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Sbordoni: “La conferenza unificata a sorpresa”

Gran Bretagna. Nel caldo di agosto, la politica inglese (come quella italiana) si scatena sulle modifiche agli apparecchi da gioco A dar retta ai media, la scorsa settimana il Governo

10 Agosto 2017

Gran Bretagna. Nel caldo di agosto, la politica inglese (come quella italiana) si scatena sulle modifiche agli apparecchi da gioco

A dar retta ai media, la scorsa settimana il Governo e i rappresentanti del territorio avrebbero raggiunto un accordo, seppure non siglato. Come commenta l’avvocato Stefano Sbordoni, la sottoscrizione, quella che darà ufficialità all’intesa STATO-REGIONI, dovrebbe arrivare a settembre. Questo tanto sudato accordo sembrerebbe essere il frutto di una  precisa proposta del sottosegretario.

Di seguito alcuni dei passaggi più rilevanti della proposta del governo:

1) Riduzione dell’offerta di gioco (sia dei volumi che dei punti vendita) attraverso:

  1. a) anticipo della riduzione del numero di AWP. Quelle attualmente in esercizio sono 400.000 ca., che saranno ridotte a 265.000 con  le modalità previste dall’emendamento del Governo approvato e recepito nell’art. 6-bis del d.l. 50/2017 convertito nella l. 96/2017. L’effetto di questo provvedimento di anticipazione della riduzione di AWP  dovrebbe comportare, in meno di un anno, la riduzione a 264.674 macchine (in quanto il 30% si applica ai 378.109 apparecchi esistenti al 31 luglio 2015). Secondo il governo, al fine di rendere effettiva ed omogenea nel territorio nazionale la riduzione delle AWP, si potrebbe  prevedere che venga avviata prioritariamente dagli esercizi che ne detengono un numero maggiore e che presentino inadeguate condizioni di agibilità (insufficiente metratura, distanza tra le macchine, eccessiva visibilità dall’esterno, etc.).
  2. b) sostituzione per rottamazione delle AWP rimanenti (265.000 circa) con le AWPR, che avverrà “entro il 31/12/2019” (secondo i dettami della Legge di Stabilità 2016), in modo proporzionale a partire dal 1° gennaio 2018, nella misura del 50% annuo. In particolare, gli esercizi con 1 o 2 AWP dovranno rottamarli entro il 31 dicembre 2018.
  3. c) dimezzamento, in tre anni, dei punti di vendita del gioco pubblico (attualmente ca 100.000). Entro il 2020 i punti vendita in cui potranno essere presenti le AWP, rispetto agli attuali 98.600, dovrebbero essere così distribuiti:

– un numero massimo di 18.000 sale comprensive di quelle attualmente installate, e punti gioco certificati, rispetto ai 29.600 attuali,  così articolati: 10.000 agenzie o negozi aventi come attività prevalente la vendita di prodotti di gioco pubblici (Legge di Stabilità 2016, nuovo bando di gara),  5.000 corner, 3000 sale VLT e Bingo;

– un numero massimo di circa 30/35.000 esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione per la vendita di gioco pubblico.

2) Definizione di un sistema di regole relative alla distribuzione territoriale e temporale dei punti gioco che ospitano AWP

Le Regioni, d’intesa con gli Enti locali, s’impegnano a garantire l’effettiva attività commerciale dei punti vendita del gioco pubblico previsti a regime (18.000 sale e punti Gioco e 30/35.000 esercizi). I punti di vendita di gioco previsti a regime sono distribuiti d’intesa tra le Regioni, proporzionalmente, sulla base dell’attuale distribuzione numerica, ma tenendo conto della diversa collocazione urbanistica e sociale. Le Regioni e gli Enti locali  dovrebbero adottare, nei rispettivi piani urbanistici, criteri che, tenendo anche conto degli investimenti esistenti, consentano una equilibrata distribuzione nel territorio allo scopo di evitare il formarsi di ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrata. Riconoscere agli Enti del Territorio  la facoltà di stabilire per le tipologie di gioco, delle fasce orarie fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana di gioco. La distribuzione oraria delle fasce di interruzione del gioco nell’arco della giornata va definita in una prospettiva il più omogenea possibile nel territorio nazionale.

3) Completamento dell’intervento normativo e di modernizzazione del settore dei giochi attraverso una politica che sia in grado di:

  • predisporre le normative necessarie per il passaggio al sistema del “margine” per il calcolo delle entrate pubbliche;
  • realizzare, in collaborazione con il Ministero degli Interni e gli Enti Locali interessati, una revisione dell’attuale disciplina dei Casinò, finalizzata al risanamento del settore e a una razionale distribuzione nel territorio nazionale, anche allo scopo di aiutare la scelta di ridurre la frammentazione della attuale diffusione territoriale del gioco;
  • completare con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali le modalità di rilancio del settore ippico e della Lega ippica.

La proposta può apparire interessante, – conclude l’avvocato – con due fattori cruciali a determinarne la valenza: il mercato, a stabilire se la riduzione sia compatibile con la domanda (alla luce della continua evoluzione dell’offerta), e la competenza di chi dai vari Enti  sarà preposto all’attuazione.  E a tal proposito, ma come tutti gli accordi che si rispettino, nel trovare un buon compromesso accade che qualche punto rilevante non venga preso in considerazione (o forse venga sottinteso?). Sarebbe infatti importante – oltre a tenere in debito conto i due fattori citati – che nell’accordo venisse dedicato un capitolo al gioco illegale, o meglio ancora che venisse stabilito un principio durevole in tema: la netta distinzione tra gioco legale e non. Ciò ad evitare ad esempio che i punti che verranno tagliati per giungere all’intesa, vengano  risucchiati in circuiti illegali. Sanzionare in maniera chiara ed esemplare il gioco illegale contribuirebbe in maniera rilevante a ridare dignità all’industria sana dei giochi.

 

 

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