12 Gennaio 2025 - 23:16

Smaniotto (AND): “Fondamentale che i campioni dello sport non facciano pubblicità all’azzardo”

Roberta Smaniotto, psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale e Presidente dell’Associazione AND (Azzardo e Nuove Dipendenze), intervistata dal Fatto Quotidiano.it, ha parlato del proprio lavoro ed in particolare del rapporto tra azzardo e

16 Febbraio 2017

Roberta Smaniotto, psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale e Presidente dell’Associazione AND (Azzardo e Nuove Dipendenze), intervistata dal Fatto Quotidiano.it, ha parlato del proprio lavoro ed in particolare del rapporto tra azzardo e sport e sui fattori determinati nello sviluppo di una patologia.

“Il mondo dello sport- ha commentato- ed in particolare quello del calcio, è impregnato anche d’azzardo: è infatti possibile scommettere su qualsiasi evento sportivo (compresi quelli virtuali!), ma la scommessa non è sport! Lo sport è una pratica impegnativa, faticosa, dove più ti alleni più puoi migliorare la tua performance, dove ti metti in gioco in prima persona, dove impari. L’azzardo è altra cosa: scommettere vuol dire puntare del denaro su un evento il cui esito dipende esclusivamente o principalmente dal caso”.

“I primi segnali di allarme rispetto alla possibilità di sviluppare un problema con il gioco d’azzardo sono due-ha proseguito la Smaniotto- il fatto di mentire rispetto alla propria attività di azzardo (scommetto, ma nascondo le ricevute; uso i soldi che mi servono per altro mentendo su dove sono finiti) e il fatto di aumentare la posta (cerco di rincorrere le perdite precedenti). E’ altrettanto importante per un adulto/educatore riflettere sul proprio rapporto con l’azzardo: è un fattore di rischio per i nostri ragazzi frequentare adulti che a loro volta scommettono”.

La dottoressa ha analizzato gli elementi che possono aumentare i rischi.

“Vorrei porre l’attenzione su alcuni fattori- ha continuato- la prossimità con un ambiente incentivante l’azzardo (le pubblicità dilaganti e martellanti di siti di scommesse, fatte, ahimè, anche da campioni dello sport…), la familiarità con questo tipo di atteggiamento (i ragazzi vengono avvicinati all’azzardo casualmente e, senza cognizione, anche dai propri adulti di riferimento – nonni che fanno grattare ai propri nipoti gratta e vinci, ad esempio, senza conoscere la pericolosità di un simile comportamento; fratelli maggiori o amici che scommettono nella speranza di ritrovarsi con qualche soldo extra da spendere e non dover giustificare”.

“Un progetto preventivo educativo che sarebbe necessario mostrare a tutti i nostri ragazzi a partire dai settori giovanili- ha concluso la Smaniotto- è il video ‘Il caso, Lucky, non si può influenzare’, realizzato dall’Università Canadese. E’ un breve video di una ventina di minuti che tratta i temi principali del gioco d’azzardo: le probabilità di perdita, l’indipendenza delle puntate, il fatto che il banco vince sempre. Sarebbe altresì fondamentale che i nostri campioni dello sport non accettassero di pubblicizzare aziende che offrono azzardo (per non aumentare la confusione già esistente tra gioco/sport e azzardo), e che le società sportive non accettassero sponsorizzazioni da parte di società che offrono azzardo”.

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