Che il settore dei Giochi sia parte integrante di quello dell’Intrattenimento, non dovrebbe essere né una notizia né una sorpresa. Se non fosse che la strumentale retorica anti-gioco tutta italiana,
Che il settore dei Giochi sia parte integrante di quello dell’Intrattenimento, non dovrebbe essere né una notizia né una sorpresa. Se non fosse che la strumentale retorica anti-gioco tutta italiana, portata avanti per anni a scopo politico, elettorale ed editoriale, è riuscita nel suo intento di denigrare queste attività – e chi ci lavora – al punto da metterne in discussione dignità, legittimità e diritti, di fronte all’opinione pubblica.
Oggi però, scrive Sapar, l’appartenenza del settore all’area delle attività ricreative, viene davvero specificata e certificata. Lo ha fatto lo stesso comitato tecnico-scientifico che, analizzando in modo approfondito tutte le attività del paese, dovrà offrire delle linee guida per gestire la “Fase 2”. Nella lista delle attività produttive stilata dal comitato, infatti, risulta evidente come i Giochi quali Lotterie, Scommesse e Case da Gioco ricadano nelle “attività artistiche, sportive e di intrattenimento”.
Se da un lato questa equipe di tecnici ha riconosciuto al settore la legittima classe di appartenenza, ha però anche fatto delle valutazioni poco incoraggianti nell’assegnare le classi di rischio legate all’emergenza, mettendo le sale giochi e scommesse in “zona rossa” per aggregazione sociale e giudicando il “rischio integrato”, quello che riguarda i lavoratori, di livello medio-alto.
Una valutazione particolarmente dura verso il settore, per certi versi discutibile, specialmente se messa in relazione alle valutazione che hanno riguardato altri settori. Volendo fare un’analisi più specifica, si dovrebbe anche tener conto di una larga parte di esercizi e punti di gioco che presentano delle caratteristiche che ben si adattano al mantenimento delle direttive di distanziamento sociale.
Come si legge anche nel documento pubblicato dalla FIEGL (Confesercenti) con le proposte per la ripartenza, “alcuni punti vendita specializzati sono caratterizzati generalmente da superfici molto ampie e pertanto risultano facilmente in grado, a seguito di una riorganizzazione degli spazi interni, di rispettare qualunque disposizione sarà prevista dal Governo al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio; si aggiunge inoltre, che la frequentazione di tali luoghi può essere facilmente contingentata con un controllo all’accesso dei locali, introducendo un livello massimo di presenza simultanea di persone all’interno dei locali, in funzione dei metri quadri di questi ultimi. Se a quanto sopra si aggiunge la possibilità di imporre alla clientela, e controllare facilmente, l’utilizzo di dispositivi di sicurezza che il Governo riterrà opportuno far adottare nei luoghi pubblici, si ritiene che il valore riferito alla classe di aggregazione sociale di cui sopra possa sensibilmente ridursi con effetti positivi sulla ripartenza delle attività, parificandole rispetto ad attività a cui è stato attribuito un livello di rischio minore.”
PressGiochi
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