Ancora una volta arriva un attacco ingiustificato contro le slot machine. Questa volta, come si legge in un articolo de Il Messaggero, a scagliarsi contro il nostro settore è il
Ancora una volta arriva un attacco ingiustificato contro le slot machine. Questa volta, come si legge in un articolo de Il Messaggero, a scagliarsi contro il nostro settore è il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che definisce le slot come una “realtà tanto pericolosa” e per questo ritiene necessario “tenere a debita distanza dalle scuole le slot machine”.
Probabilmente- scrive Sapar in una nota – il presidente non ha mai avuto modo di leggere i nostri interventi a riguardo ed è per questo che siamo felici, ancora una volta, di smontare, punto per punto, le sue teorie.
In primo luogo, vogliamo ricordare che per i minorenni vige il divieto di accedere nelle sale gioco e sono gli stessi gestori, garanti della legalità nei territori, a controllare che alle loro macchine accedano soltanto persone maggiorenni. Se, invece, parliamo di bische clandestine e punti di gioco illegali, lì è evidentemente molto alto il rischio che anche i minori possano accedervi.
Inoltre, vogliamo ricordare al presidente Giannelli, quello che è emerso recentemente dal primo numero dell’Osservatorio permanente Censis-Lottomatica. Alfonso Celotto, Professore ordinario di Diritto Costituzionale Università Roma Tre, ha ricordato che se si restringe il gioco legale, si allarga quello illegale. E anche l’Istituto di ricerca Eurispes ha espresso la sua contrarietà al distanziometro. Per questo, allontanare i punti gioco legali dalle scuole non fa altro che allargare le maglie dell’illegalità dove possono cadere gli stessi ragazzi.
Il presidente dell’associazione nazionale presidi dovrebbe, invece, concentrarsi su quelli che sono i veri problemi che attanagliano i minori, dal facile accesso al fumo e alla droga fino al gioco online che è stato paragonato a una “Las Vegas h24 sul cellulare”. Inoltre, senza controlli né limitazioni, trascorrono il loro tempo scorrendo il feed di un social network. Sono queste le situazioni che devono essere attenzionate dalle scuole e dai presidi e non scagliarsi, senza validi motivi, contro le sale da gioco.
PressGiochi
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