22 Novembre 2024 - 15:20

Senato, il ddl della Lega vuole riqualificare l’ippica rilanciando le scommesse

Si prefigge di creare le condizioni per il rilancio delle scommesse sulle corse dei cavalli al fine di favorire, attraverso il gioco, una riqualificazione del settore dell’ippica e una maggiore

26 Marzo 2024

Si prefigge di creare le condizioni per il rilancio delle scommesse sulle corse dei cavalli al fine di favorire, attraverso il gioco, una riqualificazione del settore dell’ippica e una maggiore attrattività del prodotto. Non solo: mira da individuare le modalità di rimodulazione delle aliquote del prelievo fiscale, prevedendo una loro graduale riduzione in funzione dell’aumento degli importi derivanti dalla raccolta delle scommesse.

Lo prevede il disegno di legge a firma Romeo ed altri della Lega e depositato al Senato della Repubblica.

Il disegno di legge si compone di tre articoli, introduce norme per lo sviluppo e il rafforzamento della filiera equina, intervenendo sia sotto il profilo del rilancio delle attività di allevamento che della pratica sportiva della corsa.

La filiera del cavallo da corsa consta di15.000 cavalli trattori e puro sangue e dà lavoro complessivamente a circa 20.000 persone e famiglie, tra addetti diretti e indiretti. Il settore, che almeno fino all’inizio degli anni duemila è stato un fiorente rappresentante della storia e della tradizione sportiva del nostro Paese, oggi è in evidente decadimento. L’ippica ha purtroppo diminuito negli anni lo spirito di gioco sportivo che l’animava, e che manteneva alto l’interesse di tanti appassionati, sportivi e non, che trovavano in questa disciplina un momento di svago e di divertimento.

Oggi parliamo di un settore non più competitivo, che sopravvive con difficoltà. Ogni cavallo ha un costo mensile fisso che varia tra gli 800 euro, per gli animali non in attività agonistica, e i 1.200 per quelli da corsa. A questi costi vanno sommate le spese per l’allenamento, il trasporto, le attrezzature e la cura. Complessivamente il costo che grava sulle scuderie e sugli allevatori si traduce in circa 200 milioni di euro l’anno.

Parliamo di cifre insostenibili, che inficiano il lavoro quotidianamente svolto con passione dai tanti addetti del settore. A livello qualitativo l’allevamento italiano è infatti tra i primi posti nel mondo. I puledri italiani assumono un valore che, oltre alla qualità dell’animale, è in gran parte determinato dal lavoro degli allevatori e dei proprietari. Oggi i premi al traguardo in Italia rappresentano circa 80 milioni di euro tra trotto e galoppo e il 40 per cento circa dei costi sostenuti, ed è solo grazie all’invio dei migliori elementi all’estero, dove i premi sono più rilevanti ed erogati in tempi rapidi, che il sistema riesce a mantenersi. I cali d’introito subiti dal settore hanno depresso l’ippica, rendendola sempre più dipendente dalle sovvenzioni pubbliche; di conseguenza oggi il settore non è più in grado di guardare al futuro con prospettive di crescita e di sviluppo.

Il presente disegno di legge intende dunque individuare delle opportunità su cui poter investire per riportare l’ippica a essere uno sport vivo e seguito da tanti appassionati. È evidente che si tratta di un lungo cammino, che non potrà avere compimento nell’ambito del disegno di legge in esame; ma quest’ultimo certamente segna un punto importante da cui poter ripartire. L’obiettivo è quello di far emergere i punti di forza del settore, partendo proprio dall’inquadramento dell’attività di allevamento come attività agricola, e costruendo poi, attraverso l’adozione di un piano di riforma dell’ippica nella sua interezza, l’impalcatura necessaria per la valorizzazione e il rilancio di questo sport nel panorama nazionale e internazionale.

L’articolo 1 individua come attività agricole le attività di gestione della riproduzione, della gestazione, della nascita, dello svezzamento e dell’allevamento di cavalli per la pratica sportiva professionale, applicando alle suddette attività un regime di maggior favore sia in termini fiscali che previdenziali. Sempre l’articolo 1 al comma 3 prevede che, qualora le medesime attività siano svolte per conto di terzi, alle stesse si applica il trattamento agevolato, di cui all’articolo 56-bis, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre1986, n.917.

L’articolo 2 disciplina il piano per la riforma dell’ippica. Il piano, adottato con decreto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ha l’ambizione di riposizionare l’ippica su più alti livelli competitivi. A tal fine il piano dovrà stabilire: la creazione delle condizioni per il rilancio delle scommesse sulle corse dei cavalli, al fine di favorire attraverso il gioco, una riqualificazione del settore; l’individuazione delle modalità di riduzione delle aliquote destinate all’erario a fronte dell’aumento della raccolta delle scommesse; l’individuazione dei criteri per il rilancio degli ippodromi, anche attraverso l’adozione di una loro nuova classificazione; la previsione delle modalità per il rilancio della comunicazione e del marketing; la previsione delle modalità per l’istituzione di un’agenzia vigilata da Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nella quale possano essere rappresentate tutte le professionalità che operano nella filiera dell’ippica; il rilancio della disciplina dell’equitazione, anche attraverso la promozione nelle scuole primarie e secondarie di campagne di sensibilizzazione per la diffusione della cultura del cavallo legato alla pratica dell’equitazione sportiva, ad opera delle federazioni sportive di riferimento; la previsione dei criteri per il rafforzamento del sistema di verifica dello stato di salute e della condizione psico-fisica dei cavalli.

L’articolo 3 reca la copertura degli oneri finanziari, che sono pari a 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024.

PressGiochi

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