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Tra gli innumerevoli eSports in circolazione stanno riscuotendo un particolare successo i videogiochi a carattere sportivo, soprattutto in Italia, dove la passione per il calcio e i motori di sicuro non manca. In questi ultimi, grazie alla tecnologia offerta dai simulatori, le differenze tra competizioni reali e virtuali si stanno tra l’altro davvero riducendo al minimo. Per fare un esempio di applicazione tecnologica su ambedue i fronti, basta pensare a BMW e Fanatec che insieme hanno realizzato un volante che può essere utilizzato sia nell’auto da corsa che sul simulatore. Inoltre, il successo ottenuto dal sim racing sta attirando un numero sempre più crescente di investitori, tanto che diverse scuderie di Formula 1 hanno deciso di costituire una propria squadra nella parallela categoria eSports, ingaggiando dei piloti professionisti (sim driver). Lo stesso identico fenomeno si sta vivendo anche nel calcio, dove recentemente è stata ufficializzata la eSerie A Tim. Tra le società più attive nel settore troviamo sicuramente l’Udinese, la quale ha fondato la sua Esports eAcademy che punta a formare i prossimi player professionisti del futuro. Infine, esistono differenti leghe private e numerose competizioni che ospitano giocatori di livello intermedio, dove di certo non mancano adrenalina, competitività, spettatori e montepremi. Tra questi, ricordiamo il Super Trofeo Terrybet.news in programma a partire dal 24 aprile 2023.
I pro gamer sono videogiocatori professionisti che competono per un determinato titolo in cambio di una retribuzione. Solitamente sono sotto contratto con un team o un’agenzia che ne cura gli interessi, pertanto possono essere considerati a tutti gli effetti dei veri e propri sportivi professionisti, con l’unica differenza che competono online anziché nella vita reale. Infine, è doveroso precisare che i pro player non si trovano soltanto nei giochi che simulano le competizioni sportive, come calcio, motori e basket, ma anche in altre categorie di eSports come i videogiochi di strategia, sopravvivenza, guerra, lotta e carte.
Prima di diventare un pro gamer è necessario scegliere la console e il videogioco sul quale si desidera competere. Si tratta di una scelta importante che va presa sia col cuore che con la testa. Con il cuore in quanto bisogna scegliere ciò che appassiona maggiormente, mentre con la testa, in quanto bisogna capire dove ci sono reali opportunità di inserimento nel mercato dei professionisti. A questo scopo infatti, i giocatori si dividono in due categorie: quelli che preferiscono puntare sui giochi già affermati e con un ricco montepremi e quelli che invece preferiscono provare a sfondare in videogame emergenti, dove la concorrenza è bassa, ma si corre il rischio che il gioco non raggiunga mai l’audience sperato. Inoltre, chi sceglie di competere nel drive racing per esempio, oltre alla console deve anche scegliere il simulatore di riferimento: per playstation le alternative principali sono Gran Turismo, Assetto corsa competizione e Formula 1; per pc invece, i principali simulatori sono Iracing, Rfactor2, Assetto corsa competizione, Formula 1 e Raceroom.
Come per ogni sportivo che si rispetti, anche negli eSports l’allenamento è fondamentale per poter fare carriera. Le modalità con cui iniziare sono uguali per tutti e prevedono una fase in cui si gareggia praticamente solo contro la console. Solo in una seconda battuta infatti, si è pronti per affrontare avversari reali. Per quanto riguarda la durata invece, i criteri sono molto soggettivi e vanno da un paio di ore al giorno fino ad un massimo di 4-6 ore. Tuttavia, a differenza di quello che si possa credere, restare incollati per troppe ore sarebbe controproducente, in quanto i riflessi e la capacità di attenzione tendono a ridursi con il passare del tempo. Infine, un pro gamer dovrebbe allenarsi anche dal punto di vista fisico e all’aria aperta per poter mantenere in gran forma le proprie abilità ideo-motorie.
L’ultimo step per raggiungere il successo è quello di avere un team competitivo ed un coach di riferimento, abile sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale. In effetti, le principali competizioni hanno un gran numero di spettatori e la pressione sui giocatori può essere davvero tanta, per questo avere qualcuno che faccia da supporto psicologico può fare la differenza. Anche se negli eSports si può essere attivi pur restando chiusi nella propria stanza, non è una buona idea agire in solitudine, in quanto i social network sono un importante fattore di traino per chi cerca visibilità in cerca di un contratto professionistico.
Grazie alla presenza di numerosi sponsor che sui media tradizionali non riescono a ricevere la giusta attenzione dei cosiddetti millennials, il settore eSports oggi rappresenta un giro d’affari che solo in Italia vale circa 47 milioni di euro. Un vero gamer pro infatti, di solito è in grado di creare una forte community e avere un corposo seguito di follower per le proprie dirette. Inoltre, non mancano i grandi appuntamenti dal vivo che già in passato hanno registrato numeri da record, soprattutto all’estero. In Italia il settore è così in crescita a livello economico che recentemente ha attirato l’attenzione della Camera.
Per molti teenager diventare un gamers pro è sicuramente un lavoro molto ambito, non solo perché divertente, ma anche perché i guadagni possono essere davvero allettanti visto che comprendono sia i montepremi relativi alle competizioni che i proventi derivanti dai vari sponsor promossi sui propri canali social.
PressGiochi
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