“Au Potager de Grand Mere” è l’impresa agricola di proprietà del sindaco di Fenis, comune in provincia di Aosta, Mattia Nicoletta, il quale in contitolarita’ col fratello beneficia dei fondi europei
“Au Potager de Grand Mere” è l’impresa agricola di proprietà del sindaco di Fenis, comune in provincia di Aosta, Mattia Nicoletta, il quale in contitolarita’ col fratello beneficia dei fondi europei per lo sviluppo rurale della propria azienda agricola nel quadro di programmazione 2014-2020.
Dunque fondi pubblici a sostegno della propria attività imprenditoriale. Nicoletta è oltretutto enologo di studi e professione e nel novembre del 2017 aveva pensato bene, acquisendo uno spazio perimetrale a ridosso del castello, di farne un’area ludico/ricreativa, lui che combatte con ostinazione le ludopatie proibendo il gioco di Stato pur avendo a quattro passi il Casinò che non conosce orari di sorta.
L’ultima del sindaco di Fenis è l’approvazione del regolamento, esteso su tutto il territorio comunale, entrato in vigore il 30 luglio scorso, che vieta espressamente il “gioco d’azzardo” per 24 ore al giorno e sette giorni su sette in un Comune di 1800 anime, imponendo misure e limitazioni talmente restrittive che esulano dal buon senso, ma che sembrerebbero partorite in un contesto enologico, tanto per restare in tema.
A Fénis è vietato giocare in qualsiasi modo se non come e quando dispone il primo cittadino che consente al massimo di farvi un giro attorno al castello, mettendo al bando tutto il resto.
Viene così negata la libertà di impresa a chi esercita attività di intrattenimento con gli apparecchi mediante un regolamento molto più stringente della pessima e tribolata legge regionale varata dalla Valle D’Aosta nel 2015. Imprenditori ed esercizi commerciali, sale bingo e sale scommesse a Fenis possono chiudere bottega cancellando con un sol colpo di spugna imprese e posti di lavoro, decretando il fallimento di gestori che operano in piena legalità, che vivono di questa attività e che attraverso le tasse contribuiscono a sostenere anche l’impresa di famiglia e gli investimenti dell’azienda agricola del sindaco.
È tutto regolare?
Ne dubitiamo fortemente poiché la scriteriata decisione del primo cittadino e del consiglio comunale che ha espresso voto unanime al provvedimento, prescinde da qualsiasi ragionevole considerazione. Il profilo di anticostituzionalità appare evidente così come appare del tutto evidente che meriterebbe una impugnativa davanti al Tar regionale. Non è affatto tollerabile che un regolamento comunale possa con un sol colpo sopprimere un settore economico, ignorando la condizione di gestori e operatori posti nella oggettiva impossibilità di poter esercitare la propria attività.
Un principio (democratico) che sfugge al sindaco del comune valdostano il quale ritiene di aver risolto il problema delle ludopatie “alla radice” come egli stesso sostiene, impedendo la libertà d’impresa introducendo un regolamento di chiaro stampo proibizionista, del tutto schizofrenico se non elusivo per lo scopo finale che intende prefiggersi. Nonostante l’efficacia di strumenti dissuasivi come le limitazioni di orario e il distanziometro siano stati ampiamente messi in discussione dal mondo scientifico e accademico, vale la pena ricordare che analoga sorte è toccata nel 2016 al capoluogo aostano con un regolamento più mite ma pur sempre dannoso e anacronistico che ha limitato a 8 ore il funzionamento degli apparecchi sulla scorta di quanto stabilito dalla tribolatissima legge regionale 15/2015.
Chi continua a disconoscere questo regolamento c’è eccome: una ventina di dipendenti di due società che operano nel settore i quali a votazione conclusa erano decisamente piccati. Nella circostanza erano volate parole grosse ed una promessa: “Fotograferemo queste ‘facce da culo’ – dissero alcuni di loro a denti stretti – che votano questi provvedimenti e poi vengono da noi a giocare”. Potrebbe accadere la stessa cosa nel comune di Fenis, in Valle d’Aosta.
PressGiochi
VdA: il comune di Fenis mette al bando il gioco su tutto il territorio