Il gioco pubblico non riesce ad avere quella “tranquillità” imprenditoriale e lavorativa che meriterebbe. Le normative a livello regionale sono infatti ancora terreno di caccia per i detrattori del gioco
Il gioco pubblico non riesce ad avere quella “tranquillità” imprenditoriale e lavorativa che meriterebbe. Le normative a livello regionale sono infatti ancora terreno di caccia per i detrattori del gioco pubblico.
L’ultimo esempio- scrive l’Associazione nazionale Sapar – in tal sensi arriva dalla mozione presentata in Campidoglio dalla consigliera Tiziana Biolghini. La mozione invita il Presidente del Municipio I e la Giunta a collaborare con il Sindaco del Comune di Roma, la Giunta Capitolina e l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato a programmare interventi mirati al controllo delle distanze delle slot dai cosiddetti luoghi sensibili.
Ma anche in questo caso, come capita purtroppo molto frequentemente, il documento contiene diverse inesattezze e imprecisioni.
– Si parla di 80 miliardi di spesa delle famiglie nell’anno di riferimento. Il dato però non si riferisce alla spesa, come erroneamente riportato nella mozione, ma alla raccolta. Il dato della spesa si ottiene dalla raccolta meno le vincite. Nell’anno riportato nella mozione, la spesa reale per il gioco è stata quindi di 15 miliardi di euro e non 80 evidenziato nel
documento.
– I giocatori a rischio ludopatia, secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità, sono in Italia circa 1,5 milioni (non 2 milioni come riportato nella mozione). E’ importante evidenziare l parole “rischio” e quindi come non sia automatico il passaggio al gioco problematico.
– I 5-6 miliardi riportati, che equivarrebbero al costo che lo Stato sosterrebbe per la curare dei soggetti ludopatici, non trovano riscontro in nessuna ricerca ma sono frutto di stime di parte.
– Sempre secondo il report dell’ISS, l’identikit del giocatore medio non corrisponde a quello riportato nella mozione.
– Il gioco in Italia è vietato a minori. Chi lo accetta commette un reato e quindi parlare di grande diffusione del gioco tra gli adolescenti e quantomeno azzardato.
– E’ sbagliato affermare che “la patologia di GAP non è suffragata da finanziamenti per interventi del servizio sanitario”. Ogni anno sono infatti previsti 50 milioni per le strutture che si occupano di cura dei giocatori problematici.
– Anche per quanto riguarda il Lazio vengono riportati dati inesatti. Si parla anche in questo caso di spesa confondendola con la raccolta.
– I dati del Dipartimento Epidemilogia del Servizio Sanitario della regioneLazio indicano che nel 2018 erano 691 le persone, affette da ludopatia, in cura delle strutture della regione.
– I controlli sull’attività delle sale giochi sono aumentati in tutta Italia, sia come numero sia come frequenza, come dichiarato dal direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
– Nel Lazio la spesa per il gioco nel 2019, come riportato dal Libro Blu dell’ADM, è stata di 1,8 miliardi di euro. Nella mozione si parla invece di 11,4 miliardi, confondendo di nuovo spesa con raccolta.
– Infine si parla di una spesa procapite, in riferimento al gioco, nell regione di 2.204 euro annui compresi i neonati (affermazione quantomeno ridicola). Con i dati della spesa corretti e facendo riferimento alla popolazione maggiorenne della regione (secondo i dati Istat), la spesa annua procapite nel Lazio per il gioco nell’anno di riferimento è stata di
450 euro.
Alla luce di quanto sopra evidenziato, gli argomenti e le richieste contenute nella mozione in esame sono frutto di imprecisioni, inesattezze e portano a conclusioni fuorvianti e superate.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|