “La capacità di riuscire a informare e comunicare correttamente con i giocatori è fondamentale nel processo di offerta del gioco sia per lo Stato che per gli operatori.
Spesso il giocatore si trova nelle condizioni di non sapere nemmeno se si trova in un punto di gioco legale o meno. Questo è un aspetto da tenere in considerazione nel processo di riordino per realizzare una sorta di rete certificata e sicura per l’utente. Lo Stato dal 1948 gestisce l’offerta di gioco e su territorio ancora oggi serve un intervento per superare temi e ostacoli che ancora ci sono”.
Presente all’evento anche Claudia Mortali dell’Istituto Superiore di Sanità che ha parlato di disturbo da gioco d’azzardo: “La dipendenza da gioco colpisce non solo il giocatore ma tutta la famiglia e tutti i suoi cari. Il numero verde che abbiamo attivato è stato aperto grazie all’aiuto dell’Agenzia dogane e monopoli. Non esiste un gioco responsabile e consapevole per chi è già dipendente. Il dipendente da gioco è meno consapevole dei rischi legati al gioco rispetto a chi soffre di altre dipendenze. Al numero verde non chiamano mai i giocatori ma i famigliari disperati. Il proibizionismo in Italia non esiste, ma va detto che il giocatore dipendente cade spesso nell’usura e il sistema sanitario nazionale ha iniziato ad occuparsi anche di temi legati all’usura che riguarda tanti dipendenti. Anche la dipendenza quindi produce illegalità. L’ultima fotografia fatta sul gioco
patologico risale al 2018, andrebbe rifatta. E’ stata invece fatta recentemente una nuova indagine sui ragazzi minorenni e sul loro rapporto con il gioco evidenziando che il 4% di essi è a rischio. I giovani in fase di sviluppo non riescono a comprendere i rischi celati dietro un gioco d’azzardo” ha affermato.
Emilio Zamparelli del Sindacato Totoricevitori Sportivi di FIT ha ricordato l’importanza di vietare il gioco ai minorenni e la rete legale è uno strumento importante per applicare le norme e tutelare i giocatori. “L’operatore illegale in questo paese è la parte pericolosa del sistema e pensare di cancellare la rete legale è il grande rischio che si corre a favore della criminalità e dell’illegalità”.
“Quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni è incredibile con gli enti locali che sono intervenuti in ordine sparso. La tutela del giocatore non si può misurare in metri o in minuti perché queste norme non hanno tenuto in considerazione l’evoluzione tecnologica. Abbiamo vissuto ordinanze comunali assurde che hanno danneggiato esclusivamente le imprese.
La strada deve essere diversa, serve una rete qualificata con operatori formati, unici baluardi possibili nella tutela dei giocatori. Spero che nel prossimo riordino non rientrino questi divieti. Il passato ci dicono che queste norme non sono servite a nulla” ha concluso Zamparelli.
“Sulle distanze, direi che ancora dobbiamo studiare molto per capire che ruolo svolgano nella riduzione della dipendenza. Inoltre vorrei affrontare il tema dell’autoescusione. Alcuni si escludono ma poi vogliono rientrare e chiamano il nostro numero verde. Quasi l’80% in piena crisi di astinenza ci chiama per poter essere inclusi nuovamente nel sistema. L’autoesclusione dall’online viene superata giocando sul luogo fisico o giocando con altri account. Quindi lo strumento dell’autoesclusione va seguita dalla cura del giocatore e può davvero avere un ruolo importante” ha aggiunto Mortali.
“L’ autoesclusione è sicuramente uno strumento che tutti gli stakeholders possono implementare quindi dobbiamo approfondire su come sviluppare al meglio questo mezzo” ha aggiunto Cangianelli.
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