È stato assegnato per l’esame in sede referente alle Commissioni affari costituzionali e finanze del Senato il progetto di legge presentato dal sen. Scilipoti Isgro’ Domenico ed altri per l’Istituzione
È stato assegnato per l’esame in sede referente alle Commissioni affari costituzionali e finanze del Senato il progetto di legge presentato dal sen. Scilipoti Isgro’ Domenico ed altri per l’Istituzione di case da gioco nei comuni di Taormina e di San Pellegrino Terme.
Verranno sentiti in via consultiva anche le Commissioni Bilancio, Industria, commercio, turismo, Lavoro, previdenza sociale, Politiche dell’Unione europea, Commissione parlamentare questioni regionali.
“Accanto alle già consolidate attrazioni turistiche presenti nei territori, – ha dichiarato il senatore Scilipoti presentando la proposta – occorre mettere in campo idee e iniziative che attraggano un crescente flusso di visitatori dalle altre regioni italiane e dai Paesi esteri, al fine di conquistare ulteriori settori di mercato e di contrastare la concorrenza dei Paesi europei confinanti.
Nella situazione attuale, dove la crescita dell’economia è bassissima o quasi nulla, dare spazio ad attività imprenditoriali che assicurino un incremento dell’economia locale e nazionale è quasi una necessità.
In provincia di Messina, la città di Taormina (Taorimenion), già abitata dai siculi e, in seguito (753 avanti Cristo), da coloni greci e poi dai romani, ha tutti i requisiti per ottenere la riapertura di una casa da gioco, già presente negli anni sessanta ed esattamente dal 1963 al 1965. La capacità attrattiva del territorio e in particolare della città di Taormina è nota in tutto il mondo: il mare da un lato, l’Etna innevato e fiammeggiante dall’altro, le bellezze archeologiche, artistiche, naturalistiche e paesaggistiche, la cultura, la rinomata gastronomia, il calore e la socievolezza della gente. Tutto questo è un valido presupposto ed è una base qualificante per la riapertura di una casa da gioco che potrebbe essere gestita dallo stesso comune di Taormina oppure data in concessione, incamerando i profitti da destinare all’amministrazione comunale e alla regione Sicilia per essere reimpiegati per la promozione e il rilancio del turismo e dell’economia della regione. Al pagamento delle vincite, alla cassa e ad ogni movimento di denaro saranno applicate le più rigorose norme relative all’antiriciclaggio di denaro e le norme relative alla trasparenza sulle operazioni bancarie, come anche l’istituzione dì un presidio fisso del Corpo della guardia di finanza che registri l’ingresso degli italiani con l’inoltro dei dati anagrafici e fiscali all’Agenzia delle entrate.
Tale presidio, assolutamente non presente nelle altre case da gioco autorizzate in Italia, consentirebbe una migliore tutela circa il rischio di possibili infiltrazioni mafiose, cavallo di battaglia, questo, dei nemici dello sviluppo del Sud.
Infatti, a differenza del 1965, oggi il Nord è divenuto, secondo recenti statistiche, territorio di riciclaggio delle organizzazioni mafiose.
L’inesistenza di case da giocò al Sud e la loro presenza di quelle al Nord appare pertanto una sperequazione inspiegabile e soprattutto produttiva di notevoli perdite economiche per il Sud, dove l’industria del turismo rappresenta pressoché l’unica risorsa.
Infatti l’apertura di diverse case da gioco nella vicina isola di Malta dirotta i flussi turistici internazionali e anche del Medioriente, a tutto danno della Sicilia.
In provincia di Bergamo – ha continnuato – si trovano alcune aree in crisi occupazionale e in modo particolare la Val Brembana, della quale San Pellegrino Terme è il centro più importante, che era stata classificata quale «area svantaggiata» di cui all’obiettivo 2 dall’Unione europea (ora obiettivo «competitività regionale e occupazione»). La situazione socio-economica della Val Brembana si connota come particolarmente delicata per l’approfondirsi della crisi occupazionale in specie nel settore industriale dove, nell’ultimo quinquennio, si sono ripetute chiusure di siti produttivi e di aziende in difficoltà. Alla tradizionale marginalità del settore dell’agricoltura di montagna e alla sempre maggiore difficoltà per tutti i comuni, e particolarmente per quelli dell’alta valle, di garantire i servizi per una popolazione tendenzialmente sempre più anziana, si affiancano le particolari condizioni di crisi anche del turismo.
In ragione della qualità delle proprie fonti termali e minerali, il comune di San Pellegrino Terme si è storicamente caratterizzato come località turistica di richiamo anche internazionale; ne sono attestazione edifici di interesse storico-monumentale quali il casinò ed il Grand Hotel. La capacità attrattiva del luogo si è tuttavia andata nel tempo estinguendosi, così che al venir meno del flusso turistico si è accompagnato il degrado delle strutture ricettive esistenti. L’economia di valle, nel settore turistico, può svilupparsi partendo dal rilancio di San Pellegrino Terme e del suo centro termale, dove accanto al richiamo di un luogo conosciuto in tutto il mondo si affianca la presenza di architetture storiche uniche, di rilevante importanza e di grande potenzialità.
Il futuro della cittadina termale, e con esso il futuro della Val Brembana, è legato al rilancio del termalismo e del turismo congressuale come motori di un processo di recupero delle strutture storiche e di rivitalizzazione del settore alberghiero, che va rafforzato dall’inserimento di nuove funzioni di attrazione: tra le iniziative innovative e utili per lo sviluppo dell’economia e per aumentare i livelli occupazionali, appare urgente promuovere la riapertura delle case da gioco, in particolare nelle zone ove in passato tali strutture erano già situate.
In alcuni comuni, come quello di San Pellegrino Terme in Val Brembana che già in passato ha ospitato una casa da gioco, la localizzazione di una casa da gioco renderebbe possibile una fonte autonoma di finanziamento per le amministrazioni comunali e regionali. Il casinò municipale, di proprietà del comune, è un edificio storico-artistico tutelato ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ed essendo di proprietà pubblica costituisce anche un bene demaniale; inaugurato nel 1907, esso funzionò come casa da gioco dal 1907 fino al 1917, per poi riaprire in altri brevi periodi all’attività di gioco, l’ultima volta immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale. Successivamente fu destinato ad altre funzioni pubbliche e di pubblico spettacolo, prima attraverso una gestione diretta da parte del comune e poi con l’affidamento della gestione a terzi durante gli anni di apertura. La presenza del casinò quale casa da gioco consentì di proporre a livello nazionale ed internazionale San Pellegrino Terme quale destinazione termale e turistica di altissimo livello e determinò un forte impulso per tutta l’economia della Val Brembana, della provincia di Bergamo e anche per l’intera regione Lombardia. È pertanto necessario intraprendere ogni utile e innovativa iniziativa per lo sviluppo dell’economia e per aumentare i livelli occupazionali, respingendo, nel contempo, i pregiudizi in base ai quali la presenza delle case da gioco sul territorio andrebbe esclusa per timore di infiltrazioni criminali. Appare urgente convogliare cospicui flussi di denaro, dirottandoli da canali illeciti, quali bische e scommesse clandestine, verso le economie delle comunità locali, contribuendo a trainarne lo sviluppo in termini di presenze e di flussi sul territorio, nonché di risorse finanziarie”.
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