27 Dicembre 2024 - 21:42

Savona. Il comune pensa all’istituzione di un tavolo tecnico su regolamentazione gioco

Nel pomeriggio di ieri nella sala Giunta del Comune di Savona, nel corso della Commissione Consiliare, è stato affrontato il tema delle regolamentazioni vigenti nel Comuni di Savona circa gli

14 Aprile 2017

Nel pomeriggio di ieri nella sala Giunta del Comune di Savona, nel corso della Commissione Consiliare, è stato affrontato il tema delle regolamentazioni vigenti nel Comuni di Savona circa gli esercizi delle sale da gioco e degli apparecchi di intrattenimento e svago, con l’ipotesi di istituire un tavolo tecnico presso l’Ufficio Territoriale del Governo.

Al dibattito sono stati invitati a intervenire due esperti del settore, il direttore del SERT di Savona, Roberto Carrozzino e il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e dipendenze, il dottor Carlo Vittorio Valenti.

E’ emerso (dati dell’osservatorio Regionale sulle Dipendenze) un dato importante che vede il 40% in Italia dei ragazzi tra i 15 e i  19 anni che nell’ultimo anno avrebbero utilizzato un sistema di gioco spendendo del denaro, un 8% gioca in maniera che potrebbe diventare problematica e un 6% da non sottovalutare.

La Liguria si posiziona in un panorama leggermente rassicurante, almeno in questo aspetto, a differenza dell’uso di alcol e stupefacenti. In Liguria le persone in cura per le dipendenze dal gioco d’azzardo sono saliti d 316 nel 2011 a 368 nel 2016, su Savona si calcolano 96 in totale nello scorso anno.

La Commissione Consiliare si é detta pronta ed unita per combattere il problema e trovare uno strumento atto a risolverlo partendo dall’analisi della situazione del gioco nel Comune di Savona.

 

Le persone che ad oggi sono seguite dal Sert savonese sono 98, rispetto alle 30 di quattro anni fa. Ma, come specificato da Carrozzino, «si tratta solo della punta di un iceberg, perché la percentuale delle persone che ha questa dipendenza e si rivolge a noi è molto bassa rispetto al totale». E se l’aumento esponenziale del trecento per cento è confermato a livello ligure (i ludopatici conclamati e seguiti sono passati dai 116 del 2011 ai 368 del 2016) colpisce anche il dato sulla frequenza con cui i giovanissimi savonesi (tra i 15 e i 19 anni) hanno giocato almeno una volta in un anno: il 40% dato in linea con le tendenze nazionali, «con l’8% che ha un rapporto con il gioco che può essere problematico e il 6% che presenta già le caratteristiche della dipendenza», hanno continuato i due medici.

 

 

Ma se sull’incremento del fenomeno c’è poco da discutere, le differenze persistono sui metodi con cui affrontare la questione. «Si tratta di un problema molto serio ma l’ordinanza non lo risolve, ormai si gioca su internet più che alle slot – ha spiegato il capogruppo di Vince Savona, Emiliano Martino -. Non basta fare proclami o aria fritta». Una posizione condivisa dai leghisti Matteo Venturino e Fabrizio Ghiso, con quest’ultimo finito nel mirino dei Cinquestelle per la sua proposta di uniformare – secondo i pentastellati “al ribasso” – le regole sugli orari in cui le macchinette sono accese.

 

«Non sono qui per parlare di orari – ha spiegato Ghiso – ma per chiedere un tavolo in Prefettura che armonizzi le regole: serve un comportamento uniforme, l’ordinanza non ha raccolto i risultati sperati». Una lettura contestata da Simona Saccone del gruppo misto («il restringimento è utile») e dalle opposizioni. «Sono gli altri comuni a dover fare come noi, altrimenti faremo un passo indietro – ha detto Manuel Meles (M5S) -. Per noi l’ordinanza resta uno strumento utile, togliendo la prossimità si combatte la dipendenza».

 

Opinione condivisa da Marco Ravera (Rete a Sinistra), per il quale «sale gioco e compro-oro sono segno di disagio sociale», Daniela Pongiglione (Noi per Savona) e dal Pd. «Non è vero che l’ordinanza non ha utilità – ha spiegato la dem Elisa Di Padova -. Proponiamo di anticipare l’applicazione della legge regionale la cui entrata in vigore è stata prorogata di un anno dalla Regione: devono essere gli altri comuni a seguire l’esempio di Savona».

 

PressGiochi