24 Gennaio 2025 - 08:33

Sanna (Aiaf): “Non si toglie la compulsione ad azzardare con il divieto alla pubblicità. Va estirpata l’abitudine”

“Non si toglie, come afferma Endrizzi, la compulsione ad azzardare con il divieto alla pubblicità. Ciò che andrebbe estirpata, invece, è l’abitudine. Faccio un esempio: se ai soldati americani (notizia

16 Luglio 2019

“Non si toglie, come afferma Endrizzi, la compulsione ad azzardare con il divieto alla pubblicità.

Ciò che andrebbe estirpata, invece, è l’abitudine.

Faccio un esempio: se ai soldati americani (notizia di oggi) li fai “divertire” con le slot, mettendo a rischio il loro portafogli (100 milioni di dollari in un anno sono un’infinità di soldi…), significa che tu stai abituando le persone ad azzardare.

L’abitudine al cosiddetto “gioco” è diventata oramai prassi quotidiana in tutti i Paesi, Italia compresa.

Distanziometri, divieti o altro non funzioneranno mai se alla base l’abitudine resta.

Posso guardare una partita senza pubblicità, ma so comunque che su quella partita io posso scommettere perché i luoghi per farlo ci sono e continueranno ad esserci (per non parlare poi dell’online…).

Negli ultimi 20 anni siamo stati letteralmente inondati dall’offerta, questa è la verità. E per tornare indietro ce ne vorranno almeno altri venti: una o due generazioni…

Quello che come A.I.A.F. temevamo, si sta avverando.

E fa venire i brividi sapere che molti soldati – capisaldi della sicurezza mondiale – possano ammalarsi d’azzardo.

E poi ci sono i papà che lasciano i figli nell’auto, gli anziani che bruciano la pensione in 48 ore, chi svende casa e affetti, chi sta in mano agli usurai e chi decide di farla finita.

Ma è soltanto una questione di abitudine: tutti lo sanno, ma si continua a far finta di niente…”.

 

E’ quanto afferma Riccardo Sanna, presidente dell’associazione AIAF-Non t’azzardare.

 

PressGiochi