Siamo alle solite, l’esperto di turno spara sentenze senza conoscere le realtà. Gratuitamente e con moltissima facilità si dà dell’ignorante, ignorando l’argomento di cui si parla. La Società Italiana Tossicodipendenze
Siamo alle solite, l’esperto di turno spara sentenze senza conoscere le realtà. Gratuitamente e con moltissima facilità si dà dell’ignorante, ignorando l’argomento di cui si parla.
La Società Italiana Tossicodipendenze (SITD) che rappresenta i professionisti italiani più esperti e qualificati a livello internazionale nel settore delle addiction (tra le quali il Disturbo da Gioco d’azzardo) rispedisce al mittente i giudizi del prof. Emilio Sacchetti, emerito psichiatra lombardo, che, tramite la voce di Eurispes afferma “… il gioco d’azzardo è sempre esistito…. per questo è illusorio pensare di risolvere gli eccessi limitando le ore dell’offerta di alcuni giochi. Questa idea di “comprimere” è generata da comprensibili e rispettabili atteggiamenti culturali, ma non ha reale efficacia“.
E’ quanto scrive alla nostra redazione la Segreteria Nazionale SITD – SOCIETA’ ITALIANA TOSSICODIPENDENZE inviandoci la Lettera del Presidente Nazionale SITD Prof. Luigi Stella in collaborazione con il Presidente Regionale SITD Sezione Piemonte-Valle d’Aosta Dott. Paolo Jarre e in accordo con il Presidente Nazionale Associazione ALEA Dott. Maurizio Fiasco.
Noi – spiegano – non crediamo per niente che sia “illusorio” il contenimento di un’offerta sfacciata, capillare, di fatto persecutoria nei confronti dei soggetti più fragili della società come quella del gioco d’azzardo di Stato. Molti dei nostri associati, tra i quali il Presidente Regionale Paolo Jarre, Direttore del Dipartimento “Patologia delle Dipendenze” dell’ASLTO3, hanno contribuito alla costruzione e all’approvazione di una Legge sul Disturbo da Gioco d’Azzardo che, limitando e controllando l’offerta del gioco sul territorio piemontese, si è dimostrata efficace:
– in termini di prevenzione universale (in Piemonte nel 2018 ha dichiarato di aver praticato giochi in denaro il 32 % della popolazione rispetto al 41% nazionale, 400.000 persone meno di quelle che lo avrebbero fatto se si fosse raggiunta la percentuale nazionale, 400.000 persone in meno tra le quali diverse decine di migliaia di soggetti vulnerabili, non esposti così al rischio di proseguire sino alla patologia la propria carriera di giocatori);
– in termini di riduzione della prevalenza della patologia; la prevalenza di gioco d’azzardo problematico in Piemonte nel 2018 è stata nella popolazione generale il 1,57% contro il 3,3 % nazionale dell’anno precedente (Ricerca GAPS 2019, CNR Pisa).
Facendo immediato seguito alla prima divulgazione ufficiale dei dati delle ricerche scientifiche sugli effetti delle misure di contenimento dell’offerta di gioco con apparecchi automatici in vigore in Piemonte dall’estate del 2016 – ci si riferisce in particolare alla comunicazione tenuta dal dott. Sisti, Direttore dell’Ente di ricerca ufficiale della Regione, IRES Piemonte, nella Commissione Sanità del Consiglio Regionale il giovedì 10 ottobre – laddove si dimostra in modo inequivocabile un potente effetto verso la diminuzione del gioco con apparecchi e complessivamente del gioco terrestre e un mancato effetto di rimbalzo sul gioco in denaro su piattaforma online, si sta scatenando il “controcanto” dei portatori di interessi della filiera industriale.
Contro una Legge che, solo nel 2018, ha fatto risparmiare ai piemontesi – e in particolare alle classi meno abbienti – oltre mezzo miliardo di euro. Purtroppo tale “controffensiva”, invece di far leva su pur legittime considerazioni commerciali, tenta di mistificare i dati presentati, calpestando la matematica e/o reclutando, come riferito in premessa, questo o quel presunto esperto per delegittimare l’efficacia delle misure piemontesi.
1) Dicono alcuni, ad esempio il dott. Curcio, presidente SAPAR, il presidente ASTRO Massimiliano Pucci.: “i dati IRES sono fondati su stime, non su dati reali….”. FALSO. I dati IRES sono fondati su quelli ufficiali di ADM, sia quelli pubblicati su Libro Blu 2018 che quelli richiesti formalmente dalla Presidenza della Regione.
2) Dicono altri, ad esempio Eugenio Bernardi, l’Assessore della Regione Piemonte Andrea Tronzano alle Attività produttive, “il volume di gioco in Piemonte dal 2015 al 2018 non è diminuito ma è aumentato” (allora di che ci si lamenta verrebbe da dire…). VERO MA FALSO. Certo sommando online e offline in Piemonte dal 2015 al 2018 si registra un aumento di circa il 6,6 % (da 6173 a 6582 milioni, DATI REALI); ma nel resto d’Italia si è passati da 81965 a 100.547 milioni (DATI REALI) cioè + 22,7%.Se in Piemonte il gioco fosse cresciuto dal 2015 al 2018 come nel resto d’Italia la raccolta sarebbe stata maggiore di un miliardo tondo.
3) Dicono altri ancora. “Certo il gioco terrestre è diminuito ma il gioco online in Piemonte galoppa…”. VERO MA FALSO. Il gioco online in Piemonte cresce molto; dal 2015 al 2018 del 75,4% (da 1113 a 1952 milioni, DATI REALI). Ma nel resto d’Italia cresce di più: dal 2015 al 2018 del 86,6% (da 15.800 a 29.487 milioni, DATI REALI).
4) Dicono tutti, nella filiera industriale: “La restrizione del gioco legale fa aumentare quello illegale”. FALSO nel senso che NON C’E’ AD OGGI ALCUNA DIMOSTRAZIONE SCIENTIFICA. Inoltre, dire superficialmente che “……… non esistono evidenze che ci dicono come le dipendenze si collegano tra di loro, e con quale incidenza e per la generalità dei soggetti interessati………..”
Evidenze che le dipendenze hanno una base comune ce ne sono. Ormai è sapere comune e acclarato da moltissime evidenze scientifiche che la problematica trova le sue radici nel fatto che la dipendenza da sostanze sia dovuta a diverse entità, che dipendono da vari fattori, tra le quali la genetica, la risposta individuale del paziente alla droga e i condizionamenti ambientali, cioè a dire: il comportamento di assunzione di sostanze è prodotta dall’interconnessione di tre dimensioni, biologica, ambientale e psicologica.
Le ricerche di questi fattori ci hanno permesso di comprendere come le sostanze siano in grado di alterare le strutture cerebrali con compromissione della motivazione, dell’apprendimento e della gratificazione inquadrando molti disturbi e comportamenti. Le recenti conoscenze delle scienze neurologiche sostengono ormai una teoria neurobiologica unitaria che considera analogamente le dipendenze da sostanze e quelle comportamentali. Dovrebbe essere noto, specialmente alla psichiatria che l’attuale DSM-5, per esempio, ha proposto la classificazione del Disturbo da dipendenza da Internet, diagnosi che condivide caratteristiche comuni al Disturbo da Dipendenza da Sostanze, come ad esempio il ruolo della dipendenza patologica nel modulare il tono dell’umore, i fenomeni di astinenza e tolleranza, la presenza di recidive, la difficoltà a sospendere il comportamento additivo nonostante la compromissione del funzionamento individuale.
E infine la SITD rispedisce al mittente anche i giudizi del Prof Sacchetti sul personale dei Ser. D. Vorrebbe solo far presente che la maggior parte dei professionisti, che lavorano nel settore è molto formata, hanno nei Loro curricula, specializzazioni, dottorati di ricerca e master di II Livello. Parlare o sparlare a casaccio è uno sport nazionale, con molto garbo vogliamo rilevare che abbiamo ridotto la mortalità ai minimi storici, attuiamo politiche di riduzione del danno all’avanguardia nel mondo e siamo impegnati in una campagna di eliminazione del HCV, infatti, migliaia di pazienti hanno ricevuto una diagnosi e sono stati
avviati al trattamento.
PressGiochi