21 Novembre 2024 - 18:02

Slot e influencer, ecco perché il binomio è diventato vincente

Tra i numerosi convegni tenutisi nel corso della G2E a Las Vegas, quello dedicato agli influencer delle slot è stato tra i più seguiti e interessanti. Sono sempre più presenti

01 Dicembre 2023

Tra i numerosi convegni tenutisi nel corso della G2E a Las Vegas, quello dedicato agli influencer delle slot è stato tra i più seguiti e interessanti. Sono sempre più presenti nei casino, installando telecamere e attirando curiosi e fan accaniti. Sull’onda del grande e crescente successo di Brian Christopher, in tanti stanno provando a farsi strada filmandosi mentre giocano alle slot o ai tavoli, coinvolgendo gli appassionati sui canali social.

Perché hanno tanto successo? Innanzitutto per la loro genuinità.

Come emerso dal dibattito, la pura e semplice celebrità del mondo dello spettacolo che viene ingaggiata per sponsorizzare un qualsiasi prodotto non è sempre garanzia di successo, mentre l’influencer lo è: per il suo entusiasmo, per la sua empatia, per la sua spontaneità. Tutto assolutamente reale, senza recite a copione scritto.

Questo alla gente piace, e tanto. Secondo un sondaggio di Recent Matters, il 69% dei consumatori si fida più degli influencer che dei soli brand. E il 62% dei consumatori si fida più degli influencer che dei testimonial celebri. Risultato clamoroso, ma così è! La gente cerca più di un testimonial che parla, che fa i classici sorrisi di circostanza e che finge di essere anche lui un consumatore di quel prodotto. I professionisti del marketing nel settore del gambling ci hanno messo del tempo per capirlo – anzi, per dirla tutta, all’inizio sia i casino che i produttori di slot erano infastiditi da questo fenomeno – ma ora stanno cominciando a guardare oltre la TV e i media tradizionali per raggiungere i loro obiettivi.

Ma non basta presentarsi al casino e filmare mezz’ora di gioco alle slot. Gli influencer devono dimostrare a coloro che sono interessati ad assumerli o sponsorizzarli che possono creare ‘buzz’ durante le apparizioni e accumulare visualizzazioni su YouTube. La parola magica è “avere un senso di familiarità”, ovvero far sì che il potenziale cliente si possa riconoscere nell’influencer, facendo le stesse cose che fa lui.

Secondo Julia Carcamo, presidente e chief brand strategist di J Carcamo&Associates, una società di marketing americana specializzata in questo campo, il contributo più significativo degli influencer delle slot è il fatto che hanno personalizzato il gioco, gli hanno dato carattere, lo hanno reinventato e ne hanno svelato il potenziale.

Questi personaggi hanno trasformato le slot da apparecchio individuale a ‘sport partecipativo’, coinvolgendo gli spettatori nella drammaticità, nella celebrazione, nell’entusiasmo e sì, anche nella delusione, alla pari di quanto avvinte attorno a un tavolo di dadi, roulette o blackjack.

Quando gli influencer hanno successo, possono sviluppare e proporre idee che possono avere successo. Come quella avuta dallo stesso Christopher di creare una slot machine impostata sul suo personaggio: rivoltosi alla Gaming Arts, ha ottenuto l’assenso senza esitazioni.

Il CCO della Gaming Arts Jean Venneman ha raccontato in proposito: “appurato che tantissime persone conoscono l’influencer e che lui si integra perfettamente con la base di giocatori di Gaming Arts, l’idea di collegare la figura di Christopher a un’esperienza di gioco l’abbiamo ritenuta geniale. E questa idea si è così tramutata nella slot Pop’N Pays More, che ha riscosso un successo addirittura superiore alle previsioni!

Infatti – ha aggiunto la responsabile commerciale – non solo tanti operatori hanno contattato la Gaming Arts perché erano interessati al gioco, ma anche numerosi giocatori, che facevano tutti la stessa domanda: quando potrò giocare a questo gioco nella mia zona?”.

Forse la ragione principale per cui Christopher ha avuto successo è la sua affabilità. Ex attore nato in Canada, si presenta come un vicino amichevole, il ragazzo che – come ha detto simpaticamente qualcuno – darebbe da mangiare al tuo gatto o innaffierebbe le tue piante mentre sei in vacanza.

A questo punto ci chiediamo: in Italia è legalmente possibile permettere ad un influencer di recarsi in una sala da gioco e mettere in rete le immagini delle proprie giocate? Se alla lettura del Decreto Dignità il NO non appariva così categorico come qualche detrattore avrebbe potuto ritenere, a tagliare la testa al toro è intervenuta la AGCOM con le linee guida emanate il 18 aprile 2019 sulle modalità attuative del divieto di pubblicità. Infatti, nel momento in cui esclude dai divieti “la promozione di eventi diversi dall’offerta di gioco a pagamento che si svolgano all’interno di casino o di sale da gioco, solo qualora non realizzi una promozione, neanche indiretta, del gioco a pagamento”, di fatto chiude le porte a qualsiasi benevola interpretazione.

Diversamente, su internet si è creata una ‘zona grigia’ dove tanti influencer sguazzano allegramente, piazzandosi sulla sottilissima linea di confine stabilita dalla fornitura di ‘contenuti informativi’ (tipo la comparazione quote, per capirci). Su Twitch e Youtube, in particolare.

In concreto, diversi streamer vengono pagati per mostrare un link di affiliazione. Ma al di là del fatto che ci sia un guadagno o meno, il link in questione viene considerato non oltre le regole in quanto, pur mostrando una lista di casino online, rientra per l’appunto nell’ambito dei ‘contenuti informativi’, cautelandosi con un disclaimer che specifica la finalità di mettere a confronto i bonus offerti dai bookmakers in possesso di regolare concessione ad operare in Italia rilasciata da ADM, e pertanto non costituisce una forma di pubblicità. E’ evidente che le attuali regole non sono state in grado di affrontare a dovere l’attività pubblicitaria degli influencer su internet. Perciò, sempre auspicando che prima o poi il Decreto Dignità sia emendato in termini meno restrittivi per l’industria (l’occasione offerta dalla Delega Fiscale e dai suoi decreti attuativi è unica e irripetibile!), al momento si richiede più chiarezza su questo aspetto, per evitare che in circolazione ci siano i soliti ‘figli e figliastri’.

 

Marco Cerigioni – PressGiochi MAG

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