“La legge delega alla quale abbiamo lavorato al MEF la prossima settimana arriverà al Consiglio dei Ministri. I disturbi da gioco d’azzardo esistono e vanno evitati ma bisogna trovare anche
“La legge delega alla quale abbiamo lavorato al MEF la prossima settimana arriverà al Consiglio dei Ministri. I disturbi da gioco d’azzardo esistono e vanno evitati ma bisogna trovare anche una cura. Sono per un confronto che tenga conto delle ragioni dello Stato, degli operatori e dei cittadini che devono essere tutelati nel modo migliore possibile”.
Così Federico Freni, sottosegretario all’economia con delega ai giochi, ha aperto l’evento dal titolo “Il contrasto ai rischi derivanti dai disturbi da gioco d’azzardo” nel quale è stato presentata la ricerca condotta da BVA Doxa.
Presente all’evento il presidente della Commissione monocamerale di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico Mauro Maria Marino. “Quando si esce dalla logica del preconcetto – ha detto – si comprende che sono varie le tematiche che vanno contemperate. Il gioco aleatorio ha sempre attratto il genere umano. Ci sono cose dalle quali non si può prescindere ma bisogna contemperare correttamente i vari elementi che lo caratterizzano. Lo Stato deve bilanciare la corretta gestione del settore e la tutela del cittadino evitando di cadere nel proibizionismo. Evitare di cadere nell’illegalità che presenta numerose vulnerabilità.
In ogni settore le mafie rispondono ai settori non gestiti da altri. La rete legale possiamo controllarla, l’illegale no. L’illegale comporta anche un rischio maggiore sul fronte della tutela dei giocatori e delle varie dipendenze.
E’ bastato un anno di pandemia per comportare un grande sconvolgimento nel settore e per l’aumento dell’illegalità. Lo Stato ha un grande ruolo di regolamentazione. Nel 2021 la raccolta in gioco è aumentata a 111mld, ma la spesa dei giocatori e le entrate per l’Erario si sono ridotte. Il livello della raccolta nel 2021 è stata di 111 miliardi, superiore a quella del 2019. Si è tornati ai livelli pre-pandemia e si è superato quel dato. A parità di raccolta la spesa dei giocatori è diminuita di 4 miliardi di euro passando da 19 (nel 2019) a 15 mld di euro (nel 2021). Le entrate erariali, hanno subito una frizione di 3 mld di euro: sono passate da 10,7 a 7,7 mld. Il rapporto tra online e offline è cambiato.
Sul tema degli apparecchi da intrattenimento, evidenziamo – ha continuato Marino – che gli investimenti vengono impediti dall’incertezza esistente nel settore. Molti esercizi finiscono nei canali borderline. Dobbiamo quindi uniformare la normativa generale e mettere ordine tra le varie normative. Altrimenti non possiamo dare certezza ai concessionari e al mercato che non potranno fare investimenti per migliorare il mercato.
Una cosa che mi preoccupa di più è che in Commissione ho visto dei comportamenti viziati dal pregiudizio. Dobbiamo partire da una fotografia frutto del confronto con le istituzioni e poi aprire al confronto con gli stakeholders”.
L’indagine, è stata illustrata dalla Dottoressa Sonia Biondi e dalla Dottoressa Roberta Belli, condotta grazie al prezioso supporto di molti stakeholders intervistati sul tema, ha consentito di tracciare un interessante spaccato delle convinzioni, a volte in controtendenza rispetto al “sentiment” comune, e delle proposte per un riordino efficace del Settore.
“Tramite la nostra indagine – ha dichiarato Roberta Belli – si evidenzia l’importanza del comparto, per la salute e l’ordine pubblico, per l’economia e per l’occupazione. Appare evidente agli stakeholders intervistati come non ci sia un raccorto corretto sul fronte dell’opinione pubblica, manca una adeguata valorizzazione degli operatori, è mancata una regolamentazione iniziale dell’offerta. Il GAP è un problema esistente ma si nota che spesso non si raccolta correttamente. Spesso l’ampiezza del problema è sovradimensionata. L’offerta di gioco diventa causa diretta delle derive del gioco. Il gioco diventa il nemico da combattere.
Sulla base di queste considerazioni anche l’impianto normativo sembra percorrere una via sbagliata. Il risultato è che spesso si cerca di ridurre l’offerta piuttosto che regolarla. Emergono quindi dubbi relativamente alle normative adottate che influisce anche sul giocatore sociale che non ha problemi con il gioco. Indebolire il gioco legale permette di lasciare spazi liberi per l’illegale.
Il distanziometro genera diffusamente scetticismo perché sembra allontanare anche il giocatore sociale: la difficoltà dell’accesso può generare rinuncia al gioco, cosa che invece non disincentiva il giocatore problematico. Questo strumento indebolisce il presidio di gioco legale e rappresenta una misura espulsiva dell’offerta. Un elemento di preoccupazione è rappresentato dalla reale avanzata del gioco illegale. Altro tema sollevato dai sindacati sono le questioni legate all’occupazione messa a rischio dai distanziometri. Alcune attività sono costrette a chiudere. La riduzione degli orari costringe alla ridefinizione del lavoro a svantaggio di tutti i lavoratori.
Il divieto di pubblicità rappresenta un’occasione mancata per educare il giocatore. Se ben gestita, la pubblicità può formare al gioco responsabile e permettere la distinzione con l’offerta illegale.
Inoltre, il tema reputazionale è molto sentito. Si sente la necessità di ridefinire lo storytelling del comparto: gli operatori non vengono visti come alleati dello stato e non vengono adeguatamente considerati anche come lavoratori.
In ottica di riordino del settore è importante fornire gli ingredienti decisivi: la centralità dell’impulso normativo armonico, il confronto tra le parti, ridefinire lo storytelling sul gioco mettendo al centro gli operatori, potenziare la formazione del provider del gioco, formazione e informazione al gioco responsabile per i giocatori”.
A parlare del giocatore è stata invece la dott.ssa Sonia Biondi che ha ricordato come: “I giocatori tengono a far sapere che non sono tutti dipendenti ma che amano semplicemente giocare. ‘Basta chiamarci giocatori d’azzardo’ ci dicono. Fate distinzione, non ci etichettate. Il dipendente da gioco lo trova il modo per giocare, non ugualmente i giocatori sani. Loro sono i primi a dire che il gioco è aggregazione sociale e evasione. Servono interventi che mirano a aumentare l’autostima dei giocatori e la fiducia verso il futuro”.
Ad intervenire all’evento anche il direttore ADM Marcello Minenna: “Il settore è martoriato da inerzia, stratificazione normative e dove nella difficoltà di trovare la quadra si formano spazi per le infiltrazioni della criminalità. Prova ne è l’esigenza di creare una commissione di inchiesta sul tema. Dal punto di vista dell’evoluzione il settore può avere ampi spazi positivi di manovra e di costruzione di valore superando barriere e condizionamenti etici che rischiano di aprire spazi per comportamenti speculativi e illegali.
Dove si deve partire? Si deve prendere atto che quanto fatto negli ultimi 5 anni è poco, si è rinviato il problema, le prospettive son ampie ma dobbiamo capire che il settore va presidiato con soluzioni tipiche del controllo dei flussi finanziari, tipiche dell’intermediazione finanziaria e delle soluzioni dell’antiriciclaggio, la parte legale va modernizzata per creare schemi antimoney laundering in grado di governare gli accessi ed espellere coloro che non si comportano adeguatamente. Serve una evoluzione del sistema in questa prospettiva, ci vuole una vigilanza regolamentare che spinga in questa direzione.
Serve una riforma, un testo unico. Nel breve termine ci sono varie soluzioni normative che abbiamo proposto. E’ necessario fare il punto anche su questo. Sul tema della ludopatia e del controllo del giocatore bisogna superare i cliche, le attuali modalità di controllo della tessera sanitaria e comprendere che la tecnologia può aiutare per prevenire criticità e creare una struttura di gioco monitorato, controllato, verificato. Attualmente il sistema è certamente governato dall’Agenzia dal punto di vista della struttura dei dati, c’è un ritorno al giocatore di circa il 70% delle giocate diversamente da cosa accade nell’illegale, ma si potrebbero sviluppare tante soluzioni tecniche per capire se il giocatore sta entrando in un circuito virtuoso. Serve mettere ordine su una situazione che sembra ancora abbastanza confusa”.
“I distanziometri, gli orari e i luoghi sensibili sono tre elementi sui quali lo Stato deve intervenire altrimenti è un liberi tutti che finisce per essere devastante. L’unico modo è intervenire a monte con una norma primaria che detta la regola generale. Sul divieto di pubblicità, una delle norme più rigide in Europa, si evidenza che viene aggirata in molti modi. Anche su questo aspetto varrebbe la pena fare un riflessione specifica. Cercheremo di dare una pratica attuazione alla legge delega” ha concluso l’evento il presidente Marino.
PressGiochi
Nota informativa (Delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, n. 256/10/CSP del 9 dicembre 2010, all. A, art. 4)
Soggetto realizzatore: Doxa SpA – Milano. Soggetto committente e acquirente: Codere Network S.p.A.. Estensione territoriale del campione: nazionale. Consistenza numerica del campione: 22 interviste. Data di esecuzione: novembre-dicembre 2021.
Il document complete relative al sondaggio è disponibile sul sito www.agcom.it
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