Sono 105 le persone trattate nel 2014 dai servizi pubblici del Sert per dipendenza dal gioco d’azzardo. La grande maggioranza (71,6%) è composta da maschi. L’età media è di 48,3
Sono 105 le persone trattate nel 2014 dai servizi pubblici del Sert per dipendenza dal gioco d’azzardo. La grande maggioranza (71,6%) è composta da maschi. L’età media è di 48,3 anni. Circa la metà ne ha più di 50.
Il bilancio delle prestazioni di cura della ludopatia è stato tracciato ieri mattina nel corso di un seminario tenuto a Villa Rossi. Ne rende conto Angela Dodi, direttrice del Programma dipendenze patologiche, che fa riferimento al Dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl: “Questo seminario – spiega la dottoressa Dodi – è stato organizzato, come le altre iniziative della settimana della salute mentale, con il coinvolgimento attivo degli utenti, delle famiglie e delle associazioni”.
L’impegno congiunto del servizio pubblico e delle associazioni è stato al centro della tavola rotonda, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei Sert e Marina Abrate per conto della comunità Papa Giovanni XXIII. La lezione magistrale è stata tenuta da Mauro Croce, psicologo e psicoterpauta, presidente di Alea, associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
«La ludopatia – riferisce Angela Dodi – è un fenomeno sempre più diffuso fra i giovani e gli studenti. Le ragazze sono più catturate da Gratta e vinci, Lotto istantaneo e slot machine. I maschi sono attratti anche dalle scommesse sportive e dai poker Texas. Secondo uno studio del 2012 i giocatori d’azzardo problematici variano dall’1,3 al 3,8% della popolazione. I giocatori patologici oscillano fra lo 0,5 e il 2,2%. Le trappole che più attanagliano sono le new slot e i videogiochi installati nei bar. Il trattamento non è ancora previsto nei Livelli essenziali di assistenza. La nostra regione è l’unica che preveda un percorso di cura simile a quello delle tossicodipendenze».
PressGiochi