22 Novembre 2024 - 06:18

Saracchi (Dir. Giochi ADM): “Allargare la rete del gioco legale per intervenire più sulla prevenzione e meno sulla repressione”

“L’esperienza maturata mi permette di affermare che il problema dell’illegalità del gioco deve essere distinta in un approccio dinamico di illegalità nel gioco. Bisogna avere il coraggio di ammettere che

24 Febbraio 2022

“L’esperienza maturata mi permette di affermare che il problema dell’illegalità del gioco deve essere distinta in un approccio dinamico di illegalità nel gioco. Bisogna avere il coraggio di ammettere che l’illegalità non è più un discrimine di ciò che è autorizzato e non, ma a volte si verifica anche l’illegalità anche all’interno delle concessioni e autorizzazioni. Questo è sintomatico di come la criminalità organizzata si insinui all’interno delle concessioni. E’ ovvio che questa è una minima parte ma dobbiamo avere chiara la situazione che le norme del diritto penale funzionano e possono aiutarci a porre fine alle infiltrazioni.

Per noi l’approccio è trifasico, con tre fasi distinte e separate. La prevenzione si fa anche grazie alle norme del diritto pubblico e amministrativo”.

Lo ha dichiarato questa mattina presso la Commissione di inchiesta del Senato sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico il direttore ai Giochi dell’Agenzia Dogane e Monopoli Stefano Saracchi, membro del Copregi.

La stratificazione normativa che si è venuta a creare tra Stato e Regioni ha permesso la cosiddetta espulsione del gioco pubblico dal territorio. Questo per la criminalità organizzata vuol dire la possibilità di coprire dei vuoti lasciati dall’offerta pubblica.

Ecco perché è importante mettere in connessione le norme del diritto pubblico e amministrativo con quelle del diritto penale.

Se ammettiamo che la domanda di gioco è anelastica, ovvero non varia rispetto all’offerta, e’ ovvio che l’offerta verrà esercitata dal parte della criminalità illegale se non permessa dal territorio. Questo permette un giro d’affari dell’illegale notevole.

L’espulsione del gioco pubblico dal territorio ha permesso all’illegale di raccogliere una fetta di domanda molto rilevante. Non solo. La criminalità non si concentra solo nel raccogliere la fatta di gioco non autorizzata dallo Stato ma si concentra anche nelle attività di infiltrarsi nella rete per riciclare denaro tramite la rete di gioco.

Il mondo del gioco pubblico è molto vicino a quella che potrebbe essere la porta di ingresso per un percorso di riciclaggio della criminalità per la remissione di liquidità da provento illecito. Questa è un’evidenza statistica.

La legge di Stabilità del 2016 prevedeva l’obbligo di un’intesa in sede di Conferenza Unificata per identificare quale fosse l’approccio innovativo per la messa a terra dei punti scommesse e punti gioco. L’intesa è stata raggiunta nel 2017, si articolava in sette punti: nei primi tre punti identificava quale fosse il sistema di gioco per il futuro, e negli altri quattro punti le azioni repressive e preventive da porre in essere.

Se la seconda parte è stata attuata, per la prima parte non si comprende se i punti stabiliti siano vigenti e cogenti o meno.

ADM deve svolgere le gare di concessione, – e le gare devono essere svolte perché siamo in dirittura di arrivo con le proroghe legislative e tecniche. Oggi applichiamo la legge Cura Italia per rinviarle di tre mesi ma al 30 giugno di quest’anno abbiamo un problema di autorizzazioni e concessioni.

Lo stesso Consiglio di Stato chiede se l’Intesa Stato Regioni, non essendoci un decreto ministeriale di recepimento, è ancora cogente e vigente. Da questo dipende come devono essere svolte le stesse gare. Capire questo ci aiuta a comprendere qual è lo sviluppo fisico sul territorio e si connette al concetto di repressione e prevenzione dell’illegalità sul gioco”.

 

“Se sul territorio – afferma – non si riscontra offerta di gioco, – ma sappiamo che la domanda è anelastica – di conseguenza ci saranno delle patologie evidenti.

Stiamo parlando di un settore quantitativamente rilevante dal punto di vista macroeconomico. Nel 2020 la raccolta è stata di 90 miliardi, 110 miliardi nel 2021.

Se l’introito erariale si aggira tra il 15 e il 20% immaginiamo introiti per lo Stato di 15 miliardi di euro l’anno come media.

Dobbiamo capire con quale approccio metodologico intervenire sulla materia sia sull’ambito del contrasto che su quello della prevenzione.

Il legislatore ha stabilito quali e quanti sono i diritti che vanno messi in concessione.

Un esempio per tutti, per il GAD si prevedono 40 diritti con base d’asta da 2 milioni e mezzo per diritto. Se immaginiamo che nei primi due mesi abbiamo chiuso 150 siti di gioco online illegali e nel 2020 oltre 200, comprendiamo facilmente che mettere a bando solo 40 diritti sono pochi. Questo lascia spazio all’illegalità. Suggeriamo come ADM un ampliamento di questi diritti per capire come censire il gioco per andare ad eliminare l’illegalità.

Dobbiamo fare in modo di censire i concessionari in maniera più incisiva e solo così potremo smettere di reprimere e inizieremo a prevenire.

Il gioco legale ci permette di controllare e identificare eventuali illegalità. ADM attraverso i concessionari collegati può controllare ogni singola transazione e riscontrare eventuali illegalità. Se si allarga la rete pubblica con criteri ben stabiliti dal codice dei contratti pubblici, faremo meno repressione e più prevenzione.

L’approccio che la magistratura ci insegna è che il concetto di repressione è un concetto patologico che deve intervenire soltanto ex post, e si deve lavorare su prevenzione e vigilanza.

Nel campo penale, abbiamo norme storiche, come la legge 401 del 1989 quanto mai attuale nell’incidere sul disposto normativo sanzionatorio e penale.

Pensiamo che il reato del match fixing è punito con la reclusione dai 2 ai 6 anni.

Le patologie della criminalità organizzata si possono sintetizzare con due aspetti. L’immissione di provento illecito all’interno del circuito legale: questo permette alla criminalità organizzata di riciclare dall’80 all’85% del denaro che immette nel sistema, lasciando allo Stato una ‘commissione’ del 15-20%.

Altro fenomeno è l’intermediazione di chi esercita gioco senza concessione. Gioco illegale.

Attività che può legarsi all’associazione di stampo mafioso. Delitti che vengono puniti con pene detentive da 2 a 6 anni. Dal 2019 possiamo agire con la confisca dei beni e del provento, anche con la confisca per equivalente.

E’ necessario allargare il gioco legale il più possibile, solo così abbiamo la possibilità di sapere tutto e controllare ogni minima irregolarità, sul fronte delle scommesse, del Bingo, delle Awp.

Su Awp e Vlt, anche recentemente, sono stati necessari interventi nuovamente problematici rispetto alla connessione della rete per previsione del pagamento delle vincite sulle singole macchine. Anche su questo dobbiamo intervenire per rendere ancor di più randomico e casuale il pagamento rispetto a quelle macchine, altrimenti ci ritroveremo a combattere il fenomeno con la repressione e non con la prevenzione.

Il tema è particolarmente sensibile sia per noi che per la Magistratura perché le evidenze ci portano a capire che l’infiltrazione c’è. Vi segnalo veramente l’importanza di portare il diritto pubblico e amministrativo ad essere ben strutturato e ben calibrato sul territorio”.

 

PressGiochi

×