In Regno Unito, si aspettava solo l’insediamento del nuovo governo per varare il Libro Bianco sul gioco e riformare il settore, ma adesso tra tensioni internazionale e crisi interne –
In Regno Unito, si aspettava solo l’insediamento del nuovo governo per varare il Libro Bianco sul gioco e riformare il settore, ma adesso tra tensioni internazionale e crisi interne – e anche la successione al trono – il processo potrebbe subire qualche rallentamento. Quando Boris Johnson si è dimesso all’inizio dell’estate, la riforma del gioco era tra quelle materie che per questioni di opportunità sono state lasciate al nuovo governo. Il Libro Bianco comunque sembrava pressoché pronto, tanto che se ne annunciava la pubblicazione già a ottobre. Adesso a Downing Street si è insediata Liz Truss che ha già formato la sua squadra di governo (il Dipartimento per Digitale, Cultura, Media, e Sport – che ha anche la competenza sul gambling – è stato affidato a Michelle Donelan), ma l’attenzione è tutta concentrata su altri temi. La Gran Bretagna sta per affrontare una recessione che potrebbe essere più pesante di quella del 2008; l’inflazione rischia di sfiorare il 19%; e nel piano per fronteggiare la crisi energetica si mettono in conto black-out, blocchi dei treni e supermercati vuoti.
Per quanto riguarda la riforma del gioco, il processo di revisione in realtà è stato molto lungo, i Tories lo avevano già annunciato nel programma elettorale del 2019 e il Governo ci stava lavorando intensamente da almeno due anni. In questo lasso di tempo ne era stata annunciata la pubblicazione diverse volte, il testo ha subito almeno altri tre rinvii. A luglio sembrava tutto pronto, ma proprio in quelle settimane Jonhson è stato travolto dagli scandali del Partygate e sui comportamenti inappropriati di Chris Pincher, e il Governo ha iniziato a perdere un ministro dopo l’altro.
Negli ultimi mesi hanno preso a circolare una serie di anticipazione sui contenuti del Libro che il settore del gambling ha incassato a denti stretti. Da tempo il Regno Unito sta cercando di limitare la propensione al gioco – basti pensare al giro di vite sulle Fobts – e le nuove misure sembra vogliano andare nella stessa direzione.
Per l’online si parla infatti di un limite di puntata tra le 2 e le 5 sterline. E addirittura si vorrebbe sottoporre a controlli di carattere finanziario quei giocatori che perdono troppi soldi. Anche in questo caso si avanzano delle cifre: 125 sterline in un mese, e 500 in un anno. I giocatori a quel punto – esibendo conti correnti e buste paga – dovrebbero dimostrare di non avere problemi economici. Il Governo poi pensava anche di intervenire su quegli strumenti che gli operatori usano per fidelizzare i giocatori, ad esempio voleva vietare i programmi VIP e attuare una stretta sulle free bet. Dovrebbe invece aver abbandonato l’idea di vietare le sponsorizzazioni di squadre di calcio e club sportivi.
Occorre ribadire tuttavia che si tratta di indiscrezioni, e che oltretutto facevano riferimento al vecchio Governo. Non è detto insomma che Michelle Donelan voglia fare interamente suo il Libro Bianco. Ma c’è anche da dire che la neo-segretaria finora – anche se sul gioco ha preso posizione solo in occasioni sporadiche – ha sempre chiesto di intervenire in maniera più restrittiva. Quando il Governo nel 2018 adottò le restrizioni sulle FOBT, lei ad esempio si disse soddisfatta, ma chiese di intervenire anche sulla pubblicità, “il numero degli sport sta aumentando drasticamente, e attrarre soprattutto i soggetti più vulnerabili”. Pochi mesi dopo chiese al Governo un maggiore impegno per contrastare il gioco patologico, e di “spingere le compagnie del settore a sostenere in maniera più efficace i giocatori patologici”.
Le premesse non sono delle migliori, insomma, ma il settore del gioco sta cercando di avviare un confronto produttivo. “Ci congratuliamo con la segretaria Doneland per la sua nomina” ha detto Michael Dugher, chief executive dell’associazione Betting and Gaming Council. E Dugher non ha mancato di sottolineare che gli auguri arrivano anche “dalle 119.000 persone il cui lavoro è supportato dai nostri membri”. E ancora, “Abbiamo lavorato a stretto contatto con il DCMS per molti anni per aiutare il governo a trovare il giusto equilibrio nella revisione del gioco d’azzardo, per indirizzare i grandi cambiamenti e garantire standard più elevati sul gioco. Tutto questo per proteggere al meglio i soggetti più vulnerabili, ma anche per tutelare la libertà dei milioni di persone che vedono nel gioco un intrattenimento occasionale”.
Intanto, però, qualche buona notizia arriva sul fronte della gara della National Lottery. Camelot ha infatti annunciato che rinuncerà alla causa che rischiava di paralizzare l’esito della gara, anche se porterà avanti la battaglia legale. In sostanza, quando la compagnia ha impugnato la gara a aprile, l’aggiudicazione è stata automaticamente bloccata. La Gambling Commission ha dovuto a sua volta intentare un ricorso e a luglio ha ottenuto una pronuncia che le consentiva di portare avanti l’iter. Camelot aveva intentato l’appello, ma adesso ha deciso di rinunciare all’azione. Se avesse proseguito nel giudizio avrebbe impedito al Governo di concludere il contratto (che ha un valore stimato di 6,4 miliardi di sterline) e messo a rischio le risorse che la lotteria devolve alle cause benefiche. La compagnia ha riconosciuto che questo ricorso avrebbe potuto provocare “danni ingenti che avrebbero comportato un danno commerciale elevato”. Rimane in piedi però la causa principale – proseguirà a inizio primavera – ma se Camelot dovesse vincere otterrebbe solo un risarcimento economico, la richiesta ammonta a 500 milioni di sterline.
PressGiochi
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