In Camera, durante la discussione del Decreto Riaperture, è intervenuta l’On. Elvira Savino di Forza Italia, che ha spiegato: “Colleghi, il provvedimento al nostro esame è il primo decreto-legge che,
In Camera, durante la discussione del Decreto Riaperture, è intervenuta l’On. Elvira Savino di Forza Italia, che ha spiegato: “Colleghi, il provvedimento al nostro esame è il primo decreto-legge che, dopo oltre sedici mesi, allenta la morsa infernale a cui il Paese è stato costretto per cercare di fronteggiare il dilagare dell’epidemia da COVID-19, con il suo carico drammatico di morti e dolore e il conseguente e inevitabile crollo della nostra economia e delle nostre attività produttive. Il provvedimento prevede una serie di misure di allentamento alle limitazioni e agli spostamenti sul territorio nazionale e una progressiva riapertura delle diverse attività soggette a limitazioni o a chiusure durante il periodo di maggior diffusione dei contagi da virus. Un decreto, non a caso ribattezzato “decreto Riaperture” che, finalmente e proprio alla luce dei dati sull’epidemia e dell’andamento della campagna vaccinale, dà il via al graduale ritorno ad una prossima e sicuramente da tutti noi auspicata normalità, con ciò che tutto questo comporta in termini di ripresa delle attività economiche e sociali.
Il testo prevede un cronoprogramma di riaperture per la graduale rimozione delle restrizioni, che, al di là delle iniziali diversità di valutazione, alla fine, ha trovato un sostanziale e importante accordo e una sostanziale sintesi all’interno della Conferenza delle regioni. La situazione legata all’andamento epidemiologico attualmente è fortemente e in costante e deciso miglioramento: la campagna vaccinale è entrata a regime e ciò sta consentendo di aprire le vaccinazioni contro il COVID-19 a tutte le classi di età, utilizzando tutti i punti di somministrazione, compresi quelli aziendali e le farmacie. Se nelle prossime settimane presteremo tutti attenzione, riusciremo a portare il Paese intero fuori dalle limitazioni imposte dalla pandemia, con tutto ciò che ne deriverà in termini di ripresa dell’economia, senza rischiare l’aumento dei contagi, come era, invece, purtroppo, accaduto alla fine della scorsa estate. Un’organizzazione efficiente della campagna vaccinale sta producendo un costante e apprezzabile calo dei ricoveri e dei decessi e sta mettendo in sicurezza gran parte delle classi vulnerabili e della fascia anziana della popolazione, ossia coloro che hanno un’altissima possibilità di finire in ospedale o, peggio, nelle terapie intensive nei nostri ospedali.
Il Paese sta andando velocemente verso una generale riapertura in maniera sicura – e tutti quanti speriamo sia irreversibile – con una tempistica anche più rapida di quanto inizialmente previsto da questo “decreto Riaperture”, il cui disegno di legge di conversione l’Aula si appresta ora a discutere e ad approvare nei prossimi giorni. Il cronoprogramma di gran parte delle riaperture previste con questo provvedimento è sicuramente la conseguenza dell’azione positiva messa in campo in questi mesi dal Governo e dei risultati importanti che, obiettivamente, si stanno ottenendo in termini di controllo della diffusione del virus. Il provvedimento si inserisce, quindi, in una situazione sanitaria in positiva evoluzione. Il testo iniziale del decreto si è dovuto modificare in Commissione in modo da anticipare ulteriormente le date inizialmente previste per le riaperture e ciò proprio in virtù dell’accelerazione nel miglioramento dei dati epidemiologici e per prendere atto di questi dati positivi.
Il decreto presentato il 22 aprile alla Camera, nella sua versione iniziale, si componeva di quattordici articoli; il testo, invece, che oggi stiamo analizzando in Aula è lievitato sensibilmente in ben 44 articoli. Questo perché il decreto-legge iniziale ha visto confluire al suo interno altri due decreti: il decreto-legge n. 56 di proroga dei termini legislativi di prossima scadenza al fine di garantire la continuità dell’azione amministrativa, nonché la vigenza di alcune misure correlate con lo stato di emergenza epidemiologica e, poi, il decreto-legge n. 65, il cosiddetto decreto Riaperture-bis, che ha rivisto l’iniziale disciplina relativa al coprifuoco, quindi ai limiti orari e agli spostamenti, in quanto tale disciplina è stata, fortunatamente, in buona parte superata dal deciso miglioramento nella diffusione dell’epidemia. L’obiettivo è senza dubbio quello di raggiungere il più rapidamente possibile una completa e totale eliminazione di tali limiti. L’innesto del decreto n. 65, ossia del decreto “Riaperture-bis”, ha consentito, quindi, di accelerare la riapertura dei servizi di ristorazione, di feste e cerimonie, attività degli esercizi commerciali, delle palestre, delle piscine, sale giochi, apertura al pubblico dei musei e altri istituti e luoghi della cultura: un altro passaggio fondamentale.
Occorre evidenziare che, a differenza di quanto fatto dal precedente Governo, questo decreto-legge affida direttamente alla fonte legislativa molti aspetti che finora erano stati regolati dai cosiddetti DPCM, un modo di procedere sul quale noi di Forza Italia siamo stati sempre molto critici. Tra questi aspetti, che ora vengono disciplinati con legge, voglio ricordare anche la disciplina delle attività scolastiche, delle fiere, dei convegni, dei congressi, le attività dei servizi di ristorazione, gli eventi sportivi, la disciplina degli spettacoli aperti al pubblico e molti altri. Riguardo al cronoprogramma delle riaperture delle tante attività commerciali e dei tanti settori produttivi, resta il fatto che, al di là delle diverse valutazioni emerse anche tra i partiti che sostengono questo Governo sulla tempistica delle medesime riaperture, grazie alle misure previste dal provvedimento al nostro esame, già da oggi tutto il Paese viene messo nelle condizioni di ripartire.
Tra le tante norme del decreto, anche introdotte in sede referente dalla Commissione affari sociali, voglio ricordare alcune che, forse, più di altre caratterizzano e qualificano questo provvedimento. Intanto, quella più significativa, come si è detto, che il Paese aspettava da tempo, è l’allentamento delle severe misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica, che consente di riprendere in maniera scaglionata molte attività economiche e sociali: parliamo di ristoranti, bar, centri commerciali, musei, luoghi di cultura, feste, cerimonie, spettacoli viaggianti, parchi giochi, ossia tutte quelle attività che, senza dubbio, contribuiscono in maniera determinante a tenere in piedi l’economia di questo Paese e che, nell’ultimo anno, sono state decisamente stremate. Così come è importante la prevista introduzione delle cosiddette certificazioni verdi COVID-19 che favorisce gli spostamenti sul territorio dei nostri concittadini e permette più agevolmente di partecipare agli eventi che riprenderanno, alle fiere, alle cerimonie, alle feste, agli eventi sportivi. Tutto questo mentre attendiamo la prossima entrata in vigore dei certificati verdi europei. Viene, inoltre, assicurata il più possibile l’attività scolastica in presenza sull’intero territorio nazionale, nonché l’attività dei servizi educativi per l’infanzia. Stessa cosa riguarda le università e le istituzioni di alta formazione artistica e coreutica, dove le attività didattiche sono, evidentemente, svolte prioritariamente in presenza.
Tra i diversi miglioramenti al testo iniziale approvato in Commissione referente, mi fa piacere ricordare, anche perché nascono dall’approvazione di un nostro emendamento, le norme volte a consentire le visite dei familiari ai propri cari ricoverati nelle strutture sanitarie, seppure nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza – e questo dopo che il Ministro della Salute aveva già consentito, nelle scorse settimane, le visite alle persone ricoverate nelle RSA -, così come ora vengono consentite anche le uscite dalle strutture nelle quali si trovano dei pazienti ivi ricoverati con l’autorizzazione della direzione sanitaria. Credo sia una decisione di grande civiltà, alla luce del fatto che gli anziani e i tanti pazienti ricoverati da lungo tempo negli ospedali e nelle strutture sociosanitarie hanno pagato un prezzo altissimo.
E sono quelli che più di tutti gli altri hanno patito, in termini affettivi, l’impossibilità di riabbracciare o rivedere i propri cari. Insomma, siamo di fronte a un provvedimento assolutamente atteso dai cittadini e, forse, ancora di più dall’intero mondo produttivo. Certamente è migliorabile su alcuni aspetti e su alcune tempistiche ma, senza dubbio, importante per il nostro Paese. Da questo punto di vista, quello dei miglioramenti, l’Aula può ancora certamente dare il suo contributo, dare ulteriori apporti a questo decreto e ci auguriamo di approvarlo al più presto”.
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