25 Gennaio 2025 - 00:08

Se ne è andato Maurizio Miazga, eSports e giornalismo le sue passioni

A dicembre scorso era stato premiato dall’organizzazione mondiale cinese ECI, che lo aveva scelto fra le 10 personalità alle quali conferire il premio “2024 Annual Innovation Leader” motivandolo con l’integrazione

24 Gennaio 2025

A dicembre scorso era stato premiato dall’organizzazione mondiale cinese ECI, che lo aveva scelto fra le 10 personalità alle quali conferire il premio “2024 Annual Innovation Leader” motivandolo con l’integrazione fra sport reali e Sport Virtuali.

Se ne è andato dopo una lunga malattia, Maurizio Miazga, attuale presidente di Wesda, la World E-Sports Development Alliance, da sempre impegnato per portare gli eSport all’interno del Coni e del Cio.

È stato tra i fondatori della Federazione Italiana E-Sports, dove ha ricoperto il ruolo di Segretario Generale, e del Comitato Promotore E-Sports Italia, dove ha operato come Direttore Tecnico. Alla guida di Assoproma ASD, una delle prime associazioni sportive dilettantistiche dedicate agli sport virtuali, ha consolidato ulteriormente il legame tra passione e professionalità, sempre attivo con numerosi progetti per far conoscere il modo corretto di usare i videogiochi. Un’attenzione costante verso i giovani, che ha caratterizzato tutto il suo operato, cercando di costruire un ponte tra intrattenimento, educazione e valori sportivi.

Anche il giornalismo è stato un pilastro della sua vita. Fino agli ultimi giorni, Miazga ha continuato a scrivere, informare e sviluppare progetti innovativi legati al mondo degli eSport.

In suo onore, riproponiamo il suo ultimo articolo pubblicato nell’edizione di dicembre di PressGiochi MAG, simbolo del suo instancabile impegno verso questo settore.

 

INVESTIRE NEGLI E-SPORTS OGGI CONVIENE? Di Maurizio Miazga

Merita investire nel settore dei video games guardando ai progetti e ai soggetti promotori più che alle notizie eclatanti

Vorrei sapere quanti di voi pensano che gli Esports sono Sport… alzate la mano!

Ora vorrei sapere quanti di voi pensano che i videogames sono di proprietà esclusiva dei publisher. Ok, alzate la mano. Bene, ora vorrei dirvi due cose. La prima è che nel mondo esiste una sola organizzazione che può decidere che cosa può definirsi Sport ed è il CIO. E la seconda è che il CIO ha deciso che i videogames (non tutti!) faranno parte del mondo dello Sport.

Le due storielle ovvero che non è sport e che tutti i diritti sono dei publisher sono due fake news diffuse dai publisher e lo fanno solo per cercare di blindare la loro presenza per continuare a guadagnare soldi. Questo è solo uno dei problemi che il mondo dei videogames deve affrontare per crescere in modo sano.

È un ecosistema cresciuto in fretta ma con la pretesa di ‘sapere fare bene’ in capo a chi si è proposto.

Ovvero: i primi che si sono proposti sono stati considerati capaci e con esperienza adeguata per aggiungere obiettivi milionari.

Abbiamo assistito a raccolte di fondi straordinarie con risultati incredibili: gente che aveva vinto un solo torneo con un proprio player (neppure sotto contratto serio e durevole) ritrovarsi in tasca più di 300.000 euro, altri addirittura superando il milione.

La realtà emerge prima o poi quindi, a distanza di un solo anno, tutto svanito: il player ha incontrato altri più bravi e non è più stato campione, il team non aveva capacità progettuali e i soldi sono finiti in improbabili sedi costose (quando è andata bene) oppure in spese inutili e soprattutto improduttive.

E chi ha messo i soldi?

In alcuni casi si è trattato di aziende che hanno avuto pubblicitá compresa nel pacchetto quindi almeno qualcosa di utile ai fini del posizionamento lo hanno avuto. In molti altri casi la raccolta ha coinvolto singoli soggetti, come ad esempio personaggi dello sport e dello spettacolo che si sono ritrovati senza alcun vantaggio e con il capitale investito volato via.

Tutti abbiamo letto di sviluppo del settore Esports con numeri che neppure negli USA nei tempi migliori, numeri che hanno illuso  tante persone non esperte. Ora è il momento di guardare in faccia alla realtà che è rosea ma precisando che non parlo di Esports ma di Sport Virtuali ovvero videogiochi e simulatori legati a discipline sportive esistenti.

Il futuro degli Sport Virtuali è in fase di grande espansione poiché la notizia del CIO che organizzerà le Olimpiadi del settore è un fatto accertato, conclamato. Ora occorre individuare quali progetti hanno delle chances concrete di sviluppo offrendo prospettive di rientro sugli investimenti entro tempi medio-lunghi, dai 24 ai 36 mesi e oltre.

Per prima cosa bisogna individuare i soggetti capaci di gestire i progetti. Non sempre una medaglia o una ‘benemerenza’ garantiscono esperienza, soprattutto alla luce della comunicazione del CONI che ha presentato come capace di assistere le Federazioni Sportive in questa fase di transizione una federazione di E-Sports che ha realizzato si e no tre eventi in tutta la sua storia.

Tutti gli addetti ai lavori si sono meravigliati ma, soprattutto, tutti sono stati zitti. Noi no, crediamo che l’era delle notizie fuorvianti deve finire se vogliamo che questa seconda opportunità non venga bruciata come è accaduto con la prima fase.

Nel settore servono investitori seri, consci del fatto che avranno un ottimo ritorno non immediato ma in un arco di tempo ragionevole ponendo risorse a sostegno di progetti seri e di prestigio.

 

 

Cristina Doganini – PressGiochi