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Sbordoni: “I falsi moralisti di Bolzano”

L’avvocato Stefano Sbordoni, prende come spunto un fatto di cronaca, la condanna di un consigliere di Bolzano per “aver acquista con fondi pubblici oggetti impudici, per una riflessione più generale

16 Marzo 2017

L’avvocato Stefano Sbordoni, prende come spunto un fatto di cronaca, la condanna di un consigliere di Bolzano per “aver acquista con fondi pubblici oggetti impudici, per una riflessione più generale sulla situazione in materia di giochi nella città. Lo stesso consigliere arrestato infatti, aveva più volte insistito a interventi contro l’azzardo..

“Generalmente chi scrive non dedica il proprio tempo nè quello dei propri lettori ai gossip- commenta- Stavolta si è ritenuto di farlo – per onestà intellettuale e per onesta nei confronti dei lettori – e commentare fatti di cronaca, dell’estremo norditalia (Bolzano). Succede, infatti, che un consigliere provinciale del partito della destra sudtirolese Freiheitlichen sia stato condannato a due anni di reclusione per peculato. Tra le accuse, anche quella di avere acquistato con fondi pubblici oggetti impudici. L’inchiesta aveva preso il via tre anni fa, con l’esame dei rimborsi dei gruppi del Consiglio provinciale di Bolzano, di cui la Guardia di Finanza aveva acquisito la documentazione. Fra il materiale sequestrato era saltato fuori lo scontrino hard”.

“In quegli stessi anni il consigliere ora condannato –prosegue l’avvocato- era più volte intervenuto per sollecitare interventi contro il gioco pubblico insistendo perché i fondi da destinare alla lotta al Gap passassero dall’1,5% degli incassi ad almeno il 15%. Il consigliere, nei suoi vari interventi, dichiarava che la “dipendenza dal gioco d’azzardo è una malattia come l’alcolismo o lo shopping compulsivo, e non ha nulla a che vedere con la mancanza di forza di volontà o l’immaturità: la politica ha il dovere di mostrare i pericoli di questa dipendenza, che ha effetti anche sulla famiglia delle persone colpite, le quali investono tutti i loro averi nel gioco, fanno debiti, rubano e mentono, manifestando irrequietezza e suscettibilità se privati del gioco”. C’è da chiedersi allora (oltre ad immaginare con amaro sorriso quale sarebbe stata la destinazione dell’incremento di 10 volte dei fondi che voleva il consigliere..) se la politica faccia veramente gli interessi dei cittadini”.

“Anche perché l’orientamento giurisprudenziale amministrativo, proprio sui regolamenti di Bolzano, sta mutando- continua- La scorsa settimana infatti:

  • la Provincia di Bolzano ha impugnato una sentenza del Tar che ha accolto il ricorso di un gestore contro la chiusura di una sala gioco;
  • il Consiglio di Stato torna a sospendere la decadenza dell’autorizzazione di una sala disposta proprio dalla menzionata Provincia.

I Giudici di Palazzo Spada, in questo ultimo giudizio, nell’evidenziare “che la funzione del provvedimento presidenziale cautelare non è quella di anticipare il giudizio di merito, bensì quella di evitare che, in attesa della prima camera di consiglio, si determinino pregiudizi irreversibili non rimediabili mediante un’ordinanza emessa in sede collegiale“, hanno accolto il ricorso di una sala da gioco contro la Provincia Autonoma di Bolzano per la riforma di una sentenza negativa del Tribunale regionale di giustizia amministrativa Sezione autonoma di Bolzano del gennaio 2017.

I giudici rilevano che nel giudizio di primo grado sono stati adottati un decreto presidenziale, confermato da ordinanza collegiale, e che “era stata sospesa in via cautelare l’efficacia del provvedimento di decadenza dall’autorizzazione e di chiusura della sala giochi oggetto del presente appello” e che “quindi sussistono allo stato i presupposti per l’accoglimento dell’istanza di sospensione inaudita altera parte, tenuto conto della immediatezza della gravità ed irreparabilità del danno“.

“Dello stesso tenore- conclude Sbordini- era stato un precedente decreto cautelare emesso a metà febbraio da parte del Consiglio di Stato in favore di una società di gioco contro la Provincia Autonoma di Bolzano per la riforma della sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, Sezione Autonoma di Bolzano, che dichiarava improcedibile, per sopravvenuta carenza di interesse, con riferimento alle deliberazioni impugnate nn. 341 e 1570 del 2012 della Giunta provinciale, il ricorso per l’annullamento del provvedimento di decadenza dell’autorizzazione alla gestione della sala”.

 

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