27 Dicembre 2024 - 19:40

Senato. Vaccari (Pd): ‘Necessario regolamentare il settore diminuendo l’offerta e la domanda di gioco e combattendo l’illegalità e la criminalità organizzata”

E’ ripresa questa mattina in Aula al Senato la discussione della Relazione della Commissione Antimafia sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito. Il relatore Stefano Vaccari ha

25 Gennaio 2017

E’ ripresa questa mattina in Aula al Senato la discussione della Relazione della Commissione Antimafia sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito. Il relatore Stefano Vaccari ha dichiarato: “La relazione, che si compone di 64 pagine che ieri ho cercato di sintetizzare nei punti salienti, ha cercato anche di evidenziare come, data una certa quantità di domanda di gioco totale, ad una sempre maggiore quantità di domanda indirizzata ai prodotti legali dovrebbe corrispondere una diminuzione delle giocate illegali e, all’interno di queste, di quelle gestite dalla criminalità organizzata. Abbiamo individuato, seppure in via presuntiva, le ragioni per le quali, almeno fino ad oggi, questa tendenza non si è registrata: vi è da un lato il potenziale di crescita espresso dalla domanda di gioco e dall’altro la capacità delle mafie di realizzare guadagni nelle falle e negli interstizi del sistema.

Quindi, in tale direzione, vi è la necessità di introdurre ed implementare procedure e strumenti di controllo che usufruiscano o possano usufruire di nuove tecnologie, le più avanzate, in favore della trasparenza e della tracciabilità delle operazioni, in modo da rompere quello che viene definito un circuito vizioso di alimentazione reciproca tra gioco legale e gioco illegale in modo da riuscire ad arginare, quanto più possibile, la presenza della criminalità organizzata nel settore ma soprattutto consentirne l’allontanamento.

Abbiamo lavorato, come ho detto, a 23 proposte di modifica normativa su cinque ambiti e abbiamo formulato due raccomandazioni al Governo che riteniamo sia necessario trovino presto una concreta possibilità di essere portate avanti.

Ho sottolineato nella relazione, e diversi colleghi lo hanno anche ripreso, come vi sia la necessità che il rapporto e l’accordo della Conferenza Stato-Regioni arrivi a concludersi quanto prima e, com’è stato anche annunciato dal sottosegretario Baretta in diverse occasioni, alcuni dei contenuti di questo accordo possono diventare oggetto di un provvedimento importante da parte del Governo che li racchiuda, augurandoci che all’interno di tale provvedimento vi siano anche molte delle proposte che abbiamo provato a raccogliere all’interno della relazione.

Certo è che abbiamo bisogno di regolamentare il settore, guardando ovviamente ai due principi che ho cercato di richiamare nell’introduzione: diminuire l’offerta e la domanda di gioco e combattere l’illegalità, la criminalità organizzata e la sua pervasività. È una lotta che va fatta ovviamente a 360 gradi e mettendo a disposizione delle Forze dell’ordine e della magistratura nuovi e più sofisticati strumenti per condurre indagini, oltre che, ovviamente, modificando la normativa perché ciò sia più facilmente possibile e sia possibile anche portare avanti indagini di lungo corso per riuscire ad arrivare fino alla testa di comando di questo sistema.

Quindi abbiamo la necessità di richiamare tutti quanti alle proprie responsabilità. I gestori dei vari pezzi della filiera non sono tutti uguali così come il sistema finanziario e bancario non è tutto uguale. A questo fine voglio ricordare un’esperienza importante che un grande gruppo bancario sta conducendo in solitaria – ahimè – all’interno del sistema bancario italiano, per mettere nelle condizioni, con una scelta di responsabilità sociale di impresa, una scelta etica e anche reputazionale, i propri clienti di essere informati e soprattutto di impedire il loro coinvolgimento: penso al sistema dei giochi online attraverso le carte che questo Istituto ha reso non utilizzabili nel gambling online, mettendo a disposizione materiali e formazione nelle singole filiali, promuovendo l’educazione finanziaria nelle scuole, facendo un vademecum per le famiglie per l’uso delle carte e la cointestazione dei conti e dando indicazioni agli amministratori di sostegno e su come gestire i vari prodotti della banca stessa.

Credo che sia un’esperienza utile e importante, che segnala come ci sia stata un’assunzione di responsabilità da parte di un pezzo importante del sistema che complessivamente ha a che fare con la mole di gioco che coinvolge milioni di cittadini italiani.

A proposito del richiamo alla responsabilità, vorrei ricordare l’iniziativa da stigmatizzare e da condannare – in tanti lo abbiamo fatto ed io per primo insieme al collega Mirabelli – ossia la scelta della Federazione italiana giuoco calcio, risalente a qualche mese fa, di intrattenere un rapporto di sponsorizzazione con un’azienda (Intralot), controllata da un’altra azienda (Gamenet) che è tra i tredici concessionari dell’azzardo autorizzati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. È da stigmatizzare questa scelta che ha suscitato tantissimi moti di protesta da parte di amministratori locali, nell’ambito della campagna «Mettiamoci in gioco», delle forze politiche, del mondo del calcio (allenatori e calciatori), e che ha evidenziato una contraddizione. Non siamo nelle condizioni di interrompere da un giorno all’altro tutto il sistema dei giochi nel nostro Paese.

Di fronte a tale situazione, qualcuno può essere chiamato a dare il buon esempio, ad esempio la nostra nazionale di calcio che indubbiamente, come ha fatto anche in passato, può evitare di mettere accanto al proprio nome un logo di questa fattura. Soprattutto, aziende come Intralot e Gamenet, come inchieste giornalistiche hanno dimostrato, devono al nostro Stato 60 milioni di evasione fiscale per gli anni passati.

Nel momento in cui il legislatore decide di mettere mano a questo settore, abbiamo la necessità che anche altri soggetti diano il buon esempio adottando un provvedimento contrario alla scelta che è stata fatta, visto che anche le risorse che tale decisione ha generato possono essere progressivamente rimpinguate da altre, orientate a dimostrare che è possibile indirizzare scelte importanti per dare il buon esempio ai nostri cittadini. Il mondo dello sport già in passato ha saputo dimostrare, come molte federazioni hanno fatto, di aver adottato dei princìpi etici e di responsabilità sociale, quindi di poter dare anche indicazioni importanti ai propri associati.

Per questa ragione credo che il lavoro e la discussione che abbiamo fatto sia molto importante e possa dare un sostegno altrettanto importante e decisivo all’accelerazione che su questo fronte il Parlamento deve fare perché, come ho cercato di dire anche ieri, le mafie hanno individuato questo settore come prioritario per i propri interessi illegali e criminogeni. Abbiamo la necessità che anche il legislatore possa produrre a tale proposito delle innovazioni importanti per impedire che questa presenza sia ulteriormente mantenuta e si possa ingrandire, e per ridurla ai minimi termini”.

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