“Il gioco non è il mondo del vizio che viene spesso raccontato ma è soprattutto l’attività di molti imprenditori italiano, molti posti di lavoro, un lavoro fatto di tantissime norme
“Il gioco non è il mondo del vizio che viene spesso raccontato ma è soprattutto l’attività di molti imprenditori italiano, molti posti di lavoro, un lavoro fatto di tantissime norme oltre che tante tasse”.
Ad affermarlo è Claudio Brachino, giornalista e direttore di Mediaset moderatore dell’evento che si sta tenendo questa mattina a Milano organizzato da Astro dal titolo “Occupazione, fiscalità, territorio: quale futuro?” presso il Grand Hotel Doria. Un evento dedicato alla presentazione del primo report condotto dalla CGIA Mestre sul gioco e, in particolare, sul comparto degli apparecchi con vincita in denaro: il risultato dello studio è il frutto di un approfondimento inedito sulle caratteristiche economiche delle imprese che compongono il comparto terrestre del gioco pubblico, e non mancherà un focus sulla Regione Lombardia.
“Io – racconta Brachino – ho iniziato a fare il giornalista con Emilio Fede che è stato notoriamente un grande giocatore d’azzardo. E proprio lui che mi ha portato per la prima volta in un Casinò dove ho scoperto un mondo affascinante. Non c’è dubbio che in questo mondo esistono tantissimi problemi ma il dovere di chi fa informazione come ho fatto io per tanti anni è quello di conoscere le cose di cui si parla con l’approfondimento. I numeri che questa mattina saranno raccontati dai relatori sono numeri che sorprendono e dipingono una realtà che pochi conoscono nei suoi aspetti positivi”.
“Quando si tocca un argomento come il gioco sì cammina sulle uova – ha affermato Gianmarco Senna, presidente IV commissione Regione Lombardia “Attività produttive istruzione formazione e occupazione”-. Abbiamo fatto una legge sulla ludopatia in Regione Lombardia perché il gioco è anche un problema al pari del tabacco. Ma bisogna evitare di buttare il bambino con l’acqua sporca.
Non vi nego che all’interno dei vari gruppi ci sono sensibilità diverse. Chi è al Governo se crede che vietando e abolendo tutto si risolvano i problemi si sbaglia. Noi siamo dall’altra parte e crediamo nelle imprese e nella possibilità di conciliare le attività legali con la tutela dei cittadini”.
Ad intervenire anche Matteo Copia, Ufficiale di Polizia Locale ed autore del libro “#APPeal, il fascino della rete”. “Chi porta una divisa come me – ha affermato Copia – ha il dovere di tutelare il più debole. E spesso scopriamo che il più debole è proprio l’imprenditore. Quando entriamo nelle sale a fare controlli finiamo con il controllare solo i clienti. Perché tutto il resto è filtrato a priori dalle aziende.
Ho iniziato ad indagare questo settore in modo molto critico e adesso mi dicono addirittura che sono un vostro paladino. Bisogna tuttavia ammettere che molti interventi contro il gioco vengono fatti per soddisfare la pancia di chi urla conto le slot perché ha la necessità di avere un nemico. E domani urlerà contro la plastica o chissà cos’altro.
Come ufficiale di polizia locale mi capita spesso di sentirmi chiedere di ‘chiudere un occhio’. Non mi capita mai che un gestore o un barista mi chieda di chiudere un occhio per una inadempienza con le slot o le vlt. Perché sono già a posto. Perché sono stufi di vederci a far loro le pulci.
Gli operatori regolari sono i primi ad avere l’interesse a combattere ci opera in modo illegale. Perché paradossalmente sono i meno controllati e di conseguenza finiscono col fare concorrenza sleale a chi è ben visibile alle istituzioni”.
PressGiochi