“Quello delle scommesse è un tema molto delicato anche per il mondo sportivo. Dobbiamo monitorare i giovani che accedono a questo servizio ormai legalizzato perché c’è il rischio, come accaduto,
“Quello delle scommesse è un tema molto delicato anche per il mondo sportivo. Dobbiamo monitorare i giovani che accedono a questo servizio ormai legalizzato perché c’è il rischio, come accaduto, che da minorenni possano addirittura rimanere coinvolti come tesserati. E’ un problema nazionale, al quale anche la Toscana deve prestare la massima attenzione”.
Lo dice Salvatore Sanzo, presidente del CONI Toscana, con riferimento ai recenti dati resi noti dall’Ars (Agenzia regionale di sanità) che indicano come in Toscana il segmento delle scommesse sportive rappresenti il 54% del totale dei giochi d’azzardo, con il 5-6% dei giovani che accusano comportamenti problematici legati al gioco: numeri che hanno spinto la Regione Toscana a promuovere, a partire dallo scorso lunedì, una campagna di comunicazione sul gioco d’azzardo patologico.
“Lo sport italiano deve vigilare con la massima severità perché non si verifichi alcuna interferenza tra tesserati e scommesse – continuaSanzo – A maggior ragione dobbiamo tutelare i nostri atleti più giovani, facendo sì che crescano con sani valori e solidi principi, con modelli sportivi trasparenti, come accadeva un tempo quando si tifava la propria squadra o si osteggiava l’avversario solo per fede sportiva, senza che la vittoria o la sconfitta portassero a un guadagno o a una perdita personali in termini economici. La legalizzazione delle scommesse sportive, se da un lato ha limitato il gioco d’azzardo clandestino, dall’altra ha esteso l’utilizzo di questa pratica a tutti, anche ai giovani che rappresentano la componente più vulnerabile della nostra società. Una forte e costante attività di informazione è fondamentale”.
Salvatore Sanzo si sofferma anche sulle recenti vicende di basket legate a giovani atleti tesserati sulle cui partite si sono verificate quotazioni da parte delle agenzie di scommesse.
“Per arginare queste pericolose deviazioni del sistema è necessaria la massima collaborazione tra federazioni sportive, CONI e istituzioni politiche – concludeSanzo – Una legge che vieti di scommettere sui campionati giovanili è fortemente auspicabile anche in Italia. Essa rappresenterebbe una linea di demarcazione etica a difesa dello sport giovanile e un atto di responsabilità sociale del nostro Paese”.
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