17 Novembre 2024 - 12:23

Sapar presenta la sua idea di riordino del gioco legale

Scrivo in rappresentanza di 5000 aziende e 300.000 lavoratori operanti nel settore degli apparecchi leciti da intrattenimento. Da anni ormai, – afferma il presidente Sapar Raffaele Curcio – l’apice con

23 Luglio 2018

Scrivo in rappresentanza di 5000 aziende e 300.000 lavoratori operanti nel settore degli apparecchi leciti da intrattenimento. Da anni ormai, – afferma il presidente Sapar Raffaele Curcio – l’apice con il passato Governo Renzi, la nostra filiera sta subendo dalla politica nazionale e locale una scientifica e chirurgica opera di distruzione che si pone un unico fine:

 

l’eliminazione fisica delle aziende private operanti nel settore e la contestuale concentrazione dell’offerta nelle mani di poche società concessionarie, le famose multinazionali o lobby dell’azzardo.

 

1) Patrimoniali retroattive (L. 190/2014 finita in Corte Costituzionale per dubbi di legittimità);

 

2) Aumento esponenziale della tassazione diretta ed indiretta fino al punto di collasso aziendale (+ 46% dal 2015);

 

3) Continui aggiornamenti forzati del parco macchine che precludono il rispetto anche dei soli tempi di ammortamento fiscale;

 

4) Riduzione del parco macchine nazionale del 35% (L. 96/2017 che ha permesso ad alcune società concessionarie di ridurre principalmente gli apparecchi delle aziende private ma non quelli di loro proprietà o dei loro “partner”)

 

5) Leggi Regionali e Regolamenti Comunali emanati senza alcun criterio o base scientifica a supporto che, cavalcando l’onda populista e demagogica “NO SLOT”, limitano o addirittura espellono l’offerta del gioco lecito pubblico tramite apparecchi con vincita in denaro “dimenticandosi”, guarda caso, di tutti gli altri giochi pubblici (Gratta&Vinci, Scommesse Sportive, Lotto, Super Enalotto, Bingo, ecc..) che, guarda caso, sono gestiti direttamente (senza una filiera occupazionale e spesso in regime di monopolio) da alcune società concessionarie…..strano eh?

 

Emblematico in tal senso- continua Curcio –  il regolamento del comune di Roma e la relativa recente ordinanza della sindaca Raggi con cui si limita il funzionamento orario degli apparecchi da gioco; mossa, a rigor di stampa nazionale, necessaria per il pericolo di esposizione dei giovani al fenomeno del G.A.P. (gioco d’azzardo patologico) in base anche all’ultimo studio in merito condotto dall’ospedale Bambino Gesù.

 

Che dire, non fa una piega, peccato che in base al citato studio i giochi maggiormente praticati tra i minorenni romani sono per l’88,3% scommesse sportive, seguiti dal Gratta & Vinci per il 48%: peccato che tali giochi non rientrino nelle limitazioni di offerta previsti dall’amministrazione capitolina!

 

Comprendo adesso le esternazioni sulla stampa dell’ a.d. della società concessionaria Lottomatica, Sig. Cairoli, quando si dice preoccupato per la guerra santa al gioco pubblico ma altresì favorevole ad un (ulteriore) taglio degli apparecchi da gioco…

Si scardina una filiera occupazionale sana costituita da operatori specializzati e contribuenti eccellenti in virtù del contrasto alla “ludopatia” ma di tutte le altre offerte di gioco, dannose soprattutto per i minori a detta di numerosi studi scientifici, non se ne parla, non sono contemplate nelle norme regionali e nazionali, non sono sottoposte a distanziometri e limitazioni orarie.

Inoltre, i provvedimenti attuati negli ultimi 3 anni e quelli prospettati per il futuro del gioco su rete fisica degli apparecchi, subirà un crollo che non influirà sul giocatore problematico anzi, esso andrà a confrontarsi con offerte ben più aggressive e spesso anche illegali.

 

Ora con il Titolo III del “Decreto dignità” verrà vietata qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi e scommesse con vincita in denaro. E ne saremmo ben lieti, perché la Sapar è dal 2015 che chiede a gran voce che venga applicato questo divieto; quando però leggiamo che l’eventuale perdita erariale che ne deriverebbe sarebbe compensata da un ulteriore aumento della pressione fiscale sui soli apparecchi da gioco rimaniamo sconcertati.

 

Come maggiore rappresentanza degli operatori chiediamo:

 

1)       La valorizzazione del ruolo del gestore, vera parte determinante della filiera, che operando in modo capillare sul territorio riveste un compito di enorme importanza nel prevenire e arginare il gioco illegale;

 

2)       Il controllo sull’operato delle società concessionarie (che hanno una funzione di controllo dei flussi di gioco sugli apparecchi da intrattenimento) attraverso meccanismi di tutela della libera concorrenza, vietando alle stesse la gestione diretta e commerciale delle apparecchiature da intrattenimento, rivestendo contestualmente la funzione di controllore e di controllato;

 

3)       Una rimodulazione della pressione fiscale che permetta alle aziende rappresentate di poter sopravvivere e che preveda un coinvolgimento di tutte le offerte di gioco;

 

4)       Il versamento delle imposte sulla raccolta delle giocate (P.R.E.U.) direttamente all’erario tramite F24 bypassando il tramite, inutile, delle società concessionarie;

 

5)       Un approccio nuovo e reale alla prevenzione di ogni deriva patologica relativa al gioco, basato sulla formazione degli utenti (soprattutto dei minori) e sulla formazione costante degli operatori di settore;

 

6)       Uniformare le normative territoriali, al fine di tutelare realmente il giocatore, sostenere il gioco legale e contrastare la potenziale diffusione del gioco illegale;

 

7)       Creazione di un tavolo di confronto tra istituzioni e operatori del mercato.

 

 

 

PressGiochi

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